Come e perchè può esserci utile riconoscere immediatamente le categorie di giocatori?
Ogni volta che vediamo qualcosa di nuovo, il nostro cervello per prima cosa va a cercare similitudini, schemi o immagini già registrate in precedenza, per cercare un pattern. Fare economia di energia mentale per dedurre informazioni da ciò che già abbiamo in memoria, può essere utilissimo al tavolo verde per risparmiare potenza di calcolo che possiamo dirottare su altri ragionamenti utili.
Molto banalmente questo meccanismo ci permette di distinguere un bambino da una leonessa, senza dover necessariamente scoprire ogni volta cosa caratterizza l’uno o l’altra. Esiste un modo di sfruttare questo meccanismo a nostro vantaggio nel poker per categorizzare diverse tipologie di persone che incontreremo al tavolo e avere un’idea di massima di cosa aspettarci ancor prima di avere uno storico di mani insieme.
La predisposizione a ricercare schemi e somiglianze del nostro cervello è un importante meccanismo evolutivo che ha permesso all’uomo di apprendere. Questo sistema è naturalmente di vitale importanza, di contro è però anche alla base di molti bias cognitivi e dell’errato utilizzo dei pregiudizi.
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L’utilità e la pericolosità dei pregiudizi
I pre-giudizi, come già suggerisce il nome, sono importanti per sapere qualcosa prima di averne esperienza diretta, cosa probabilmente possiamo aspettarci da ciò che incontriamo. Nell’esempio precedente, ci permette di preparare reazioni diverse nel caso vediamo a qualche metro da noi un innocuo bambino o una pericolosa bestia feroce.
Come detto, abbiamo tutti una parte del nostro cervello ove viene registrato tutto quello che i nostri sensi percepiscono, consapevolmente o inconsapevolmente. Tutte queste informazioni vanno a posizionarsi in una sorta di memoria RAM in attesa di essere vagliati, selezionati e rielaborati quando il nostro cervello non è oberato di altre operazioni. Il momento in cui avviene il grosso di questo processo è proprio durante il sonno profondo. In questa fase le informazioni che il nostro cervello ritiene superflue vengono eliminate per fare spazio e le informazioni utili vanno a sedimentarsi in vari “archivi”, pronte per essere utilizzare o elaborate all’occorrenza.
Quando riconosciamo poi qualcosa di analogo o simile a ciò che abbiamo già immagazzinato, per risparmiare energie il cervello ci fornisce già un’idea immediata delle informazioni che possono aiutarci ad affrontare la situazione.
Quando ad esempio vediamo un essere vivente bipede, con la forma umana, un altezza pari alla metà della nostra e la pelle liscia e giovane, possiamo pensare con ragionevole certezza che siamo di fronte al bambino. Ciò ci aiuta a non dover preparare la fuga come nel caso avessimo riconosciuto il feroce felino di un paio di quintali che può farci certamente del male.
Questo meccanismo però può anche avere aspetti negativi. Poniamo il caso che da ragazzi abbiamo incontrato solo due persone con i capelli rossi ed entrambi ci hanno trattato male. Il nostro pregiudizio potrebbe trarci in inganno qualora incontrassimo una persona con i capelli rossi, magari mettendoci inutilmente sull’attenti per via delle informazioni falsate che abbiamo in archivio. Conoscere il meccanismo della formazione e l’utilizzo dei pregiudizi può quindi essere comodissimo in termini di economia delle risorse cognitive, ma altrettanto pericoloso se ci dimentichiamo di prenderli per quello che sono o non badiamo a quanto sia effettivamente fondato un pregiudizio.
Perché nel poker è importante avere un archivio di giocatori
Uno dei nostri archivi mentali registra le persone che conosciamo o fisionomie che comunque destano o hanno destato il nostro interesse. Quindi raccogliamo dati personali, cultura, grado d’istruzione, pregi e difetti e poi in base ad un ordine di richiamo li selezioniamo. In uno di questi archivi posizioniamo la categoria di giocatori, che possono essere le stesse persone conosciute al tavolo da poker, ma che in altri ambienti lasciano libera la loro estrosa quotidianità. Queste osservazioni e valutazioni col tempo diventano un’abitudine che si assimila anche nella vita di tutti i giorni, la reattività nel notare il particolare, l’ambiente e di conseguenza tutti coloro che ne fanno parte. Si tratta certamente di uno studio necessario che, nel gioco del poker come nella vita quotidiana, ci offre sicuramente un grande vantaggio.
Sono quattro le categorie di giocatori che prendiamo qui in considerazione per quanto riguarda i giocatori di poker, quattro modelli di persona che più frequentemente incontriamo al tavolo: il gentiluomo, il bullo, il comico e il campione. I primi tre sono riconoscibili a vista d’occhio, il quarto ce lo devono per forza presentare.
Le categorie di giocatori nel poker: il Gentiluomo
Categoria di giocatori inconfondibile, non recita una parte, ma gode dell’ambiente circostante. I modi fini, eleganti e cortesi con i quali si accosta senza esprimere una posizione, misura un equilibrio comunicativo, mantenendo sempre un distacco dagli altri. La loro presenza, che comunque gratifica, deve sempre essere considerata come chi ci si trova per caso, di passaggio, e se capita fa una partita. La loro attrazione al gioco è di facile intuizione, ma la si raccoglie nel modo in cui questi intendono farla pervenire, e lo si giustifica per il titolo professionale o posizione sociale.
Quando incontriamo questi player ad un tavolo da gioco possiamo star tranquilli, perché la partita non prende quasi mai una brutta piega.
Si percepisce una sorta di leggerezza, quasi di relax, ci si sente a proprio agio, quindi la partita va giocata con attenzione e piccole dosi di aggressività. Questi signori giocano per il gusto della partita, non per soldi, e se poi vincono per loro è solo un di più quasi irrilevante. Un atteggiamento regolato quasi esclusivamente dal punto che hanno in mano, esprimono un gioco moderato quindi di facile controllo. Non vincono quasi mai, ma non perdono molto.
Le categorie di giocatori nel poker: il Bullo
Qua c’è invece da stare più attenti. Il bullo è un personaggio dissoluto e carico di stupidità che cerca di impressionare gli altri sfoggiando un comportamento tra mistero e finzione. Li riconosciamo subito per la condizione di eccentricità che risuona come un “non sai chi sono io”. Il volto e gli occhi dicono tutto. Chi ha fretta di dimostrare qualcosa insegue solo la sconfitta.
Se sediamo ad un tavolo con uno di questi c’è solo un modo di giocare, cercare di fermare sul nascere ogni possibile loro “strategia” alternando un gioco lento e di attesa ad un gioco deciso e aggressivo. Quando il fuoco che hanno dentro esplode senza controllo chiederanno soddisfazione, ravvivando quel gioco che non li esalta, si scopriranno in modo palese e potranno solo autosabotarsi. Il bullo è per natura facile al tilt. La reazione li porterà a esprimere un gioco senza controllo, allo sbaraglio, da autolesionisti.
A quel punto si butterà a capofitto in ogni mano rischiando parecchio. Darà credito solo a quella sorte che da sola gli dovrebbe restituire un recupero di fiato e di soldi, dopo essersi accorti, come al solito, di aver sbagliato tutto quanto.
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Le categorie di giocatori nel poker: il Comico
Il comico è colui che fa da spalla a tutti negli ambienti del gioco e che recita sempre la parte del perdente. Il simpaticone che racconta barzellette e tiene vivo l’ambiente con scherzi e battute. Quando è fuori dal gioco è un osservatore molto attento e tiene per sé ogni considerazione. Quando cerca di rassicurare qualcuno che ha subito una batosta lo tira su con una di quelli aneddoti ove racconta le sue disavventure di gioco. Solitamente conclude con qualcosa come: “io allora cosa debbo dire, perdo sempre!“.
Il tutto potrà sembrare quasi rassicurante: ride, si commuove, ti consola, in un senso è proprio così, ma quasi sempre si tratta solamente di diffidenza strategica. Una sorta di riparo per la propria persona, un modo per essere invisibile, farsi sottovalutare apposta per non essere considerati, per non farsi prendere sul serio. Qualcuno potrebbe dire che è quello che fa lo scemo per non andare in guerra. Nessuna persona quando siede ad un tavolo per una partita lo fa per regalare soldi, e senza prestare attenzione potremmo credere di giocare con persone diverse, che si rivelano poi dei mostri senza pietà.
Tra tutte le categorie di giocatori, questa rappresenta i più ostici da tenere a bada. Ce n’è sempre uno in ogni casa da gioco e sono spessissimo persone accorte, diffidenti, punzecchiano verbalmente, ma solo per scherzare. Se il clima si fa serio, sanno però difendersi e attaccare. Occhio quindi a non abbassare la guardia. Più aggressivi nella puntata solo quando si è certi che la mano è nostra.
Demoralizzare l’avversario è una delle strategie principali. Per demoralizzare si intende far spegnere la carica di entusiasmo anticipatamente. Questo da non confondere assolutamente con l’irritare la persona. Irritare molti di questi giocatori è sbagliato perché nel momento in cui sono alle strette si trasformano, si risvegliano. Come se fino a quel momento fossero stati in letargo e trasmettono una forza combattiva superiore. Subiscono un’esplosione interiore che invece di abbatterli nevroticamente, li risolleva. Un effetto contrario, una situazione psicologica reattiva che li rende più efficaci, più bravi in una condizione di forte emozione. Nonostante possa mancare la componente fortuna, riescono quasi sempre a ribaltare la situazione, restituendo vigore e importanza ad un gioco dato quasi per scontato.
Le categorie di giocatori nel poker: il Campione
Ogni ambiente professionale, lavorativo, scientifico, sportivo o altro, ha i suoi campioni. Preliamo qui del giocatore più forte. Il campione è il cinico, lo spietato, il cattivo, il più abile, che con il gioco ci ha guadagnato, che ha vinto molto denaro. Modi e comportamenti calmi, lenti, freddi. I giocatori nella categoria del campione hanno un aspetto quasi dormiente a prima vista, gli si dà poca importanza. Spesso sono i più taciturni ed introversi, ma sono i giocatori ai quali non sfugge nulla e sempre pronti ad ogni evenienza.
Ovviamente esistono differenze caratteriali, di personalità, di inserimento sociale, che cambiano da persona a persona. Ma il comportamento più o meno è uguale per tutti. Il campione è il giocatore che dimostra più attitudine, più competenza, che fa proprio evidenziare la sua bravura e che richiama l’attenzione degli osservatori.
Il contro di questa situazione è la sua presenza ormai imponente sulla scena che copre, che mette gli altri nell’ombra. Quando un giocatore è più forte di un altro? La differenza è nella passione duratura con la voglia sempre di migliorarsi, di confrontarsi, nell’intelligenza, nel carattere, nella predisposizione interiore sia fisica che mentale, nella perspicacia, nella voglia di vincere. In ogni partita riesce sempre a nascondere la grande motivazione dl gioco, nelle situazioni più delicate regge sempre l’iniziativa concludendo la mano quasi sempre a proprio vantaggio. È il giocatore dal quale ci si aspetta le giocate più brillanti, più emozionanti, il colpo risolutore in un’apparente serata storta.
Il consiglio, banale, è di sfruttare la presenza del campione per evitare eccessivi scontri diretti. C’è sempre gente più “morbida” al tavolo, non complichiamoci la vita. Se guadagnano il rispetto del campione, abbiamo anche l’opportunità di chiedere qualche info che altrimenti non ci darebbe di certo, non sprechiamola.