Quando i bari non sono umani: i bot nel poker online

Nel poker online creatività e ingegno di bari e truffatori non ha limiti. Alcuni di questi per vincere scorrettamente utilizzano i bot: programmi più o meno sofisticati in grado di giocare al posto di un giocatore in carne ed ossa.

bot nel poker

Fin dalla sua nascita, il poker online è stato bersaglio di qualsiasi tipo di attacco. A partire dagli hacker che cercavano di attaccare direttamente la poker room per rubare i dati delle carte di credito degli utenti o manipolare i software di gioco per ottenere vantaggi illeciti, fino ai furti di account e gli attacchi portati avanti direttamente a danno dei giocatori.

Un tipo di truffa abbastanza comune fin dagli albori del gioco online è stata l’utilizzo di bot. In questo modo un truffatore poteva lanciare all’attacco una schiera di giocatori “fasulli” che, eseguendo algoritmi più o meno sofisticati, giocavano al posto loro macinando denaro, sempre a discapito dei player onesti che cercavano di vincere solamente grazie alla propria abilità ed esperienza. Ripercorriamo un po’ la storia e l’evoluzione di questi giocatori bot e vediamo come poterci difendere da queste riprovevoli condotte.

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Cos’è un bot nel poker online

Con il termine bot possiamo definire più o meno qualsiasi programma (o Intelligenza Artificiale) che accede alla rete attraverso lo stesso tipo di canali utilizzati dagli utenti, molto spesso con lo scopo di simularne i comportamenti. Si chiamano bot ad esempio quei programmi che simulano i click o like sui social per aumentare i numeri di un profilo o pagina. Alcuni bot vengono utilizzati ad esempio da Google per compiere azioni automatiche circa la ricerca e l’indicizzazione dei siti. Insomma, possiamo tranquillamente dire che su internet operano forse più bot di vario genere, che utenti umani che effettivamente compiono delle azioni.

Fin dalla nascita del poker online, vuoi perchè le prime infrastrutture erano decisamente vulnerabili, vuoi che i primi utenti delle poker room online erano per la maggiore nerd e appassionati di informatica e programmazione, quello dei bot illegali è stato un grosso problema. Per le case da gioco, come è facile immaginare, ma anche e soprattutto per gli utenti. Un poker bot è quindi un programma che, in modo più o meno accurato, simula le azioni di un giocatore umano al tavolo.

I primi bot nel poker

Se agli inizi, quindi nel periodo che va dalla fine degli anni ’80 e il 2000, la maggior parte dei bot venivano sviluppati per questioni legate alla ricerca e la passione per il neonato mondo delle intelligenze artificiali e delle automazioni del lavoro legate all’esplosione della rete, dopo poco tempo in molti hanno fiutato l’opportunità di monetizzare questi strumenti. A partire dal 2000 abbiamo potuto assistere alla nascita di un vero e proprio mercato dei bot legati al gioco del poker online.

I primi esemplari, molto rudimentali e con funzioni poco elaborate, erano però molto complessi da programmare e da utilizzare. Per questo motivo il loro utilizzo richiedeva grandi competenze in campo informatico e di programmazione, oltre una padronanza molto elevata del gioco in sè. Come è naturale, se a programmare un bot c’è qualcuno che non conosce bene il gioco o non sa renderlo profittevole, il programma non faceva altro che eseguire istruzioni e replicare il gioco per come gli viene “insegnato”.

Le criticità dei primi modelli e dei bot più moderni

Oltre a essere molto complessi da utilizzare, i primi bot erano anche limitati nella loro efficacia. Seppur presentavano un discreto successo nelle varianti Limit, era pressochè impossibile ottenere grandi guadagni in varianti come il NL Hol’Em o il Pot Limit Omaha. Questo è dovuto al fatto che non avendo importi tandard di puntata, la quantità di variabili da tenere in considerazione (e da programmare di volta in volta) era troppo elevata. Un’altra considerazione da fare riguarda il livello medio di gioco. Se ai microlimiti i giocatori giocano in modo abbastanza semplice e prevedibile, man mano che si sale il gioco diventa decisamente complesso anche per un giocatore umano. Per un bot poco elaborato possiamo dire che letteralmente non ci sarebbe scampo.

Le applicazioni pratiche dei bot più comuni erano quindi relegate a giochi con puntate Limit, quasi esclusivamente ai microlimiti. Da un lato questa è una grossa limitazione. Fare soldi interessanti giocando ai microlimiti richiede una quantità enorme di tempo. La cosa poteva essere aggirata facendo giocare i bot per tantissime ore, ma anche questa soluzione presentava delle criticità, specialmente per quanto riguarda il non farsi smascherare dalle poker room online. Su queste, ricordiamolo, l’utilizzo di qualsiasi bot è sempre vietato.

Il testa a testa tra i bot e le poker room online

Negli ultimi due decenni abbiamo assistito a un continuo testa a testa tra le maggiori poker room online e i creatori/programmatori di bot. Da una parte queste sviluppavano algoritmi sempre più accurati nel distinguere un player in carne ed ossa da un bot, dall’altra c’era una continua corsa agli aggiornamenti per creare dei bot sempre più simili al giocatore reale e quindi che passasse in sordina senza farsi beccare dagli algoritmi di controllo. Inizialmente i bot venivano smascherati per i tempi di reazione, molto più regolari e ripetitivi rispetto a un giocatore umano. Poi lo scontro si è spostato sulla durata delle sessioni di gioco e il numero di tavoli seguiti in contemporanea.

Insomma, ad oggi, con la tecnologia attuale, è possibile ancora, almeno in linea di principio, utilizzare dei bot moderni ed elaborati in grado di eludere i controlli. L’abissale differenza sta nel fatto che sia diventato estremamente difficile e un bot che funzioni a dovere richiede una base hardware non indifferente, in primis, e una capacità di programmazione e gestione dei processi non certo alla portata di chiunque.

bot

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Il dibattito: legalizzare i bot?

Paradossalmente si è aperto un dibattito, che prosegue da diversi anni, circa la possibilità di regolarizzare l’utilizzo dei bot nelle piattaforme di poker online. Uno dei maggiori sostenitori della posizione che vorrebbe la regolamentazione dell’uso dei bot, e quindi la possibilità di utilizzarli secondo certe norme e regole da definire, è il pro player Barry Greenstein.

In questo modo, sostiene Barry, tutti i giocatori potrebbero avere la possibilità di decidere se vogliono giocare contro un bot o no. Ad oggi invece, non essendoci regolamentazione, se gioco contro un bot non ho modo di saperlo. La poker room, di contro, non ha ancora modo di poter garantire a tutti i giocatori una totale assenza di questi bot sui propri tavoli. Le motivazioni alla base di una posizione e l’altra sembrano tutte sensate. Vedremo con i nuovi sviluppi tecnologici e giuridici se la questione troverà finalmente un suo punto di congiunzione.

Come difendersi dai bot

Seppur le poker room online investano una quantità enorme di risorse per la prevenzione del problema, eradicarlo del tutto pare fuori dalla portata di chiunque. Nonostante quindi le maggiori case di gioco online arrivino ad avere anche centinaia di addetti dedicati, la responsabilità di proteggersi da questi attacchi resta sempre e comunque nostra.

Teniamo quindi gli occhi aperti. Se notiamo movimenti sospetti o schemi di gioco particolarmente ripetitivi, segnaliamo immediatamente la cosa al supporto. Lo staff delle poker room può accedere a dati che non ci sono disponibili e un controllo accurato da parte loro può facilmente fare emergere delle discrepanze evidenti con un modo di giocare normale di un player umano. I segnali più comuni che dovrebbero farci insospettire sono:

  • Statistiche molto simili. Se usiamo un poker tracker e abbiamo quindi a disposizione le varie statistiche di gioco degli avversari, possiamo notare se alcuni di questi hanno statistiche troppo simili. In quel caso potrebbe trattarsi di una “squadra” di bot programmati dallo stesso baro.
  • Stili di gioco e betting pattern simili. Come sopra, se notiamo che alcuni player hanno degli schemi di gioco più o meno uguali, un sospetto possiamo lecitamente sollevarlo.
  • Tempi di risposta identici o con uno schema simile e ripetitivo. I bot meno accurati spesso hanno tempi di azione più o meno sempre identici. Tolti quelli evidenti, come ad esempio un player che fa azione sempre dopo 5 secondi esatti, anche dei randomizzatori poco efficienti possono creare schemi di tempi di risposta ripetitivi. Anche qui, se abbiamo qualche sospetto, rivolgiamoci subito all’assistenza della poker room. Loro hanno modo di verificare velocemente la cosa e intervenire se opportuno.

Perché giocare contro un bot può essere un vantaggio

Abbiamo visto che quello dei bot non è un problema di così semplice soluzione. C’è però da dire che, tirando le somme, giocare contro un bot può essere per certi versi addirittura più favorevole, se abbiamo la giusta padronanza del gioco. In genere un bot non avrà un’abilità superiore a un giocatore umano di buon livello. Il problema e i rischi sembrano quindi essere più evidenti per le poker room stesse, che si vedranno costretta a pagare bonus e rakeback ai programmatori dei bot, piuttosto che per gli utenti che ci giocano contro.

Non dormiamo però troppo sereni, lo sviluppo costante della tecnologia permette di sviluppare bot sempre più potenti e con minori costi. Non è così impossibile che a breve le intelligenze artificiali più evolute diventino qualcosa di accessibile anche all’utente medio e si riparta con il testa a testa tra sicurezza delle poker room e utilizzatori di bot come in passato.
Come in tanti altri aspetti, l’unica cosa che possiamo fare è tenere sempre un livello di attenzione alto e cercare, per quanto possibile, di difenderci con i mezzi a disposizione.

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