Il portacolori dell’Alpine Alonso guarda con fiducia all’avvio della stagione, ma si mostra scettico sulla bontà della rivoluzione tecnica.
Sebbene ancora in una fase di taglia e cuci, con diverse soluzioni da provare ed elementi da sistemare Fernando Alonso è ottimista. Dopo un discreto 2021 che ha visto il suo compagno di squadra Esteban Ocon trionfare in Ungheria e lui stesso salire sul podio in Qatar, il Samurai si attende un ulteriore passo avanti. Il quinto posto costruttori ottenuto fa ben sperare e nella tre giorni di test al Montmelo entrambe le guide hanno riscontrato progressi.
“Sono stato contento anche se ritengo che per adesso altri team siano leggermente meglio preparati“, la sua analisi alla rivista Forbes.
Se il vero potenziale dell’Alpine resta ancora da valutare, dal canto suo lo spagnolo si sente piuttosto in forma. L’allenamento in altura, più le lunghe sessioni al simulatore lo fanno essere tranquillo.
“Credo che nelle prime gare assisteremo a miglioramenti continui, trattandosi di monoposto totalmente nuove. Per questo sarà cruciale essere rapidi in pista, ma ancor di più in fabbrica“, ha poi avvisato i suoi, certo che la concorrenza, specialmente quella più competitiva, non starà a guardare, anzi farà di tutto per incrementare il vantaggio.
In mezzo ad ottimismo e determinazione, l’asturiano ha però piazzato una previsione allarmante e sconfortante per il Circus e i tifosi delle quattro ruote. A suo avviso il ritorno alle wing car non produrrà nulla di sostanzioso.
“Dopo quattro o cinque GP avremo una o due scuderie capaci di vincere tutto. Gli altri dovranno copiarne il design. Ciò significa che nel 2023 avremo una griglia di macchine uguali. Non ho avuto occasione di guardarle nel dettaglio, ma già ora, nella parte del fondo si assomigliano tutte“, la sentenza del 40enne.
Sempre rimanendo nell’ambito tecnico, il due volte iridato ha snocciolato alcuni dettagli: “Più si spinge più si avverte grip perché la vettura, avvicinandosi al suolo acquista aerodinamica. Ovviamente se ne produce maggiormente a 300 km/h che a 100. Proprio per questo è più facile affrontare le curve rapide rispetto alle lente“.
Trattandosi di auto piuttosto differenti da quelle in uso finora, Alo ha definito necessario un cambio di mentalità. “Sono basse e con sospensioni più dure. La diversità si fa sentire, ma ci adatteremo“, ha chiosato.
L’iberico è rientrato in F1 l’anno scorso dopo due campionati di assenza. Superata una prima fase di rodaggio, ha dato prova di non aver perso nulla delle abilità al volante che lo avevano caratterizzato in passato.
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