Marco Simoncelli ha lasciato un vuoto incolmabile all’interno della MotoGP. Il noto giornalista Andrea Scanzi ha avanzato un paragone.
Quando si diventa uno dei più affermati e stimati giornalisti del panorama nazionale, diventa anche normale non essere più solo intervistatore, ma anche intervistato e Andrea Scanzi al “Corriere della Sera” ha rilasciato diverse dichiarazioni sul suo rapporto con le motociclette.
Le moto rappresentano il sale della vita per milioni di italiani e di cittadini nel mondo che vedono la corsa con le due ruote come uno strumento di libertà per poter sentirsi in pace con sé stessi e riuscire così a esprimersi nel migliore dei modi.
Andrea Scanzi è un personaggio ormai più che noto nel mondo della televisione italiana e soprattutto nel mondo dei social, essendo ormai da diverso tempo la figura nazionale che ogni giorno regala più interazioni in tutte le varie piattaforme.
Il suo amore per le motociclette non è mai stato nascosto e in una lunga e interessante intervista al “Corriere della Sera” ha spiegato come sia iniziata questa sua grande passione e chi siano stati a suo parere i piloti che più di tutti lo hanno segnato.
Il giornalista toscano spiega come lui abbia collaborato per diversi anni con la MotoGP e sia stato un suo diretto inviato per circa due anni, lasciando però l’incarico poco prima della morte di Marco Simoncelli.
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Proprio sullo sfortunato pilota ha deciso di dare vita a un paragone davvero molto particolare, unendo MotoGP e F1, definendo il romagnolo molto simile a Gilles Villeneuve, altro grandioso campione molto spericolato, e per questo molto amato, che morì in pista a Zolder con la Ferrari nel 1982.
Non solo Simoncelli: parole al miele anche per Valentino Rossi
Per Scanzi però non ci sono dubbi su chi sia stato il numero uno assoluto della MotoGP dei tempi recenti, e forse di tutti i tempi, perché per lui nessuno è stato in grado di avvicinarsi a Valentino Rossi, che definisce senza mezzi termine come fenomeno.
Su Marquez invece racconta di avere una sorta di rapporto amore-odio, dato che riconosce assolutamente una qualità nettamente superiore alla media da parte dello spagnolo, ma allo stesso tempo non riesce a dimenticare il gesto del 2015, che lui stesso definisce “eticamente deprecabile“.
Non solo però appassionato di motociclette da guardare, ma anche da utilizzare, perché l’ottimo Scanzi infatti è un biker a tutti gli effetti e gran parte del merito va dato alla sua compagna Sara.
Il giornalista ha dichiarato infatti di possedere ben quattro motociclette, inizialmente con una Ducati Scrambler, per poi dedicarsi alla passione per le Harley Davidson, un vero e proprio marchio di fabbrica per tutti gli amanti delle due ruote.
L’ultimo suo acquisto è stata una Roadster 1200, ma nonostante il suo grande amore per le motociclette ha anche dichiarato che non è molto veloce e non gli piace sfrecciare al massimo della potenza, bensì si è definito come un “contemplativo”, quasi a dimostrare che il viaggio in moto sia una possibilità di stare all’aria aperta e godersi i paesaggi che ti circondano in prima persona.
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Ormai il suo mondo lavorativo è ben lontano dallo sport, ma Scanzi non dimentica mai le sue origini da appassionato di tennis, calcio e motociclismo, insomma un giornalista a tutto tondo con il grande amore per lo sport.