Uno dei personaggi più controversi ed apprezzati della F1 moderna è sicuramente Fernando Alonso. Lo spagnolo delle Asturie ha debuttato nel Circus nel lontano 2001 con la Minardi, per poi vivere la sua fase migliore con la Renault di Flavio Briatore. Nel 2005 e nel 2006 arrivarono due mondiali con la casa francese, interrompendo il dominio della Ferrari e di Michael Schumacher.
Dopo i trionfi con il team di Enstone, “Nando” ha deciso di accettare la sfida della McLaren, squadra che dal lontano 1999 attendeva di vincere un titolo. Alonso si dovette però confrontare con Lewis Hamilton, che mai accettò di fare il secondo pilota. Tra i due scoppiò un’acerrima rivalità, che permise a Kimi Raikkonen di beffarli all’ultimo atto in Brasile.
Dopo un anno così problematico, lo spagnolo tornò in Renault per due anni, ottenendo appena un paio di successi. Nel 2010 arrivò la chiamata della Ferrari, ma la Scuderia stava già iniziando la fase calante che è culminata nei disastri del giorno d’oggi. Fernando fu comunque fenomenale nello sfiorare ben due mondiali, ma il tandem Sebastian Vettel e Red Bull si dimostrò troppo superiore.
Le beffe di Abu Dhabi 2010 e Brasile 2012 sono ancora negli occhi dei tifosi, comunque legatissimi a quanto fatto dallo spagnolo durante quei campionati. La disastrosa F-14T del 2014 convinse l’asturiano a cambiare aria, approdando in McLaren–Honda. I risultati furono terribili, e non arrivò mai neanche un podio in quattro anni.
Il due volte campione del mondo ha deciso di tornare in lizza nel 2021, firmando un contratto pluriennale con l’Alpine. Fernando sta ancora cercando di muovere le sue statistiche, visto che l’ultimo podio è targato Ungheria 2014 e l’ultimo successo Spagna 2013. Un’eternità per un pilota del suo talento.
In passato, Alonso non ha mai risparmiato qualche frecciatina per il Cavallino, che a causa di monoposto non competitiva gli ha impedito di tornare a vincere il titolo. In questi giorni, il #14 è tornato a parlare degli anni a Maranello, sottolineando quanto fosse difficile competere in quelle condizioni di inferiorità tecnica.
“Non ho mai parlato con Sebastian delle nostre esperienze in Ferrari. Abbiamo battagliato per il mondiale e ricordo che nel 2012 fu molto fortunato in Brasile a finire la corsa con la vettura così danneggiata. Entrambi, comunque, abbiamo tentato di vincere il titolo con la rossa, ma il team non era pronto a farlo, sia con me che quando Sebastian ha preso il mio posto“.
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“Ora pianificano in modo diverso e le aspettative non sono così alte, puntano su piloti giovani. Si concentrano sul lungo periodo e non sul breve termine“. Dalle parole di Alonso si evince tutto il suo amaro in bocca, visto che quei titoli sfumarono davvero per un nulla. Il presente della Ferrari appare lontano anni luce da quegli anni, dove, anche grazie alle doti dello spagnolo, ci si giocava il titolo sino all’ultima corsa.
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