Ad Aragon Espargarò e l’Aprilia di nuovo sul podio. E ora la classifica dice più che mai che può crederci. Anche se in pochi lo calcolano.
Ad Aragon sono stati tanti i temi che sono venuti fuori nel post-gara. Il primo, inevitabilmente, è stato il ritorno di Marc Marquez dopo la quarta operazione all’omero destro infortunatosi nel 2020 a Jerez, con lo spagnolo protagonista di un doppio incidente pericoloso al via che ha creato numerose polemiche. Collegato a questo il secondo zero in classifica del leader della classifica Fabio Quartararo proprio per il tamponamento a Marquez, che ora ha riaperto ufficialmente un campionato che al Sachsenring sembrava ormai chiuso. E poi ovviamente il duello tra Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini, che con la doppietta sono comunque entrambi in corsa per il Mondiale.
Ci prepariamo quindi a un finale davvero infuocato e inaspettato, visto quanto accaduto nella prima metà della stagione, con un Quartararo che anche grazie agli errori altrui aveva preso il largo in classifica. Peccato però che tutti siano focalizzati sull’ormai imminente lotta Bagnaia-Quartararo, perché la realtà dice anche che per il titolo c’è un terzo incomodo. E, dati alla mano, non è ancora Bastianini ma Aleix Espargarò.
Già, perché dello spagnolo in realtà non ne parla nessuno, ma è lì, a soli 17 punti da Quartararo, a 7 dal “rientrante” Bagnaia. Lui, a differenza del pilota della Rossa, è rimasto sempre lì vicino al leader della classifica, ma ha dato sempre l’impressione di non riuscire a fare quel salto di qualità che serve per poter davvero entrare in lotta per il titolo. Ma la costanza di rendimento lo sta premiando alla grande e lo tiene in corsa per un traguardo che sarebbe davvero incredibile per lui e per l’Aprilia.
Espargarò ha dimostrato in questa stagione di poter essere della contesa. La svolta è stata la vittoria in Argentina, che ha aperto nuovi orizzonti alla casa di Noale e all’iberico, che da quel momento ha messo in fila 4 terzi posti in cinque gare, tutte poi dove nelle scorse stagioni la moto italiana aveva anche sofferto. Diverse poi le occasioni gettate al vento, vedi il clamoroso errore di Barcellona, così come qualche caduta di troppo nei momenti topici che ne hanno minato il fisico proprio quando invece era in forma e poteva ambire a qualcosa di più.
Ad Assen poi ci si è messa di mezzo la sfortuna con la caduta provocata da Quartararo che lo ha coinvolto ma alla quale ha rimediato con un quarto posto finale che però ha lasciato l’amaro in bocca, visto che in Olanda poteva davvero tornare alla vittoria. Il vero passo falso è stato il nono posto a Silverstone, ma per il resto Espargarò si è sempre tenuto nelle zone alte, anche in due piste come Misano e Red Bull Ring dove l’Aprilia era andata male lo scorso anno. Il podio di Aragon proprio per questo è un segnale che è passato troppo sotto traccia e che i rivali non devono sottovalutare.
Già in passato Quartararo ha tolto dalla contesa lo spagnolo, ma adesso non può più non calcolarlo. Anche perché arrivano piste dove l’Aprilia può davvero fare bene. A partire dalla doppietta Giappone-Thailandia. Dovesse davvero rimanere sempre lì, Espargarò, zitto zitto, può approfittare del duello tra i due litiganti per farsi avanti con decisione. Dunque guai a sottovalutarlo, perché la beffa sarebbe davvero atroce per i rivali.
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