Negli USA qualche appassionato tiene in vita ancora l’Autocycle Pulse, un mezzo che negli anni Ottanta era davvero rivoluzionario.
Su Internet c’è un mezzo che ancora oggi gira, di tanto in tanto, per le strade. In particolare in America, dove diversi hanno deciso di prenderlo. Ma non si tratta di un’auto o una moto. E’ una sorta di ibrido tra queste due e un jet. Fu creato negli anni Ottanta e divenne un mito. Il suo nome è Autocycle Pulse, creata da Jim Bede, un ingegnere aeronautico appassionato di due e quattro ruote, che aveva progettato di tutto, dai kit di velivoli leggeri da assemblare a casa ai jet. Un vero e proprio personaggio, che addirittura con un’altra sua creatura, il piccolo jet monoposto BD-5J è finito nella scena di apertura di un film di James Bond.
Beda voleva trasferire la sua passione per gli aerei sull’asfalto e per farlo ha deciso di regalare al suo mezzo a due ruote (o quasi) una forma quanto di più simile a un jet dell’epoca. Ed è così che è nato questo stranissimo mezzo, che è entrato nel mito ma che ancora oggi qualche fortunato riesce a portare in strada per un giro, seppur breve
Autocycle Pulse, ecco come è nato
Questo mezzo utilizza la fusolieria del BD-5, mentre dentro c’è lo spazio per due passeggeri seduti uno dietro l’altro, proprio come in un aereo (o in una moto). La cabina è in plexiglas scorrevole, come in un aereo, ma con due ruote in tandem. Per migliorare la stabilità, su ciascun lato il creatore ha aggiunto una coppia di piccole ali che equipaggiano una piccola ruota stabilizzatrice da 8″. Una forma che, a bene vedere, ricorda molto i mezzi che nel deserto vanno a caccia del record di velocità, ma in piccolo.
L’idea del suo creatore era quella di realizzare un veicolo che consumasse pochissimo carburante, che fosse leggero e aerodinamico, e per spostarli utilizzasse motori di moto, che all’epoca erano infinitamente “bevevano” molto meno degli enormi, pesanti e poco ecologici motori V6 e V8 delle auto americane. Alla fine Bede tirò fuori un veicolo che legalmente era considerato una motocicletta, a due ruote in tandem, con il nome “GCRV”, Ground Cruising Recreational Vehicle, sebbene non fosse obbligatorio indossare il casco poiché i suoi occupanti indossavano le cinture di sicurezza.
La sua prima idea è stata quella di sviluppare un kit del BD-200 “da assemblare in casa”, poi però ha cambiato idea e ha iniziato a vendere i piani del suo progetto in modo che chiunque volesse costruirsi la propria Autocycle Pulse a casa, poteva farlo. E al prezzo di 20 dollari. Ma il manuale era davvero molto grande, ma c’era spiegato come creare questo mezzo passo dopo passo partendo da uno scrambler dell’epoca.
Per realizzare il primo prototipo, creato dal meccanico Doug Walsh, è stato utilizzato un bicilindrico Honda CL360, tagliando il telaio in acciaio per adattarlo alla nuova forma. La struttura è stata rinforzata ai lati con una struttura a nido d’ape artigianale, realizzata con lamiere di alluminio riempite con lattine di Pepsi. Per il secondo prototipo invece fu utilizzato un telaio Kawasaki GPZ1100 ed è stato montato un motore bicilindrico Honda CM400A Hondamatic con cambio automatico del 1978.
Nel cockpit è stata installata la strumentazione della CM400A Hondamatic, più alcuni indicatori analogici extra. Il consumo di questo mezzo era di 140 chilometri per ogni gallone di benzina (4,5 litri). E dopo la sua realizzazione, Bede decise di presentarlo al pubblico americano in diverse manifestazioni, finchè non riuscì a ottenere un contratto per costruire la sua Autocycle Pulse. Nel 1982 vennero vendute le prime 21 unità con il marchio Litestar con motore Honda CM400A. Nel corso della sua esistenza ebbe diverse motorizzazioni, la prima fu la Yamaha XS 400, a cui seguì un motore Honda V45 Magna V4. Le ultime unità montarono il motore boxer a sei cilindri della Honda Gold Wing 1500 del 1988.
Ma nel corso della sua esistenza, alcuni utenti hanno cambiato il motore originale con un altro, installando l’ultimo sei cilindri boxer da 1.800 cc della Honda Gold Wing, V4 dalla Honda VF750F o il bicilindrico Kawasaki da 500 cc. E di questa Pulse esisteva anche una versione elettrica.
Ancora oggi esiste un club di utenti attivo che mantiene in vita un gran numero di Autocycles Pulse, con manuali, pezzi di ricambio e mercatino dell’usato. E c’è chi se la ricorda per qualche apparizione in Ritorno al Futuro II e Free Guy.