Andrea Dovizioso fa un confronto tra il suo stile di guida e quello degli altri piloti Yamaha. L’adattamento alla M1 risulta ancora difficile.
Per Andrea Dovizioso non è un buon momento dal punto di vista professionale. Ha gareggiato le ultime cinque gare con una Yamaha M1 per trovare il feeling con una moto molto diversa dalla sua ex Ducati Desmosedici GP e arrivare preparato alla nuova stagione. Ma nonostante le varie uscite, test invernali compresi, il veterano si rende conto che l’adattamento potrebbe richiedere più tempo del previsto.
Un po’ bisogna fare i conti con una moto che lamenta qualche handicap tecnico, come la velocità massima, dall’altro il ‘Dovi’ deve modificare certi meccanismi mentali e stilemi di guida maturati in otto stagioni con il marchio di Borgo Panigale. Se prima il suo punto forte era la staccata, adesso deve puntare su un prototipo che fa della percorrenza a centro curva il suo cavallo di battaglia.
Dovizioso e il confronto con gli altri piloti Yamaha
Nel corso del Gran Premio di Mandalika ha avuto modo di seguire Franco Morbidelli e Fabio Quartararo in sella alla M1 e osservare il loro modo di domare la moto: “E’ incredibile come i piloti Yamaha debbano guidare per essere veloci“, ha detto Andrea Dovizioso a Speedweek.com. “Vedere come si muove un altro pilota davanti a me è molto più utile di molti altri test“. Nonostante possa vantare 15 vittorie nei GP e si sia qualificato come vice campione del mondo per tre volte il forlivese ha ancora da imparare.
L’attenzione è puntata sul suo stile di guida, una chiave del successo con la nuova Yamaha M1. Il confronto con gli altri piloti del marchio induce a pensare che non sarà facile arrivare al limite con questo prototipo. “E’ complicato da spiegare, ma c’è davvero una grande differenza. Loro sono abituati alle caratteristiche di questa moto ed è normale che riescano a controllarla in tale maniera. Guidare una MotoGP del genere è davvero speciale“.
Si rivelano utili anche i dati della telemetria oltre ai video delle gare e l’osservazione diretta su pista. In Indonesia ha notato le differenze di guida rispetto al connazionale Franco Morbidelli di cui ha preso il posto nel team satellite RNF: “Franco non raddrizza molto la moto in fase di trazione, ad esempio accelera solo a metà curva“, ha proseguito Andrea Dovizioso. “Ma bisogna muoversi così perché la moto è particolarmente veloce proprio al centro della curva… Devi usare altri aspetti. “È uno stile opposto e non è facile cambiare quello che ti passa per la testa“.