Rientrata in Moto3 dopo parecchio tempo di assenza, Carrasco racconta il suo rapporto con uno sport maschile e rivela chi l’ha ispirata.
Ventottesima della generale con zero punti, Ana Carrasco è comunque contenta. Rientrata nel motomondiale dopo una lunghissima assenza, ma soprattutto dopo diversi infortuni, la spagnola sta cercando di vivere con positività questa nuova occasione anche se con scarsi risultati.
Intervenuta in occasione della festa organizzata dal quotidiano Marca per i 30 anni di gestione Dorna della serie, la campionessa Supersport 300 nel 2018 ha voluto dire la sua sulla crescita dello sport in questi tre decenni.
“Il campionato cresce in maniera costante. Andiamo in più Paesi e raggiungiamo più persone. Per noi piloti è incredibile. La sua crescita ci aiuta come atleti e persone“, ha affermato la murciana.
Mosca bianca in un mondo prettamente maschile, la 25enne non ha mai avvertito la questione di genere come importante. “Io mi sono sempre vista come parte del gruppo, non come una ragazza. Credo sia stata la mentalità giusta per farcela. Non si può competere se ci si sente inferiori in partenza“, ha giustamente analizzato.
Carrasco svela i suoi punti di riferimento
Parlando dei suoi modelli, degli esempi a cui ha guardato sin dall’inizio della sua carriera, l’iberica ha elencato nomi di peso.
“Ne ho avuti molti, da Stoner a Rossi, ma pure Pedrosa e Lorenzo. Sceglierne uno nello specifico non è facile“, ha dichiarato sostenendo che a suo avviso la Spagna si è distinta in epoca contemporanea per il livello dei talenti emersi.
E proposito di colleghi connazionali Ana ha dedicato un pensiero a Marc Marquez, entrato in un loop di sfortuna per i grossi problemi al braccio e di diplopia. “Quando si sta bene tutto è semplice. Ma quando si passano momenti tanto disastrosi è dura tenersi su a livello mentale. In casi del generale la vicinanza di famiglia e squadra è fondamentale“, ha commentato con cognizione di causa essendo lei stessa passata attraverso un infortunio grave nel 2020 per cui fu costretta a stare a lungo lontano dai circuiti.
Ricordiamo che la rider KTM fu vittima di una caduta nel corso di un test privato che le provocò la frattura di due vertebre mettendo a rischio il suo futuro in sella. In realtà, malgrado l’impegnativo percorso riabilitativo tornerà addirittura vincendo a Misano.
“Per noi corridori le fratture fanno parte del gioco. Infatti, quando succedere, la prima cosa che chiediamo è quando potremo tornare. L’aspetto di complesso è come amministrare la frustrazione