Tra i più combattivi del Mondiale di F1 Alonso non smette mai di far parlare di sé. Addirittura nelle ultime ore sono emerse voci inquietanti.
Da sempre con il dente avvelenato nei confronti di Lewis Hamilton, per quei trascorsi a dir poco burrascosi di epoca McLaren. In tempi molto recenti Fernando Alonso si è lasciato scappare un’affermazione che ha fatto parecchio discutere. A suo avviso i due titoli conquistati da Max Verstappen, avrebbero maggiore valore di quelli ottenuti dall’asso con la Mercedes, in quanto l’olandese se li sarebbe sudati lottando contro un’altra squadra, mentre l’inglese li avrebbe pressoché avuti in regalo avendo dovuto vedersela con il solo compagno di box di turno.
Una stoccata, questa, a cui il 37enne non ha voluto replicare, ma che ultimamente ha trovato dei consensi. Il più recente, quello di Emerson Fittipaldi. Per l’iridato 1972 e 1974, infatti, certe affermazioni non sarebbero del tutto campate in aria. Prova ne é un campionato più battagliato e meno scontato.
“Il pilota Red Bull ha combattuto con con diversi avversari. Ecco perché ritengo abbia ragione lo spagnolo. Ormai la differenza tra le macchine in qualifica è minima. Sicuramente più ridotta rispetto a quando comandavano le Frecce d’Argento. Loro erano nettamente superiori”, la sentenza del “Rato”.
Caso Alonso – Austin: il risvolto che non ci si attendeva
Sempre a proposito del Samurai, sebbene sia trascorsa qualche settimana, è tornato in auge quanto avvenuto in Texas. In quel frangente l’asturiano era entrato in collisione con la Aston Martin di Lance Stroll e la sua Alpine ne era uscita leggermente danneggiata.
Nonostante uno specchietto ballerino, il 41enne aveva proseguito la corsa normalmente, venendo poi sanzionato di 30″ una volta giunto al traguardo, a causa del reclamo ufficiale sporto dalla Haas.
Reclamo a cui è seguito un appello, vinto, degli anglo-francesi, ragion per cui la penalizzazione è stata rimossa. In barba alla restituzione della settima piazza, i tifosi del driver di Oviedo non hanno comunque perdonato Silvia Bellot, autrice del primo provvedimento. E sul web la donna è stata subissata di insulti e perfino minacce di morte. Provocando la reazione del presidente della Federazione Internazionale Mohammed Ben Sulayem.
“E’ inaccettabile che si verifichino simili abusi nei confronti dei volontari o dei nostri dipendenti. Nel nostro sport non c’è posto per certe cose“, si legge sul comunicato di difesa allo staff. “E’ giusto chiarire che senza queste persone non potrebbero neppure esserci le gare”.
Con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema e scoraggiare gli eventuali leoni da tastiera, il 60enne ha annunciato il lancio di una campagna, attiva presumibilmente dall’inverno, con il nome “Drive It Out”. Questa coinvolgerà le 244 organizzazioni sportive e motoristiche sotto l’egida federale, sparse in 146 Paesi dei 5 continenti.
“Tutti noi, dai media, ai team, fino ai corridori e i sostenitori, abbiamo un ruolo da ricoprire. Non possiamo ignorarlo. Credo che per l’intero ecosistema del motorsport sia arrivato il momento di intervenire“, ha ribadito l’intenzione di agire in concreto contro gli abusi online e non solo.
Alla luce di un progressivo aumento di questi episodi riprovevoli e fuori da ogni spirito sportivo, lo stesso Ham ha dichiarato di essersi allontanato dai social per mettersi al riparo dalla deriva tossica che hanno ormai preso.