Alain Prost, la bordata ai piloti moderni: una F1 che non c’è più

Una domenica difficile da digerire, quella di tanti anni fa vissuta da Alain Prost, che ora ammette di aver amato il silenzio, senza social.

Alain Prost (Getty Images)
Alain Prost (Getty Images)

Non è certo il primo e non sarà neanche l’ultimo, Alain Prost a dire di rimpiangere i suoi tempi, forse meno pregni di pressioni, che pure c’erano, rispetto a quelli odierni. Parliamo di un ottimo pilota per la sua epoca, che esordì comunque nel 1980, quando, per capirci, la maggior parte di chi oggi corre in F1, non era neanche nato.

Dopo aver messo in guardia Lewis Hamilton dal futuro Max Verstappen, l’ex McLaren ha parlato del suo passato, proprio quello da pilota, in un’intervista insieme a Nico Rosberg, che si può trovare su YouTube. Ecco cosa ne è emerso.

Alain Prost, il suo racconto degli anni ’80

Certamente, prima di immergerci nel racconto del classe ’55 francese, non è da sottovalutare il fatto che comunque chi parla è un pilota che ha vinto quattro Mondiali, andando 106 volte a podio di cui 51 prime posizioni. Certo, anche lui avrà vissuto i suoi momenti difficili, come tutti gli sportivi, ed è logicamente per questo, che ammette di preferire i suoi anni e non quelli di oggi, dove anche la frase di un fan, può raggiungerti via social.

“Come pilota, ti rivolgi alle persone che ami e che ti amano. Ma devi ancora fare i conti con i media e la stampa. Fortunatamente allora non c’erano i social media perché sarebbe stato un disastro. Questa la frase chiave di Prost, che ringrazia di essere nato in un’epoca diversa da quella in cui tutto può anche essere istantaneo, come per esempio la visione delle ferite alla Dakar di Petrucci, che in pochi minuti avevano raggiunto i fan. Ma di cosa parlava, Alain Prost? Non di critiche per la guida, ma qualcosa di peggio.

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Il suo racconto inizia nel 1982, dove alla Gara di Le Castellet, ovviamente in Francia. Alla Renalut, alla guida c’erano proprio due transalpini, lui e René Arnoux. Visto che Prost era in vantaggio per il Mondiale, la scuderia chiese al secondo pilota di lasciarlo passare qualora le Brabham si fossero fermate col loro motore poco affidabile. Arnoux, dice Prost, avrebbe detto in radio di non avere problemi a riguardo, però poi nella realtà non lasciò vincere il compagno di team, per concedersi una vittoria davanti al proprio pubblico.

Ma perché Alain Prost è felice che negli anni ’80 non c’erano i social? Perché gli capitò di fare la stessa cosa di Arnoux nel 1989. Ad Imola, sarebbe stato lui a dover lasciare il passo ad Ayrton Senna, ma quella volta riuscì a farsi da parte al contrario dell’ex compagno. Solo che, racconta, fu molto difficile riprendersi moralmente. Forse il silenzio, fu quello che gli serviva più di qualsiasi altra cosa.

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