Il 2022 oltre ad essere l’anno della rivoluzione tecnica, sarà anche quello del ritorno di Briatore in F1. Ecco il suo pensiero.
Flavio Briatore è tornato. Dopo un’assenza lunga oltre un decennio seguita allo scandalo del GP di Singapore che vide protagonista Nelsinho Piquet, l’imprenditore piemontese, sollecitato dal patron Stefano Domenicali, da lui definito “una medaglia d’oro”, ha accettato un nuovo incarico all’interno della F1.
Gran Maestro dell’intrattenimento di élite come quello che si vive nei suoi locali esclusivi, dal Billionaire, al Twiga, per finire al più attuale Crazy Pizza, proverà a rifare il look ad un Circus diventato vetusto e, a suo dire, bisognoso di un restyling specialmente per quanto concerne le aree vip e gli show di contorno.
“Il mio intervento modificherà tutto, dal cibo, allo svago”, ha affermato a Il Corriere della Sera. “Dobbiamo far tornare la voglia di andare ai GP. Sarà un vantaggio anche per le squadre. Deve trasformarsi in un’esperienza unica“, ha proseguito esaltando il contributo portato dalla serie Netflix “Drive To Survive” e da Liberty Media, subentrata a Bernie Ecclestone.
Per Briatore un solo rimpianto e riguarda la Ferrari
Decisamente soddisfatto dello sport americanizzato dalla nuova proprietà, il 71enne ha preso l’esempio di suo figlio per sottolineare l’importanza di convertire i piloti ai social network.
“Gli eroi di Nathan Falco sono Russell, Gasly, Norris, ragazzi che divertono su Instagram, TikTok. Parlano un altro linguaggio rispetto ad Alonso. Se i giovani sono tornati ad appassionarsi è grazie alle piattaforme sociali. E poi il duello Verstappen-Hamilton ha riavvicinato anche chi si era allontanato. È stata una competizione incredibile“, ha considerato guardando ad un futuro molto ravvicinato fatto in gran parte di comunicazione.
Aprendo il capitolo Cavallino il manager di Verzuolo, come tutti spera in una zampata. “Ora che si sono rimescolate le carte, mi auguro una sua vittoria, o almeno che torni al essere competitivo. Sarebbe necessaria una ristrutturazione interna? Non credo. Ci sono stati numerosi cambiamenti e non so quanto abbiano giovato“.
E se tra gli stravolgimenti ci fosse un suo ingaggio ai vertici, Briatore accetterebbe?
“Non mi hanno mai chiamato e ci siamo sempre trovati l’uno contro l’altro, prima alla Benetton e poi alla Renault. Alla Rossa non si può dire di no. Chi lo racconta dice bugie. Quando Schumacher mi disse che stava parlando con Maranello, capii subito che era il suo sogno. Si tratta di una realtà unica”.
E proprio a proposito di Michael, in condizioni critiche dal lontano 29 dicembre 2013 quando fu vittima di una caduta sulle nevi di Meribel dove si trovava in vacanza con la famiglia, il dirigente ha sostenuto di volerlo ricordare com’era perché la realtà è troppo da digerire. “Bisogna soltanto pregare. Solo un miracolo potrebbe farlo tornare come prima“.
Infine sul suo scarso appeal con gli inglesi ha svelato: “Non mi hanno mai perdonato il mondiale conquistato con Schumi contro Damon Hill e di aver preso Alo anziché confermare Button“.