Red Bull contro FIA, la scuderia non vuole correre rischi, ma il problema budget cap, continua a gettare ombre su Milton Keynes.
Aston Martin e Red Bull sono rimaste indietro. C’è poco da fare, la scuderia dei tori, ha saputo che rischia moltissimo, adesso, a causa di quel famoso problemino del budget cap. Con le regole non si scherza, ed anche se Horner si diceva sicurissimo che anche la sua Red Bull sarebbe apparsa tra le scuderie idonee, a dispetto di altre otto, proprio la sua ed appunto, la Martin, non sono state accettata dalla FIA. Ed ora, questo diventa un problema da non sottovalutare.
Qualcuno, appena saputo delle irregolarità della scuderia di Milton Keynes, ci è anche andato giù duro. Ad esempio, Zak Brown di McLaren, che ha affermato che qui, non basterebbe una banale multa ai danni delle due scuderie colpevoli. Secondo il CEO della scuderia di Woking, sarebbe giusto un taglio al budget per il 2023, ai danni di chi ha sbagliato, ma attenzione, perché la Red Bull ha già le sue risposte da dare.
Dal canto loro, i Tori Rossi non hanno escluso che faranno ricorso, facendo anche sapere di essere delusi dal risultato delle ricerche della FIA. E chissà che a breve, su questo argomento, non si farà sentire anche la Mercedes, con cui il conflitto è ancora aperto. Intanto, sembra proprio che, come già detto, alla Red Bull sappiano già cosa dire, visto che a quanto pare, non c’è nessuna volontà di ammettere le proprie colpe. Cosa che però, aiuterebbe molto la scuderia delle bevande. Sembra che ora, a farne le spese, sarebbe Adrian Newey.
La voce arriva da un Paese molto interessato alle sorti della scuderia, visto che in Olanda è cresciuto Max Verstappen, ed a parlarne sono stati gli esperti del canale Ziggo Sport. Secondo i Tori, chi ha effettuato i controlli, avrebbe mancato di contare il pesante ingaggio del mago dell’ingegneria, ma alla FIA non sembrano convinti. Se infatti, Newey sarebbe tra i più pagati di Milton Keyes secondo la stessa scuderia, la Federazione ricorda che un’eccezione non può valere per Newey, perché quest’ultimo non ha un contratto ufficiale, siglato con la Red Bull, bensì con la Racing Services Limited.
Chi ha commesso l’errore, o un presunto tale, sarebbe comunque la scuderia stessa. La differenza di documenti comunque, tra quelli presentati dalla Red Bull ed i rilievi della FIA, ribadiscono dal centro di controllo, non c’entrano con il contratto del bravo e ben pagato, ingegnere britannico. Formalmente, il nativo di Stratford-upon-Avon non può figurare tra gli stipendiati dei Tori Rossi, quindi tutto questo lascerebbe il tempo che trova.
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