Casey Stoner ha un suggerimento da dare a tutti i piloti odierni: lui ha vinto con due team diversi e a quanto pare, non è cosa così facile.
Casey Stoner ha una particolarità. Ha corso nella classe regina del Motomondiale soltanto dal 2001 al 2012, eppure ha vinto due campionati. Con due squadre diverse, tra l’altro. Per lui è stato come racchiudere tutta la carriera di un buon pilota, in dodici stagioni. E lui stesso ha spiegato come fare ad ottenere sempre buoni risultati.
Oggi Casey ha 36 anni, ma ormai da diverso tempo preferisce parlare di MotoGP, invece di partecipare alle corse, anche se qualcosa di quei week-end gli manca un po’. L’australiano, ha vinto la prima volta in Ducati nel 2007, mentre nel 2011, ad un anno dal ritiro, portò il Mondiale in Honda.
Negli ultimi anni, i piloti non si sono dimostrati così duttili. Ogni volta che qualcuno di loro, ed accade anche spesso, cambia marchio, inevitabilmente trova diverse difficoltà. Ovviamente ogni moto è così diversa anche nei dettagli minimi, che per un pilota nuovo c’è bisogno di tempo per “imparare ad usarla”. Eppure Stoner è passato per quattro diverse case facendo sempre bene.
L’australiano, che ha dato già la sua previsione per il Mondiale 2022, ha spiegato che si tratta anche di volontà da parte del pilota stesso. Forse lui era così invogliato dalla vittoria finale, che non badava a difficoltà. Ecco cosa dice Stoner dei suoi cambiamenti passati: “Penso che la cosa più importante sia che ero più disposto ad adattarmi. Con molti piloti si sente dire: ‘La moto non mi si addice, non si adatta al mio stile di guida; non fa quello che voglio’. Ma o gli fai fare quello che vuoi o fai quello che vuole”.
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Sembra un suggerimento molto scontato, quello del trentaseienne, ma è probabile che al giorno d’oggi, siano molti i piloti abituati a chiedere che sia la moto a doversi adattare a loro. Ed intanto passano anni e qualcuno non vince nessun mondiale. Stoner, ha però belle parole anche per chi lavorava per lui: “Non ho mai avuto l’orgoglio di volere che tutto funzionasse per me. Sono sempre stato disposto a lavorare con la moto e cercare di capire cosa voleva. Anche il mio ingegnere è stato molto, molto bravo, sono stato molto felice di lavorare con Cristian”, riferendosi a Cristian Gabarrini.
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