Se ci troviamo tra player non proprio dilettanti o, peggio, giochiamo online invece dal vivo, bilanciare i range nel poker è un accorgimento che contribuirà certamente a rendere il nostro gioco meno prevedibile.
Se il livello dei nostri avversari non è troppo basso, le proporzione di mani con cui giochiamo per valore o in bluff, ma anche quante mani in generale giochiamo, viene notato facilmente dagli altri giocatori.
È di fondamentale importanza bilanciare i range. Molto banalmente significa non renderci troppo prevedibili giocando sempre allo stesso modo, ma onde evitare di buttar via troppo soldi inutilmente, è necessario imparare a farlo solo quando serve e, soprattutto, farlo come si deve.
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Bilanciare i range significa in poche parole far sì che le nostre giocate non vengano associate facilmente al nostro tipo di mano. Rendendoci di fatto facilmente “leggibili” da tutti. Per evitare questo problema, dovremmo appunto bilanciare le mani che giochiamo in un certo modo, eseguendo esattamente le stesse azioni, ma questa volta magari in bluff, in semi bluff oppure con un progetto.
Per capire la dinamica è utile vedere la questione con gli occhi del nostro avversario. Sta giocando contro di noi e nota subito che apriamo pre flop molto di rado e quasi sempre in modo aggressivo. Nota anche che al flop proseguiamo con una continuation bet solamente circa la metà delle volte. È anche palese poi che se arriviamo allo showdown è perché abbiamo un punto forte chiuso o una starting hand premium, quasi sempre migliorata tra flop, turn e river.
Quando il nostro avversario che ha annotato mentalmente queste informazioni, quanta difficoltà avrà a capire la forza della nostra mano quando ci troviamo testa a testa e puntiamo forte per farci seguire? Se immaginassimo il caso opposto, se giocassimo quindi molto loose ed è un bluff continuo da parte nostra, otteniamo lo stesso risultato. Portando il discorso all’estremo, se giochiamo sempre e solo nello stesso modo quando abbiamo un certo tipo di mano, tanto vale scoprire la nostra mano e giocare a carte scoperte.
Come sappiamo il poker è un gioco basato sulle informazioni. Maggiori saranno le conoscenze che abbiamo raccolto sugli avversari con i quali ci misuriamo, maggiori saranno le nostre chance di interpretare correttamente le loro intenzioni e agire di conseguenza. Per i nostri avversari naturalmente vale lo stesso discorso.
Consideriamo anche che qualora giocassimo abitualmente online piuttosto che live, la cosa diventa ancor più importante. Quando giochiamo online ogni nostra azione viene registrata.
Esistono diversi software leciti e accettati da ogni poker room che tengono traccia di ogni mano che un certo player gioca. Naturalmente i database non sono condivisi tra i giocatori, quindi ciascuno può vedere solamente storici e statistiche che riguardano mani in cui il player in questione era effettivamente al tavolo, questo per far sì che questi programmi siano un semplice supporto mnemonico senza fornire informazioni che non sarebbe possibile raccogliere direttamente con carta e penna.
Ciò significa che, come è ovvio che sia, nel momento in cui incontriamo qualcuno per la prima volta, o comunque ci abbiamo giocato poco insieme, non c’è un grosso problema in questi termini. Nel caso però in cui, al contrario, abbiamo condiviso il tavolo giocando migliaia di mani con la stessa persona, è possibile che questi abbia delle informazioni abbastanza accurate circa il nostro gioco e, qualora non fossimo stati attenti a bilanciare i nostri range, è facile che le nostre azioni diventino talvolta fin troppo prevedibili e ciò non giova certo alle nostre tasche.
L’importanza, come già accennato, sta appunto nel rendere più difficile la vita ai nostri avversari portandoli più spesso a commettere errori. Ricordiamo sempre l’antico adagio che recita:“Nel poker non vince chi fa le giocate migliori in assoluto, ma chi commette meno errori”
La cosa più difficile tra tutte è forse proprio la padronanza nella lettura del tipo di gioco degli avversari. Chi riesce a far bene questo, in genere parte già con due o tre lunghezze di vantaggio. Se poi con il nostro gioco sempre uguale e prevedibile andiamo a servirgli la pappa pronta in tal senso, non credo che possiamo andar molto lontano. Il modo migliore per non diventare col tempo un libro aperto? Dal momento poi che non è certo fattibile non giocare e morire di bui per non dare info preziose, la strategia migliore consiste proprio nel confondere le acque disseminando qua e là delle false piste.
Per capire come bilanciare i range in maniera adeguata, partiamo col definire alcuni termini. Diciamo che un range è:
Immaginiamo ora che ci siano tre parametri composti da tre tipologie di mani: i bluff, i draw e le made hands. I bluff e draw sappiamo bene cosa sono, naturalmente. Per made hands intendiamo quelle mani che hanno già un punto chiuso e quindi abbiamo valore di showdown. Sono ad esempio un colore o una scala già chiusi e così via. Le mani insomma con cui pensiamo di essere avanti o avere buone chance di vincere il piatto qualora si andasse allo showdown.
Ora usiamo questi tre parametri per analizzare il gioco in una situazione definita. L’esempio più banale a riguardo in genere si fa sulla continuation bet. Con continuation bet indichiamo la puntata che si fa al flop, sia che siamo fuori posizione e quindi i primi a parlare, sia che puntiamo al flop, dopo che l’avversario che ha chiamato pre flop il nostro raise, fa check.
Siamo in tavolo cash game NL Hold’em con bui $2/$4. Pre flop siamo in middle position e facciamo raise $14 con A
Il pot è quindi di 34$ e il flop recita: A
Hero bet: $22
Oppo: ???
In una situazione del genere presumo che chiunque cerchi il call, in quanto battiamo quasi qualunque range di call pre flop dell’avversario. Ma quante chance abbiamo che questo non fiuti il pericolo? Poniamo ora tre scenari:
Nella situazione descritta dal primo punto, facilmente un avversario accorto riconoscerà lo schema e si adeguerà di conseguenza. Da quanto sappiamo sembra abbastanza evidente che se facciamo continuation bet su un flop del genere è perchè abbiamo chiuso un punto che riteniamo decente. Addirittura passiamo quasi sempre se siamo blank su un nostro check e conseguente puntata avversaria.
Di fronte a un pattern di questo tipo risulterà abbastanza scontato per un avversario andarci coi piedi di piombo quando ci vede piazzare una continuation bet, magari con qualche draw per il nuts anche senza odds, perchè ha capito che qualora lo chiudesse noi siamo pieni e se ci supera può massimizzare la mano sfruttando le implied odds su cui sa di poter contare grazie al modo prevedibile con cui stiamo giocando.
Quando poi ci vedrà fare check sul flop, saprà anche che molto probabilmente non abbiamo chiuso un punto che ci fa sentire sicuri e passiamo spesso su una puntata. Questa constatazione spingerà gli avversari più attenti a bettarci contro in bluff con molte più chance di andare a segno, date le informazioni sul nostro gioco che abbiamo mostrato.
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Premesso che le descrizioni portate sono un po’ estremizzate per rendere meglio evidenti le differenze, realmente ci sono player che adottano pressoché sempre la stessa identica strategia ogni volta che si presenta lo stesso tipo di situazione. Se abbiamo finora giocato come descritto nel punto 2, tralasciando anche tutte le altre informazioni disponibili, possiamo dire con buona cognizione di causa che se voltassimo le nostre carte e tutti le vedessero, otterremmo risultati non molto diversi rispetto a tenerle nascoste.
Molto banalmente è palese qui che di fronte a una continuation bet probabilmente non abbiamo hittato e siamo in bluff, se facciamo check-call al flop abbiamo una mano che deve migliorare e se facciamo check-raise siamo abbastanza pieni già qui al flop. Banalmente per batterci sarà sufficiente procedere in questo modo:
In una situazione del genere, una volta che gli avversari hanno capito lo schema, se non prendiamo subito dei provvedimenti non andremo mai da nessuna parte. Salvo enormi aiuti da parte della dea bendata chiaramente, ma è ovvio che non sia una buona idea basare le speranze su quello.
Come è facile intuire, questo è un buon esempio di range bilanciato. Sia che dopo il nostro raise pre flop il nostro avversario si trovi di fronte una continuation bet, sia ci veda fare check, non potrà intuire con la stessa facilità dei primi due esempi quale tipo di mano nascondiamo.
In questo modo avrà meno informazioni accurate a disposizione e più facilmente commetterà errori. Il che banalmente si traduce in maggior profitto da parte nostra.
Un errore frequente quando ci focalizziamo sul bilanciare i range è quello di esagerare o di farlo in momenti sbagliati, a discapito di altri fattori del gioco. Anche ben più importanti a dirla tutta. Potrà magari sembrare scontato, ma fare un bluff ogni tanto con l’unica finalità di non mostrare un gioco troppo prevedibile, non basta a giustificare l’investimento di per sè. Va bene quindi fare qualche bluff o giocare diversamente dal solito un draw o una monster, anzi è proprio ciò di cui stiamo parlando dall’inizio, ma non mixando a caso. Il giocare in modo diverso la stessa mano, deve essere parte della strategia e diventare di base un’abitudine, puntando per valore quando dobbiamo farlo e in bluff quando pensiamo che se ne presenti l’occasione. Non dobbiamo inventare una giocata a perdere giusto per mostrare che non giochiamo sempre e solo pieni.
Se invece per mille motivi non siamo abituati a fare delle bet in bluff o giocare diversamente determinate mani, una buona strategia può essere quella di darci una sorta di linea guida personale, che però gli avversari non possono intuire e ci lascia comunque altre ancore di salvezza. Ad esempio possiamo decidere che, se le condizioni sono propizie, faccio continuation bet al flop anche quando ho delle backdoor o cose simili. In questo modo non abbiamo bisogno di fare dei bluff totali se non ce la sentiamo e di contro otteniamo comunque un range più bilanciato. Senza peraltro scoprire troppo il nostro modo di giocare.
Riassumendo abbiamo visto come sia importante bilanciare i range del nostro gioco quando ci misuriamo con un field di avversari di buon livello o giochiamo online. Abbiamo anche parlato in generale di come farlo in modo corretto. La cosa importante è però sempre la stessa. Far diventare questi accorgimenti un’abitudine e non cadere nell’errore di scambiare il mezzo per il fine e viceversa. Il fine, in questo caso, è sempre battere gli avversari vincendo più fiches e perdendone meno. Bilanciare i range è solo uno dei mezzi per ottenere quello scopo.
Non deve in alcun modo diventare quello il fine, ossia perdere deliberatamente dei soldi o delle fiches solo per renderci meno prevedibili. Anche perchè probabilmente sia nel breve che nel lungo periodo questo si rivelerà un investimento profittevole.
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