I vertici della F1 spingono per l’inserimento delle gare sprint al sabato, ma per Alonso la decisione dovrebbe spettare ad altri.
Nel 2021 ne abbia viste tre, a Silverstone, a Monza e ad Interlagos e non sempre sono state apprezzate dai protagonisti. Le Sprint Qualifying, alias le corse da 100 km del sabato per definire la griglia di partenza del GP domenicale, non hanno dato il responso che ci si attendeva. Nessun particolare movimento, nessun sussulto. L’unico che ci è stato regalato è avvenuto in Brasile con la rimonta di Hamilton. Per il resto il nuovo formato voluto da FIA e Liberty Media ha aggiunto davvero poco.
Per alcuni, al contrario, ha snaturato la F1 togliendo importanza all’evento principale, senza tralasciare il caos, con le qualifiche del venerdì che in teoria stabiliscono l’ordine di start della corsa del sabato.
A fronte di tante perplessità, figlie, va riconosciuto, anche dell’effetto novità, il patron del Circus Stefano Domenicali ha finora fatto spallucce, annunciando che per il 2022 si svolgeranno almeno 6 o 7 repliche.
Davanti al fatto compiuto i team non hanno avuto diritto di replica e ora il centro del malumore si è spostato verso l’utilità del sistema dato che lo scorso anno i punti venivano assegnati soltanto ai piloti giunti sul podio partendo da 3 a scalare. Un interrogativo che ad oggi non ha trovato risposta.
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Cosa deve fare la F1 secondo Alonso
E’ chiaro che il Circus stia spingendo per le Sprint Qualifying di comune accordo con i promoter per accrescere il numero di biglietti venduti al venerdì, giornata notoriamente poco soddisfacente in termini di vendite. Ma per Fernando non dovrebbe essere nessuna delle personalità del paddock a decretare il mantenimento o meno del format introdotto nello scorso campionato.
“Considerato che questa modifica è stata fatta per i tifosi e per accrescere lo spettacolo andando a conquistare nuovo pubblico, dovrebbero essere loro ad esprimersi“, ha sostenuto ad F1i.com.
La sensazione, all’interno, è che si viva a bagnomaria. “Per le squadre e per noi driver non è cambiato nulla. Né in meglio, né in peggio“, ha proseguito spiegando tuttavia che un gran premio in più, seppur breve, costringe ad una preparazione differente. “Di conseguenza dovrebbero essere i fan a definire cosa funziona e cosa no, segnalando magari cosa si puù migliorare“.
Parlando a titolo personale Alo si è detto contento di aver dovuto affrontare qualcosa di inedito rispetto all’abituale, ma ha altresì lamentato una maggior tensione.
“In questa maniera abbiamo solo una sessione di prove libere prima di qualificarci e successivamente dobbiamo prendere parte a due gare“, ha infine considerato.
Noi nutriamo sinceri dubbi che il parere dei corridori venga ascoltato. In fin dei conti la F1 ha spesso dimostrato nella sua storia, specie in quella recente, che gli interessi economici hanno un peso e un valore determinanti, basti vedere il numero di manifestazioni destinato a crescere malgrado gli appelli dello staff al seguito della carovana, meccanici compresi, per fermare turni di lavoro massacranti.