Valtteri Bottas ha raccontato i peggiori momenti della sua vita, in cui ha rischiato di smettere di correre. Ecco cosa è accaduto.
Uno dei piloti più chiacchierati degli ultimi anni è Valtteri Bottas, che di punto in bianco si è ritrovato tra le mani la possibilità di guidare una Mercedes nel 2017. I suoi inizi, quattro anni prima, lo vedevano al volante della Williams, inizialmente in grossa crisi tecnica, poi rinata grazie alla partnership con la Stella a tre punte coincisa con l’era ibrida.
I primi podi sono arrivati nel 2014, precisamente con un terzo posto al Gran Premio d’Austria alle spalle di Nico Rosberg e Lewis Hamilton sulle inarrivabili frecce d’argento. La costanza ed i buoni risultati ottenuti portarono Toto Wolff a puntare su di lui dopo il ritiro dello stesso Rosberg, che lasciò un posto vacante nel team di Brackley.
Bottas non si fece sfuggire l’occasione, portandosi al fianco di Lewis nel ruolo di secondo pilota. La prima stagione fu molto buona, visto che alla terza gara in Bahrain arrivò la prima pole e subito dopo la prima vittoria in Russia. Valtteri riuscì a ripetersi in Austria e poi ad Abu Dhabi, chiudendo al terzo posto nel mondiale e contribuendo alla doppietta iridata della Mercedes.
Meno felice il 2018, unico anno nel team di Brackley in cui non ha portato a casa neanche un successo. Una foratura a pochi chilometri dalla vittoria a Baku ed un brutto ordine di squadra in Russia glielo impedirono, ma anche in quella stagione fu molto utile per aiutare il compagno di squadra. Vice-campione del mondo nelle ultime due stagioni, il finlandese sarà decisivo anche in Arabia Saudita e ad Abu Dhabi, dove potrebbe essere arbitro della sfida iridata prima di passare in Alfa Romeo Racing.
Bottas, il racconto di un passato difficile
Spesso ci dimentichiamo, vedendo le elevatissime velocità che raggiungono e le imprese che compiono, che i piloti di F1 sono esseri umani come noi. Con i loro sentimenti e le loro debolezze. Valtteri Bottas non si è vergognato di raccontarle alla stampa, in un’intervista rilasciata ad una delegazione di media suoi connazionali.
La sua crisi personale fu importante nel 2014, quando faceva dei pensieri piuttosto inquietanti: “Quando prendevo un aereo con mia moglie non avevo paura, perché il massimo che sarebbe potuto succedere era la morte in caso di caduta. Nulla aveva più importanza per me. Ero sempre affaticato, mi pesavo in continuazione per controllarmi, inoltre faticavo a dormire e mi svegliavo molto presto al mattino“.
L’intervista, riportata dal quotidiano finlandese “Iltalehti”, racconta la parte più difficile della vita di Bottas, che proprio in quel periodo iniziava ad ottenere dei risultati di rilievo: “Mia moglie mi diceva che avevo bisogno di un supporto, che stavo diventando una specie di fantasma. La morte di Bianchi fu un colpo molto brutto, ho avuto bisogno di tempo per elaborare quel lutto“.
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Il pilota della Mercedes ha addirittura ammesso di aver concretamente pensato al ritiro, in quanto la F1 era diventata una specie di ossessione. Nella sua testa non c’era nient’altro che il Circus e tutto quello che era collegato alle monoposto. Il finnico ha confessato di essersi rivolto ad uno psicologo, che lo ha aiutato a ritrovare la calma ed il giusto benessere fisico e mentale.