In un tempo di grandi cambiamenti cala il sipario anche su un’istituzione della MotoGP: la Clinica Mobile. Ecco quando succederà.
A partire dal 2023, la nota Clinica Mobile, presidio di sanità, rivelatosi a volte decisivo per la sorte dei piloti appena reduci da una caduta, verrà abolita. Rimossa dai circuiti del motomondiale. La potremo rivedere solo nel Mondiale SBK.
Dopo 45 anni di servizio, la Dorna, società organizzatrice della top class delle due ruote, ha ritenuto superfluo rinnovare l’accordo con chi fino ad ora aveva fornito quello che possiamo definire il pronto intervento del motociclismo.
Dunque, a partire dal prossimo anno, non vedremo più l’equipe composta da 9 medici e 24 fisioterapisti che con fatica aveva messo assieme il dottor Claudio Costa.
Al momento non esiste alcun comunicato ufficiale. E nessuno tra team e corridori ne è stato informato. Apprenderanno la news in occasione della riunione della Commissione di Sicurezza. In quel frangente verranno spiegati i motivi che hanno spinto i vertici dello sport a mettere la parola fine su un servizio utile non solo dal punto di vista pratico, ma altresì psicologico per i protagonisti della categoria che, potevano recarsi nelle sue stanze anche solo per distendere i nervi.
Addio alla Clinica Mobile, la storia
Nata da un intuizione di Claudio Costa, convinto che i rider avessero bisogno di un sostegno di gara in gara, nel 1972 fece il suo debutto in occasione della 200 Miglia di Imola.
Per quanto concerne l’impegno iridato, l’esordio avverrà invece, nel 1977. GP dell’Austria al Salzburgring. L’obiettivo di questo ospedale ambulante è quello di evitare conseguenze gravi dopo un incidente. Ed infatti in molti casi saranno evitate. Lo sa bene Mick Doohan che nel 1992, in Olanda, a seguito di una terribile caduta, riuscirà a non perdere una gamba proprio grazie all’intervento salvifico del suo staff.
Con il passare del tempo, quella che era una struttura emergenziale, è diventata sempre più grande, all’avanguardia e dotata di mezzi sofisticati. Nulla è cambiato dai primi giorni. E quando nel 2014 il fondatore è andato in pensione ed è subentrato il dottor Michele Zasa, lo spirito è rimasto sempre lo stesso.
Anzi, con la prospettiva di proseguire ancora a lungo nell’avventura, alla vigilia della stagione 2022 erano stati apportate ulteriore modifiche per rendere la clinica ancora più moderna e funzionale.
Perché è un errore della MotoGP
La ragione per cui è stata presa la strada della dismissione è tutt’ora ignota. Possiamo immaginare soltanto che tutto ruoti attorno al denaro. Non va dimenticato che, a differenza della F1 che sta vivendo un periodo di forte rilancio. E non vi è gran premio in cui le tribune non siano piene. Il motomondiale, a seguito del ritiro di Valentino Rossi è in forte calo di appeal. Nessuno ad oggi sembra essere in grado di trascinare quanto ha fatto lui nel corso di un ventennio. Di conseguenza, molto spesso le tribune sono mezze vuote. Ciò significa meno introiti nelle casse al promoter.
A destare perplessità, però, è la metodologia con cui si è optato per dire basta. Nessuno è stato avvisato. E pur trattandosi di un aspetto cruciale, riguardante la salute di chi corre, non si è neppure proceduto a votazione.
Chissà cosa starà pensando il suo creatore, che quando la progettò pensava di offrire una “casa agli eroi del mondo mitologico del motociclismo“.