L’auto elettrica potrebbe rappresentare il futuro della mobilità. Tuttavia, il piano UE contro i consumi pone dei forti dubbi su alcuni dettagli.
I puristi del motorsport e delle vetture sportive devono accettare una dura realtà: l’auto elettrica, ormai, rappresenta il futuro, anche in base alle direttive dell’Europa. Infatti, l’obiettivo è quello di portare al termine la produzione dei motori termici entro il 2035, anche se tutte le vetture “non elettrificate” potranno continuare a circolare oltre quella data, giungendo sino a fine vita.
Una piccola eccezione è stata concessa a chi produce le supercar, con costruttori come la Ferrari, la Lamborghini o altre loro pari, che avranno la possibilità di lavorare sui motori termici sino al 2040. A ben guardare, si tratta di una differenza davvero irrisoria, ed una casa come la Bugatti ha già deciso che non produrrà più supercar standard, ma si getterà totalmente sull’elettrico sin dal prossimo anno.
L’auto elettrica è una risorsa per il futuro, ma c’è da dire che le nuove tecnologie non entusiasmano affatto gli appassionati. Tanto per fare un parallelismo con il motorsport, la Formula E non interessa a nessuno, anche se vediamo quasi sempre le tribune piene alle gare.
L’unico motivo per cui ciò accade è che si corre nei centri delle grandi città, ma chi acquista il biglietto è quasi sempre un curioso, non un amante dei motori. Sui vari gruppi social si può leggere facilmente tutto il disappunto di coloro che non riescono ad accettarla, ma ormai le nuove tecnologie stanno invadendo tutti i rami del mondo dei motori. Anche la F1, in particolare dal 2026 con le nuove power unit, andrà sempre di più nella direzione del “green”, e difficilmente si potrà tornare indietro.
Tornando al discorso relativo alle strade di tutti i giorni, va detto che, soprattutto in Italia, vigono ancora delle problematiche non da poco. Infatti, tanto per fare un esempio, mancano sulle Autostrade le colonnine per le ricariche, che in base ai dati sono presenti su ben poche poche stazioni di servizio, e solo una piccolissima parte di esse garantiscono la massima potenza. La soluzione perfetta sarebbe la ricarica presso la propria abitazione, ma anche su quel fronte non mancano i problemi.
L’Unione Europea ha diffuso poche ore fa una road map con l’obiettivo di ridurre i consumi di energia, e ciò rappresenta un problema non da poco per gli automobilisti, in particolare per coloro che detengono una di queste due tipologie di veicoli: l’auto elettrica e l’ibrida plug-in, che necessita della colonnina di ricarica per far ricarica le parte non spinta dal motore endotermico.
La gran parte dei contatori di energia, nelle case degli italiani, ha una potenza di 3,3 kW, e l’obiettivo è quello di far scalare tale spinta anche a 2,3 kW. Cosa succederebbe in tal caso? I cittadini non potrebbero utilizzare, almeno nello stesso momento, un certo numero di elettrodomestici, con gravi disagi nell’organizzazione delle questioni domestiche, anche se la bolletta andrebbe sicuramente a beneficiarne.
Vi starete sicuramente chiedendo cosa c’entra l’auto elettrica in tutto questo, ma la risposta è semplice: in molti ricaricano questa tipologia di vetture, e le plug-in ibride, proprio a casa, ma una diminuzione dell’energia disponibile renderà praticamente impossibile tale operazione, almeno per un lungo periodo ogni giorno.
Per snocciolare qualche dato, per ricaricare una Fiat 500 elettrica ad una potenza della corrente di 13 Ampere, occorrono circa 15 ore in media, e scendere da 3 a 2 kW equivarrebbe ad aumentare i tempi di ricarica di quasi un giorno intero, visto che stiamo parlando di qualcosa come 20 ore in più rispetto al normale.
Capite bene che le problematiche sul tavolo sono tante, forse anche troppe da gestire. Effettivamente, una soluzione per ridurre i consumi è diventata obbligatoria, ma è normale che su qualcosa si sarà costretti ad intervenire. Nelle prossime settimane, prima dell’inizio dell’inverno, verranno date delle risposte.
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