I caschi dei piloti rappresentano l’anima dei cavalieri del rischio. Scoprite i materiali e i segreti che si nascondono dietro la fabbricazione di un casco.
I caschi sono, da sempre, un segno di riconoscimento del pilota. Un emblema incarnato nella scelta di un colore, di uno stile, di una figura. Ognuno ha il suo, sempre colorati e personalizzati in base all’evento. C’è chi non cambia mai il motivo e chi sceglie sempre una grafica nuova. I caschi raffigurano la personalità, spesso, di un corridore e in alcuni casi diventano oggetto di culto.
Vi sono caschi, infatti, divenuti leggendari grazie alle gesta dei campioni. Più sono semplici, in molto casi, più sono riconoscibili agli occhi dei tifosi. Le prime personalizzazioni sono risalenti agli anni ‘60 e ’70. Si passò dal modello Star Helmett, prodotto dalla Bell con visiera mobile, ai caschi integrali. I piloti di F1 iniziarono a divertirsi nella scelta del colore e del disegno per distinguersi dagli altri piloti in pista. Nel corso delle stagioni alcuni modelli, come quello di Niki Lauda, Ayrton Senna e altri campioni poi sono diventati delle opere d’arte inimitabili.
Con l’introduzione dell’halo, riuscire a identificare le particolarità dei caschi è diventato più complesso di prima. Dalla TV o dagli spalti, comunque, rimarrà il primo dettaglio che qualsiasi appassionato osserverà, nel tentativo di scorgere l’espressione sotto la visiera e gli occhi della tigre del pilota. Gli elmetti sono anche un perfetto biglietto da visita per gli sponsor. Dal 2007 la FIA ha imposto un assoluto divieto di esporre le scritte dei marchi produttori di sigarette, anche essi divenuti iconici negli anni d’oro della F1.
Oltre ad essere l’emblema di ciascun pilota, un casco svolge, naturalmente, una funzione importante in termini di sicurezza. L’evoluzione nel corso dei decenni è stata incredibile, si è passati, infatti, da passamontagna in tela con occhiali in stile aviatori, a caschi super resistenti e dal peso molto contenuto.
La sicurezza è un fattore determinante nella scelta dei materiali degli elmetti. La parte esterna è in fibra di carbonio, mentre nella sua composizione integrale si divide in tre porzioni: il corpo in polistirolo, la calotta esterna e la visiera. A seguito del rischiosissimo incidente occorso a Felipe Massa nel 2009, i caschi moderni hanno un ABP (Advanced Ballistic Protection). Si tratta di una protezione che è nata per proteggere la zona vicina agli occhi del pilota, essendo costituita da una fasciatura supplementare di carbonio.
Le attuali visiere sono a prova di proiettile, come è stato spiegato dai tecnici che fabbricano queste opere d’arte. In laboratorio la visiera viene testata, lanciando un pallina metallica, simile ad un bullone, ad oltre 50 km/h. La visiera, inoltre, viene sottoposta ad un’esposizione di 45 secondi al fuoco e deve auto-estinguersi entro 20. Ne sa qualcosa Romain Grosjean che non ha riportato conseguenze fisiche dalle esposizioni alle alte temperature nella zona del viso, uscendo sulle sue gambe dall’inferno di fuoco in Bahrain.
L’anima in polistirolo EPS (polistirene sinterizzato) ricopre la funzione di attutire i colpi, garantendo al conducente una perfetta ammortizzazione dell’urto. Tutto, compreso la spessa visiera, è studiato per prevenire gli effetti degli schianti violenti a cui, a volte, sono sottoposti i cavalieri del rischio. Ciascun elmetto è fatto su misura, per rispondere alle diverse esigenze dei pilota.
Il costo di un casco dei piloti che ammiriamo in pista oscilla tra i 3.000 e i 12.000 euro. Un prezzo salato, ma decisamente essenziale per la vita del corridore. I caschi dei motociclisti del motomondiale, inoltre, presentano una imbottitura supplementare allo scopo di calzare a pennello alla testa di ciascun pilota. La fabbricazione della calotta dei caschi dei piloti di F1 e MotoGP è uguale, così come il peso che va dai 1.200 ai 1.500 grammi. I piloti della auto di F1 presentano delle configurazioni diverse, però, per adattare il casco alla struttura aerodinamica della vettura.
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Sotto il profilo aerodinamico, un’auto di F1 è evoluta moltissimo nel corso degli anni. Oggi il pilota è calato in una abitacolo super tecnologico nel quale dalla visiera del suo elmetto deve interagire con svariate funzioni. I piloti hanno nel casco delle aperture per l’acqua e l’ossigeno, potendo idratarsi nel corso della gara. I piloti di Formula 1, infine, comunicano anche con i tecnici al muretto box, attraverso un sistema radio integrato nei caschi.
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