Il pilota Aprilia Aleix Espargarò vive il momento più alto della sua carriera, ma anni fa rischiava di dover dire addio alle corse.
Aleix Espargaró sta vivendo uno dei suoi migliori momenti in carriera, ma in passato ha trascorso momento difficili in cui era sul punto di gettare la spugna. E non parliamo solo dei trascorsi in Aprilia, quando la RS-GP era ancora una moto in divenire e non consentiva di fare risultato. In un’intervista a Dazn ricorda quanto avvenuto nel 2009, quando un giovane Aleix è rimasto senza moto dopo che il suo team Lotus Aprilia si era ritirato dal campionato classe 250.
A quel punto intervenne suo fratello Pol Espargarò che all’epoca militava con una Derbi nel Mondiale 125, che ha soccorso Aleix affinché continuasse ad essere impegnato nel paddock della MotoGP. “Mio fratello mi ha detto: ‘Ti do uno stipendio, vieni con me in pista, aiutami con quello che mi serve’. Mi ha evitato di restare a casa“. Poi il destino ha girato a suo favore, offrendogli la possibilità di guidare una Ducati Desmosedici del team Pramac al posto di Mika Kallio, a sua volta sostituto di Casey Stoner nel team factory, i cui problemi di salute lo costrinsero a saltare alcune gare del Mondiale 2009.
Il riscatto di Aleix Espargarò
Nel 2010 Aleix Espargarò ha guadagnato una sella nel team satellite della Ducati, anche se gli ci è voluto un po’ di tempo per ambientarsi alla nuova classe. “Ho trovato stabilità solo a 26-27 anni. Negli ultimi 4-5 anni penso di aver fatto un buon lavoro, ma non prima. Ci sono stati molti ostacoli sulla mia strada“. Adesso vive l’apice della sua carriera, con una vittoria e quattro podi nella stagione 2022: “Siamo in prima fila, lottiamo per il Mondiale. È stato un anno molto divertente, sono molto felice e orgoglioso“.
I tecnici di Noale hanno lavorato a lungo sullo sviluppo della RS-GP e durante l’ultimo inverno hanno trovato il decisivo step per ambire a traguardi importanti. Oggi Aleix Espargarò viene definito il “Capitano” della squadra, appellativo conferitogli direttamente da Massimo Rivola: “Non credo lo abbia detto solo perché ero l’unico pilota Aprilia ad aver ottenuto risultati. Io ho sempre creduto nel progetto, ho sempre difeso l’Aprilia. Quando hanno voluto ingaggiare giovani piloti, non voglio fare nomi, sono andato a mille incontri per cercare di convincerli, spiegargli il progetto“.
Medesima situazione avvenuta lo scorso anno durante l’estate, quando ha fatto da intermediario per portare Maverick Vinales nel suo box. “Molte persone mi hanno detto che stavo portando il lupo a casa mia. Io ho risposto che è un amico e voglio aiutarlo. Aprilia ha la migliore squadra dal punto di vista umano di tutto il paddock, qui sono un ragazzo super felice. Ma a parte questo auguro il meglio ad Aprilia. Voglio che ci sia un buon pilota, perché questo è un bene anche per me“.