Nel mondo dell’auto, si sono alternate diverse decine di modelli che hanno fatto la storia. Alcune sono state fondamentali per le case.
L’auto è il mezzo di trasporto più comune che esista sulla faccia della terra. Dopo la seconda guerra mondiale ed i primi boom economici, questo veicolo ha iniziato a spopolare in tutto il mondo, trasformandosi da un’esclusiva per pochi fortunati ad un mezzo necessario per tutti i comuni cittadini.
Ovviamente, ne esistono di diversissime titpologie, come le utilitarie, le berline, le station wagon, fino ad arrivare alle magnifiche supercar che ci regalano marchi come la Ferrari, la Lamborghini, o anche le Hypercar di Bugatti e Pagani. La tecnologia attuale ha permesso di sviluppare delle vetture che, al loro interno, sono dei veri e propri computer, in grado di garantire un enorme comfort al guidatore ed ai passeggeri.
Il mondo dell’auto ha conosciuto un grande sviluppo proprio grazie alla tecnologia, che ha permesso di guardare verso nuovi lidi negli ultimi anni. L’obiettivo dei governi è quello di andare verso una transizione ecologica, puntando sull’elettrico e sull’idrogeno, iniziando a scartare i carburanti tradizionali.
Come sappiamo, le vetture diesel dovrebbero sparire attorno al 2030, ma un lustro più tardi potrebbe terminare anche l’epopea di quelle a benzina. Questo significherebbe la fine dei veicoli a motore endotermici, anche se in pochi anni potrebbero cambiare tanti parametri sino a rivoluzionare ciò di cui siamo a conoscenza oggi.
L’universo legato alle auto è ovviamente fatto di grandi introiti economici, di case costruttrici che ora ci sembrano inattaccabili, ma che in passato hanno vissuto momenti molto difficili. In Italia, in tempi recenti, ci ricordiamo del crack sfiorato della FIAT di un paio di decenni fa, che solo l’arrivo di Sergio Marchionne riuscì a scongiurare.
Tornando ancora più indietro, si scopre di produttori di auto come Porsche, BMW e Bentley, le quali hanno vissuto dei momenti da incubo. Queste case sono state salvate letteralmente dall’immissione sul mercato di modelli che hanno poi fatto il botto di vendite, consentendo ai loro costruttori di tirare avanti.
La Porsche deve la sua fortuna alla 911 Boxter, anche se non tutti lo avrebbero immaginato. Molti di voi potrebbero dire che la Cayenne è stata la salvatrice della casa automobilistica di Stoccarda. Tuttavia, Porsche non sarebbe mai stata in grado di costruire la Cayenne se non fosse stato per la piccola Boxster.
Attualmente, Porsche è il marchio più redditizio del gruppo Volkswagen, ma negli anni Novanta ha vissuto il suo periodo nero. Porsche aveva bisogno di un miracolo sotto forma di auto, e ne aveva bisogno in fretta. Ed è venuto direttamente dal Cielo. Una roadster economica che trae ispirazione da modelli leggendari come la 550 spider e la 356 cabriolet, con molte parti condivise con la 911. Insieme ad una linea di produzione migliorata, Porsche è finalmente riuscita a tagliare i costi di produzione del suo funzionamento.
Tutto ciò permise al marchio di Weissach di tirare un sospiro di sollievo, risparmiando molto denaro ed avviare, in seguito, la produzione della storica Cayenne, che venne poi vista come simbolo del rilancio di questa storica casa. Ad oggi, la Porsche viaggia in ottime acque e, come detto, è il marchio di riferimento del gruppo Volkswagen.
Anche la BWM ha affrontato un periodo nero, ma per riscoprirlo bisogna tornare agli anni Cinquanta. All’epoca, l’azienda tedesca stava faticando a causa di alcuni modelli poco venduti come il 501, 503 o 507. Ma, nel 1959, al Salone di Francoforte, la BMW ha presentato i modelli 700, che utilizzavano un 697 montato posteriormente Motore bicilindrico parallelo ispirato alle moto prodotte proprio dal marchio di Monaco stesso.
Inoltre, utilizzava una struttura monoscocca, che la rendeva nettamente migliore da guidare. La BMW ha continuato a vendere quasi 188.000 modelli prima della fine della produzione nel 1965. È pazzesco pensare che senza il 700, la BMW oggi, con tutta probabilità, non esisterebbe nemmeno.
Di questa lista fa parte anche la Bentley Continenatl GT, emessa sul mercato nel 2003, un periodo in cui il marchio inglese vendeva solo mille auto l’anno. La GT, in pochi mesi, portò le vendite a quota 7 mila. Incredibilmente, un destino simile stava capitando anche alla Lamborghini, che venne letteralmente salvata dalla Gallardo.
Dopo soli nove anni dalla sua fondazione, Ferruccio Lamborghini vendette la maggioranza dell’azienda. Dal 1972, sei diversi proprietari avevano cercato senza successo di rendere redditizio il marchio. Nel 1997, prima dell’acquisizione tedesca, Lamborghini stava affrontando il peggior periodo, relativamente alle vendite, della sua storia.
Ma quando è entrata la Volkswagen, la svolta fu a dir poco immediata. In primo luogo, hanno introdotto un nuovo modello di punta, la Murcielago. Non era una supercar entry-level, quindi la VW sapeva che non sarebbe stata una grande fonte di guadagno. Quel ruolo era riservato alla V10 Gallardo, una supercar più piccola e più abbordabile.
Solo nel suo primo anno, Lamborghini ne ha vendute 900, un record istantaneo per il marchio. Alla fine dei suoi dieci anni di vita produttiva, furono vendute non meno di 14.022 Lamborghini Gallardo, una cifra superiore a tutte le altre vetture della casa bolognese precedenti alla sua messa insieme.
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