C’era grande attesa in Aprilia per questo GP e invece qualcosa è andato storto. Aleix Espargarò rimane fuori dal podio.
Il weekend del GP di Germania ha sancito la conclusione della prima metà della stagione di MotoGP 2022. E, come se ce ne fosse ancora bisogno, è stato ribadito un concetto: Fabio Quartararo è ancora il più forte di tutti. E anzi, con questi risultati è già con una mano sopra il trofeo Mondiale. Nessuno al momento sembra in grado di impensierirlo, a partire da quella Ducati che, a detta di tutti, ha la moto più performante ma che manca spesso la domenica, dopo aver fatto vedere cose mirabolanti il venerdì e in qualifica.
E’ un Mondiale che per ora ha un solo protagonista, con gli altri che ogni tanto si prendono il ruolo di semplici comparse, nonostante ambiscano decisamente a copioni di ben altro spessore. A partire da quel Pecco Bagnaia che, dato come favorito a inizio stagione, è mancato completamente, un po’ per sue colpe ma soprattutto per una Rossa che non è stata all’altezza nei momenti clou dal punto di vista tecnico.
C’era in realtà chi però si è preso la scena in più di una occasione, rivendicando ambizioni importanti. Vedi Enea Bastianini, che con tre successi sembrava addirittura potersi iscrivere alla corsa iridata ma che da diversi GP ha avuto una involuzione preoccupante. Mentre c’è chi come Aleix Espargarò e l’Aprilia che, con un solo lampo è ancora lì, addirittura ad inseguire un sogno.
Dopo l’incredibile vittoria in Argentina, si era pensato a un lampo che poteva essere fine a se stesso. Invece la casa di Noale e lo spagnolo hanno tenuto un ottimo ritmo, con ben 1quattro podi di fila tra Portimao e Mugello, ottenuti su piste completamente differenti che hanno certificato così la bontà del progetto della moto italiana.
Mondiale? Guai a dirlo, almeno fino a qualche GP fa però. Perché è vero che si cresce a piccoli passi, ma poi, nonostante la fuga di Quartataro, l’Aprilia con Espargarò si è dimostrata all’altezza della situazione. E si è parlato con più insistenza, anche dal box della “nera”, di chance concrete. Più un sogno? Sì, ma perché non farlo? E’ giusto che un team competitivo voglia crederci. Anche perché le distanze non sono così esagerate. Proprio Espargarò infatti è il più vicino al francese, con 34 punti di distacco.
Ma proprio gli ultimi appuntamenti hanno un po’ ridimensionato le chance di Aprilia di poter realmente ambire a qualcosa di così grande. A Barcellona Espargarò non è riuscito minimamente a tenere il passo della Yamaha M1 del campione del mondo in carica e anzi, l’errore dell’iberico ha tolto l’ennesimo podio che avrebbe fatto ancor più morale. In Germania poi ci si aspettava, anche a detta dei vertici della casa di Noale, qualcosa d’importante. Sì perché proprio al Sachsenring nel 2021 per la prima volta si era vista un’Aprilia competitiva, con un terzo posto in qualifica a cui fece seguito una buona prima parte di gara, seguita da un crollo prestazionale che portò Espargarò al settimo posto.
La pista tedesca stavolta non ha sorriso alla moto italiana, molto buona in prova ma non altrettanto in gara, dove non ha mai mostrato realmente la capacità di impensierire Quartararo o Zarco per le prime due posizioni. Di sicuro qualche inconveniente tecnico ha inciso, ma fa strano che, come la Ducati, l’Aprilia si sia un po’ persa proprio nei momenti chiave. Al Sachsering c’era un esame da superare, quello che può portare alla laurea. E per ora è stato fallito. C’è solo la consapevolezza che ora si è delusi per un podio mancato, non per un piazzamento. Questo è già un grande passo in avanti però. Solo il lavoro, che Aprilia sa fare, si potrà davvero pensare in grande. Ma per ora la pista ha detto che per il ruolo di protagonista serve tutt’altra stoffa.
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