Davide Brivio è uno dei manager di maggior successo della MotoGP, passato all’Alpine F1 nel 2021. Ora le cose potrebbero cambiare di nuovo.
La figura di Davide Brivio è legata a doppio filo al mondo del Motomondiale. Il manager nativo di Monza ha scritto la storia di questo sport negli ultimi trent’anni, ed il suo arrivo al vertice avvenne dopo una lunga gavetta. Curiosamente, la sua carriera iniziò nel 1990 in qualità di addetto stampa del pilota Fabrizio Pirovano, dopo aver tentato, con scarsi risultati, l’ascesa come rider nel motocross.
Nel 1992 arriva la grande occasione: la Yamaha gli affida il ruolo di team manager in Superbike, ruolo che manterrà per ben nove stagioni sfiorando anche un titolo mondiale nel ontano 2000. In seguito, per Brivio si spalancano le porte della MotoGP. In pochi mesi passa alla conduzione del team ufficiale, ma con Max Biaggi e Carlos Checa non arrivano i risultati sperati.
Lo strapotere della Honda condotta da Valentino Rossi nel 2003 lo porta ad una decisione folle: tentare di strappare ai rivali giapponesi il pilota più forte, facendolo scendere dalla moto migliore. Le sue parole rivolte al “Dottore” sono ancora impresse ai tifosi: “Se accetterai, farai qualcosa di storico che nessuno dimenticherà”.
La giovane età e la voglia di continuare a sorprendere portarono il pilota di Tavullia ad accettare, e nel 2004 e nel 2005 arriveranno subito due mondiali piloti. Davide aveva vinto la sua scommessa, riportando il titolo alla Yamaha. Dopo il 2010, collabora per tre anni con l’azienda VR46, per poi passare in Suzuki nel 2013, preparando il ritorno nel Motomondiale della casa previsto per due anni dopo.
Brivio, dal mondiale in Suzuki alla F1
I grandi sforzi di Davide Brivio vengono ripagati nella rocambolesca stagione 2020: al via del campionato, slittato in estate per via del Covid, i favori del pronostico sono tutti per Marc Marquez, proveniente da quattro titoli consecutivo. Lo spagnolo però, a Jerez cade malamente infortunandosi, lasciando strada libera ai suoi colleghi.
Ad approfittarne pienamente è proprio la Suzuki, che con Joan Mir ed Alex Rins passa a condurre il campionato. Mir riesce a portare a casa il titolo piloti con una gara di anticipo, ottenendo un settimo posto a Valencia dopo aver vinto la sua prima gara in carriera una settimana prima, sullo stesso tracciato.
Per Brivio fu l’apoteosi, l’ennesima vittoria di una carriera che lo aveva visto splendido protagonista nel mondo delle due ruote. In seguito, per il direttore sportivo monzese arriva l’approdo in F1, come team manager dell’Alpine. Il team francese, per questioni di marketing, aveva sostituito la Renault a livello di denominazione, ma il tutto era ancora legato alla casa ufficiale.
La prima vittoria nel Circus ed il ritorno in Suzuki
La stagione della squadra di Enstone non è stata facile, a causa di una vettura molto meno competitiva rispetto al 2020. Al GP di Ungheria avviene un qualcosa di impensabile: a causa della pioggia nei primi giri e dell’errore strategico della Mercedes, Esteban Ocon si ritrova in vetta.
Il francese è perfetto nel gestire la sua posizione, difendendosi per tutta la corsa dagli attacchi dell’Aston Martin di Sebastian Vettel. Esteban vince la gara, riportando al trionfo questo team che dal GP del Giappone 2008, con Fernando Alonso, non saliva sul gradino più alto del podio.
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Nonostante tutto, per Davide Brivio sembra già essere giunto il momento per lasciare l’Alpine. Secondo quanto riferito da Speedweek, il monzese sarebbe pronto a tornare in Suzuki, a causa di rapporti non troppo idilliaci con il team francese. Alcune voci vedevano Davide vicino all’approdo al VR46, ma Valentino Rossi le ha subito messe a tacere nel week-end di Misano. Alcune novità importanti sono attese nelle prossime settimane.