Fernando Alonso è stato vicino al ritiro nel 2015, anno in cui fece tantissima fatica a bordo della McLaren Honda. Ecco le sue parole.
Il talento di Fernando Alonso è tornato a far appassionare i tifosi di F1 in questo 2021. Lo spagnolo è approdato in Alpine dopo due anni di inattività, regalandoci prestazioni eccezionali, culminate con il terzo posto ottenuto nel Gran Premio del Qatar. Per l’asturiano si è trattato del primo podio dopo oltre sette anni, dal momento che un piazzamento del genere gli mancava dal GP d’Ungheria 2014, ai tempi della Ferrari.
Due titoli mondiali sono molto appaganti, ma per il talento mostrato, la sensazione è che Nando non abbia raccolto quanto avrebbe potuto nella sua carriera. Dopo i trionfi con la Renault nel biennio 2005-2006, l’asturiano si recò in McLaren, squadra abbandonata subito dopo per i litigi interni con lo scomodo compagno di squadra, un certo Lewis Hamilton.
Alonso è poi arrivato in Ferrari, scontrandosi con l’inizio del declino della Scuderia modenese, laureandosi per ben tre volte vice-campione del mondo. I titoli persi nel 2010 e nel 2012 a vantaggio della Red Bull di Sebastian Vettel resteranno sempre un rimpianto enorme per il livello di guida espresso, a bordo di un’auto nettamente inferiore rispetto ai gioielli di Adrian Newey.
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Alonso, nel 2015 era vicino al ritiro
Nel 2015, la McLaren iniziò una partnership con la rientrante Honda, che decise di costruire una power unit per il team di Woking. Dopo anni di delusioni in Ferrari, Fernando Alonso decise di accettare la sfida, trasferendosi alla corte della storica squadra britannica al fianco di Jenson Button.
Nel podcast della F1, “Beyond the Grid“, lo spagnolo ha raccontato quel difficile periodo della sua carriera, dal momento che quella vettura non si dimostrò mai realmente competitiva, costringendolo a tantissimi ritiri per motivi di affidabilità: “Il 2015 ed il 2016 sarebbero stati gli anni più giusti per smettere di correre in F1“.
“Non mi ero assolutamente disinnamorato di questo sport, ma in quel periodo c’erano delle grandi difficoltà. Non avevo una macchina che mi permettesse di battagliare per le prime posizioni, o comunque di giocarmela alla pari con gli altri. Dunque, ho poi optato per il 2018, accettando nuove sfide come 24 ore di Le Mans o la 500 Miglia di Indianapolis. Il mio obiettivo era verificare le mie capacità contro piloti esperti e già affermati in altre discipline“.
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Non si può certo dire che ad Alonso non piacciano le sfide. Fernando ha dato tantissimo alla F1, ma ha anche portato a casa ben due edizioni della 24 ore di Le Mans con la Toyota ed un titolo mondiale endurance. Adesso che è tornato nel Circus, Nando farà di tutto per restarci a lungo, sperando che le nuove regole gli forniscano una monoposto competitiva.