RM Sotheby’s ha battuto all’asta un modello mitico di Aston Martin, uno di quelli che hanno cambiato la storia del marchio.
Se c’è un marchio che in questi anni sta vivendo una seconda giovinezza, è quello della Aston Martin, una delle case automobilistiche più longeve e legata alla produzione sportiva e di lusso. Nata nel 1913 grazie a una intuizione del meccanico Robert Bamford e del pilota Lionel Martin, inizialmente si chiamò Bamford & Martin ed era una concessionaria per la vendita di automobili prodotte dalla Singer. Fu nel 1914 che i due soci realizzarono un prototipo da competizione in proprio, adattando un motore Coventry Simplex a un vecchio telaio Isotta Fraschini e vinsero la cronoscalata Londra-Aston Clinton. E proprio in ricordo di questa vittoria, fu deciso di rinominare il veicolo Aston Martin.
Oggi la casa inglese è una delle più famose al mondo, con modelli tra i più apprezzati come la Vantage, di cui ultimamente è uscita una versione limitata. Ma le sue auto sono state spesso scelte nella celebre saga di James Bond. Inoltre proprio nelle ultime stagioni è arrivata anche in F1, dove per il momento naviga con alterne fortune. E, come tanti altri marchi famosi, è pronta ora a sbarcare nel mondo delle gare di durata con un nuovo interessante progetto chiamato Valkyrie AMR Pro.
In questi giorni però è venuta a galla un pezzo di storia del marchio inglese, che è finito all’asta. Ed è un modello che ha letteralmente salvato la Aston Martin dal fallimento.
Ad essere venduta è stata una macchina particolare, la prima Aston Martin DB2 in assoluto, l’auto che alla fine degli anni ’40 ha davvero cambiato le sorti della casa inglese. Ed è stata venduta per oltre 250.000 sterline. Si tratta del primo modello prodotto da David Brown, prima di essere spedito in America e prendere parte alla 12 Ore di Sebring inaugurale. Dopo essere passato di mano diverse volte, questo modello ora è stato venduto da RM Sotheby’s.
E’ un’auto davvero rara e storica, che ha contribuito a spianare la strada agli iconici modelli DB4 e DB5 del marchio. Ma essendo il primo modello, la particolarità è che è stata venduta a pezzi. E quindi chi l’ha presa, per rimetterla in piedi, dovrà dare vita a un’opera di restauro molto importante e costosa. La Aston Martin DB2 arrivava dopo la DB1 che vendette solo 15 unità. E le premesse per la nuova auto erano tutt’altro che buone. Ma alla fine riuscì talmente bene che il marchio risollevò le sue sorti. Questo secondo progetto ebbe successo perché il motore a sei cilindri venne combinato con una nuova carrozzeria interamente in alluminio, che ha contribuito a rendere l’auto molto più potente.
Sebbene siano state vendute solo 411 unità, l’auto è stata percepita come un successo immediato, tanto che all’epoca Bill Boddy di Motor Sport la descrisse così: “La DB2 merita lodi sotto così tanti aspetti. È estremamente veloce, capace di 185 km/h. Il motore non è mai molto sollecitato, eppure è eccezionalmente fluido, la tenuta di strada, lo sterzo e la manovrabilità fuori dall’ordinario, il fattore comfort elevato. Una macchina superlativa, guidarla è un piacere epicureo”.
Come detto, questo modello appartenne anche al pilota amatoriale David Hirsch e ci ha gareggiato con il suo amico Bob Gegen alla 12 Ore di Sebring, senza grande successo, visto che un problema alla sospensione lo mise fuori gioco al 29° giro. L’auto è stata tenuta da Hirsch almeno fino al 1959, ed ha subito vari restauri, ma ora è tornata con il suo aspetto da fabbrica, con la carrozzeria pronta per il montaggio e la verniciatura. Servirà però tempo, pazienza e denaro per rivederla in tutto il suo splendore in strada.
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