Dopo due anni difficili Aston Martin spera di potersi riprendere nel 2023. E l’euforia per l’ingaggio di Alonso ne è la prova.
A 41 anni suonati Fernando Alonso è ancora in grado di emozionare. In pista, dove sa fare prodezze e sorpassi tanto quanto vinceva, fuori per quello che dice, sempre tra l’ironico e il tranchant. E pure all’interno delle fabbriche.
Questo almeno è quanto emerso dai racconti del team principal dell’Aston Martin Mike Krack e ci riporta al giorno in cui il Samurai è stato annunciato quale pilota ufficiale da affiancare a Lance Stroll.
Chiamato a sostituire Vettel, ormai diretto verso una vita lontana dai motori, il nome dell’iberico ha portato con sé un sacco di aspettative. E se passare da un quattro ad un due volte iridato potrebbe suonare come una regressione, paradossalmente, forse proprio per la verve che ci mette ogni qualvolta scende in pista, da coloro che lavorano in fabbrica è stata presa come una vittoria.
Alonso in Aston Martin, cose mai viste
Stando a quanto condiviso dal dirigente lussemburghese ai microfoni di Sky Sports F1, la comunicazione dell’inserimento dell’asturiano in squadra, avvenuta prima della nota stampa, è stata a dir poco celebrata.
“Non avevo mai sentito tanto rumore nell’ufficio progetti. C’era un frastuono incredibile. La sola notizia ha dato impulso e motivazione“, le sue parole.
Dunque, in barba a chi sostiene che avere a che fare con il driver di Oviedo sia cosa complessa, la verdona ha risposto con un sospiro di sollievo, convinta che la sua grande esperienza sarà di giovamento.
“E’ un campione e c’è una ragione se lo è. E’ piuttosto competitivo, fa le domande giuste e porta la squadra al limite“, ha proseguito il dirigente.
Nessuna paura del caratteraccio del #14 che ha portato ad alcune divorzi di peso, come quelli con McLaren a fine 2007 e in seguito di nuovo al termine della complicata annata 2018. Allo stesso modo nessun timore di dover dimostrare. Di dover patire quella pressione che un corridore del suo calibro impone. Senza contare l’aumento delle aspettative, come è normale che accada quando si dà spazio a chi ha costruito qualcosa.
“E’ importante che ci sia qualcuno pronto a porre degli interrogativi scomodi e a pretendere di fare dei passi avanti“, ha evidenziato, ben disponibile ai rimbrotti del severo iberico.
Entrando nel dettaglio della trattativa, il manager ha poi svelato che tutto è avvenuto in pochissimo tempo. Non sono dunque state necessarie opere di convincimento. Questo proprio per la sua immensa conoscenza dell’ambiente e come funziona. “Mi sembra che creda molto nel nostro progetto”, ha poi concluso.
La ex Force India diventata Racing Point e infine acquisita dal prestigioso marchio britannico si trova in una fase evolutiva. La struttura a sua disposizione a Silverstone si sta ampliando e ammodernando e pure la galleria del vento avrà un aggiornamento.
Per adesso i riscontri non sono visibili. I due piloti stanno faticando molto ed infatti per trovarla nella classifica generale costruttori bisogna scendere fino al penultimo posto dove si trova con appena 24 punti.