Già tornato al lavoro il campione di Moto3 Acosta non dimentica le emozioni del 2021 e l’incontro con l’idolo della MotoGP Casey Stoner.
Pedro Acosta è stata una delle rivelazioni del motomondiale della passata stagione. Vincitore al debutto nella serie, l’iberico ha dato prova di velocità, costanza e maturità. Anche per questo ha potuto permettersi il salto in moto2 dove gareggerà con la Kalex.
Già proiettato alla campagna che scatterà, salvo contrattempi da Covid, il prossimo 6 marzo, il 17enne sarà protagonista di una tre giorni di test privati (il 13, il 14 e il 15 gennaio) sul circuito di Cartagena, dopo aver saggiato la sua nuova moto lo scorso novembre a Jerez. Assieme a lui Jorge Martín, Maverick Viñales, Johann Zarco, Raúl Fernández, Xavi Vierge, Aarón Canet, Jaume Masiá e Peter Hickman.
Pedro Acosta poteva correre in MotoGP nel 2022? Ecco la sua risposta
Stoner un mito e un sostenitore
Intelligente abbastanza da rifiutare l’offerta per correre, dopo appena una stagione alle spalle, in MotoGP, il centauro di Puerto de Mazarrón ha dimostrato di essere un campione anche di lucidità.
Riconosciuti i propri deficit a fronte della normale l’inesperienza, il classe ’94 ha affermato che soltanto quando avrà imparato a sufficienza il mestiere da diminuire la dose di errori annuali, farà il grande salto nella massima serie.
Eppure il richiamo delle sirene è stato forte. Ad un certo punto sembrava potersi concretizzare il passaggio tra le fila della stessa KTM, se non nel team ufficiale, almeno al Tech 3. Poi però non se n’è fatto nulla.
Sarà per questa sua oculatezza fuori dal comune, mischiata alle qualità in pista, che il talento lanciato da Ajo ha subito fatto breccia nel cuore di molti grandi delle due ruote. Tra questi Casey Stoner, conosciuto di persona a Valencia.
“E’ bello quando un tuo mito di gioventù ti è vicino e dice di essere un tuo fan. Quel giorno mi sentì un dio. Tra me e me pensavo, “non può essere vero”. Parlammo molto e le sue parole mi furono d’aiuto“, ha ricordato il #51 l sito The-Race.com.
A proposito dei consigli arrivati dall’australiano, unico finora ad aver saputo domare la Ducati, Acosta ha ricordato questo: “Trionfare nelle categorie minori non è importante. Ciò che conta è essere preparati per la MotoGP e fare lì la differenza. In fin dei conti le categorie propedeutiche ti danno una mano a crescere. Ad esempio in Moto2 impari a gestire le gomme, sbagliare di meno e trovare un tuo ritmo“, ha concluso la riflessione.