Il gioco del poker, fin dagli albori, ha sempre viaggiato sul confine della legalità. Ma cosa rischia chi viene scoperto a barare al tavolo verde? E se sei stato truffato in questo modo, c’è modo di ottenere giustizia o meglio lasciar perdere?
Se già il gioco di per sé comporta qualche rischio o comunque zone d’ombra, cosa dice la legge circa chi viene colto con le mani nel sacco a barare? Si tratta certamente di una condotta che va contro ogni norma giuridica e di buona condotta sociale. Ma le pene previste possono essere davvero notevoli.
Vediamo quindi, in modo semplice, cosa si rischia quando si decide di giocare a poker in una casa da gioco non autorizzata o si partecipa a qualche partita privata organizzata in appartamenti o locali non aperti al pubblico e, a maggior ragione, quali sono le pene previste per chi addirittura viene pizzicato a barare.
LEGGI ANCHE >>> Il poker è un gioco d’azzardo? Quando la legge non è uguale per tutti
Indice dei contenuti
Il gioco del poker in Italia è legale?
Ancor prima di andare ad analizzare nello specifico cosa rischia chi viene beccato a barare o chi finisce in una retata in qualche bisca clandestina, occorre fare chiarezza se in Italia si ao meno lecito in generale il gioco con in premio somme in denaro. Stando al codice penale, è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno e con l’ammenda non inferiore a 206 euro chi, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero in circoli privati di qualunque specie, propone un gioco d’azzardo o lo agevola (Art. 718 cod. penale). La legge prevede una sanzione anche per chi è colto a prendere parte al gioco d’azzardo, punendolo con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 516 euro (Art. 720 cod. penale).
La pena è inoltre aumentata per tutti coloro che sono sorpresi a partecipare al gioco d’azzardo in una casa da gioco o in un pubblico esercizio, ovvero per tutti coloro che hanno messo in gioco poste economicamente rilevanti. In caso di condanna per l’una o l’altra contravvenzione, è sempre ordinata la confisca del denaro esposto nel gioco e degli oggetti ad esso destinati.
Barare al tavolo da gioco è un reato?
Inquadrata la questione legalità del gioco, andiamo ora a vedere se barare è reato e quali rischi corre chi viene pizzicato a imbrogliare i propri avversari. Per prima cosa occorre fare la distinzione tra chi decide di barare partecipando ad una partita di un gioco legale e chi, invece, prova a barare a un gioco già di per sé illegale o non autorizzato. Nel secondo caso, come visto sopra, è già passibile di sanzioni relative alla partecipazione a un gioco non ammesso. Anche la parte lesa, il truffato quindi, essendo anch’egli implicato nell’illecito, difficilmente potrà avere tutela legale per ottenere giustizia o vedersi restituire il maltolto tramite le vie previste dalla legge italiana.
Chi invece subisce un imbroglio nel momento in cui sta partecipando a un gioco legale e autorizzato, allora può contare sul supporto dello Stato per vedere punito il malfattore e avere anche qualche speranza di ottenere una restituzione di quanto sottratto in modo truffaldino. Stando al codice penale, l’atto di barare al gioco, in certe circostanze, rientra nel reato di truffa. L’art. 640 del cod. penale infatti stabilisce che:
“chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo altri in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 51 a 1.032 euro”
In quali casi barare a poker non configura una truffa
Affinché chi viene pizzicato a barare al tavolo incorra nel reato di truffa, è necessario che siano presenti alcune condizioni. È necessario cioè che il baro abbia attuato una condotta tale da aver ingannato gli altri partecipanti al gioco con metodi sleali. Il fatto, ad esempio, di contare le carte a blackjack o riuscire a calcolare ad occhio la zona di arrivo della pallina di una roulette non è considerato truffa. Stando nell’ambito del poker, comportamenti come lo sbirciare le carte dell’avversario o ricevere segnali da giocatori esterni alla partita che sono riusciti a notare qualcosa che al giocatore è sfuggito, per quanto scorretto, non configura comunque il reato di truffa.
Questo tipo di reato infatti presuppone che venga volutamente e in modo premeditato messa in atto una messinscena atta ad indurre in errore gli altri giocatori. La truffa presuppone cioè la preparazione di uno scenario ingannevole al fine di arricchirsi a danno di un terzo in modo illecito.
Quando barare è considerato una truffa
La truffa si verifica quando vengono attuati imbrogli più elaborati e che riguardano lo scenario generale. Parliamo cioè di azioni come il truccare le carte o il mazzo in qualche modo, utilizzare dispositivi tecnologici come ad esempio lenti o occhiali particolari che permettono di riconoscere le carte dell’avversario, segnalare o ricevere comunicazioni da parte di complici attraverso auricolari nascosti o dispositivi di segnalazione a distanza come ad esempio un dispositivo che emette vibrazioni tenuto in tasca o al polso.
Altro caso molto presente nel poker riguarda la collusione. Parliamo quindi dell’accordo segreto e irregolare tra più giocatori al fine di ottenere un vantaggio illecito spingendo per forza di cose l’avversario in errore. Più raro e di difficile applicazione in partite dal vivo, la cosiddetta collusion è una delle truffe più diffuse nel gioco del poker online. Chi decide di partecipare a queste partite crede, come è giusto che sia, di avere le stesse opportunità di vincere degli altri giocatori. Ma nel caso in cui dei giocatori sono tra di loro in accordo e si scambiano informazioni non disponibili a tutti o addirittura mettono in campo strategie di gioco atte a favorirsi l’un l’altro, possono ottenere quel vantaggio sleale a danno degli altri giocatori al tavolo di cui parlavamo poco fa.
Naturalmente affinchè tutto questo configuri il reato di truffa è necessario che da tali azioni scorrette derivi un vantaggio economico per chi compie l’atto di barare. In altre parole non commette reato chi prova o riesca a barare in un gioco dove non ci siano vincite in denaro o altri beni. Nei casi più importanti, quando cioè sono coinvolte più di tre persone nel raggiro o ci sia una stabile organizzazione finalizzata al ripetersi delle condotte criminose, il reato di truffa può comportare anche diverse aggravanti.
LEGGI ANCHE >>> Otto Witte: la truffa del clown che venne incoronato Re d’Albania
Cosa fare quando siamo stati vittima di un baro
Nel caso abbiamo scoperto un nostro avversario barare e abbiamo subito di conseguenza un danno economico, l’unico modo di ottenere giustizia in modo regolare consiste nel segnalare l’accaduto alle autorità preposte sporgendo denuncia o querela per truffa. In questo modo sarà possibile per la giustizia precedere penalmente contro il truffatore e noi potremo quindi costituirci parte civile nel processo per chiedere la restituzione di quanto sottratto illecitamente, oltre ad eventuali danni subiti a causa dell’accaduto.
Naturalmente sappiamo bene come funziona la giustizia in Italia. I tempi dei processi sono lunghi e tortuosi, le spese da anticipare spesso non sono proprio cifre irrisorie e, in assenza di prove o testimoni, può diventare decisamente un tour de force davvero “antipatico”. La cosa migliore, come in tutte le cose, è cercare di prevenire il più possibile. Evitiamo quindi contesti non regolari.
Come prevenire al meglio il rischio di truffa nel poker
Le bische clandestine o le partite private organizzate da gente poco raccomandabile non sono proprio ciò che si definisce “giocare in sicurezza”. Il primo, ovvio, motivo è la facilità con cui un delinquente può barare in quelle circostanze. Senza adeguati controlli come possono esserci in casinò o case da gioco strutturate, con controllori e video sorveglianza, chi vuole barare ha la strada in discesa. Il fatto poi di giocare in contesti dove gli impiegati sono pochi e spesso amici stretti del gestore, rende più semplice accordarsi per organizzare condotte truffaldine. In contesti più strutturati possiamo contare innanzi tutto su un maggior numero di impiegati e organizzatori.
Questo di per sé rende più faticoso accordarsi o corrompere tutti affinché il truffatore riceva supporto o compiacenza. In secondo luogo, in caso di dispute, la testimonianza rilasciata da un ispettore della casa da gioco, magari corredata da prove raccolte dalle telecamere di sicurezza, certamente può giocare un ruolo cruciale nell’ottenere la giustizia in seguito a un torto subìto. Decisamente meglio è quindi fare qualche chilometro in più per trovare una casa da gioco come si deve o perdere un po’ di tempo per le liste di attesa frequenti in molti casinò, rispetto a doversi imbarcare in qualche contesa legale, magari contro persone che davvero hanno poco da perdere, non ha certo paragone sotto tutti i punti di vista.