Il pilota spagnolo Dani Pedrosa ha corso per quasi venti anni in sella alla Honda. Un binomio che avrebbe meritato un epilogo diverso.
Daniel Pedrosa sarà ricordato come un re della top class senza corona, in anni straordinari per la MotoGP. In carriera ha vinto tre mondiali consecutivi, il primo nella classe 125 nel 2003 e due nella classe 250 nel 2004 e 2005. Il catalano avrebbe dovuto ottenere ciò che è riuscito, anni dopo, a conseguire Marc Marquez nella classe regina. Infortuni e incredibili passaggi a vuoto hanno relegato il Torero Camomillo al ruolo di eterno secondo.
Il classe 1985 si fece notare sulle minimoto all’età di 14 anni quando si laureò vice campione nel torneo nazionale spagnolo del motociclismo. Nel 2000 partecipò al campionato monomarca riservato ai giovani astri nascenti della Honda, vincendo la competizione. Il trionfo gli aprì le porte del Motomondiale in classe 125. Fu l’inizio di una storia d’amore lunghissima che è durata 2001 al 2018. Pedrosa ha fatto segnare il record di 16 stagioni consecutive con almeno una vittoria all’attivo, dal 2002 al 2017.
Nel 2001, al debutto nella classe cadetta, Dani ottenne 100 punti tondi nel team Junior Telefonica Movistar, conditi da due terzi posti. A soli 15 anni il pilota della Honda fu premiato “rookie of the year”. L’anno successivo, il catalano arrivò al terzo posto nella graduatoria mondiale, iniziando a macinare le sue prime vittorie in 125. In carriera, complessivamente, ha vinto 54 GP in 296 gare disputate. Ha calcato 153 podi e può essere considerato, a pieno titolo, una leggenda del motociclismo.
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Il pilota spagnolo ha dimostrato di essere un manico in classe 250. Dopo aver vinto il mondiale nel 2003 in classe 125, la Honda decise di promuovere il Torero Camomillo. Il passaggio nella classe di mezzo fu un successo strepitoso. Pedrosa vinse al primo anno, dominando la scena. Durante la stagione ottenne sette vittorie (Sudafrica, Francia, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Malesia e Comunità Valenciana), cinque secondi posti (Italia, Catalogna, Paesi Bassi, Brasile e Qatar), un terzo posto in Repubblica Ceca, e quattro pole position (Francia, Portogallo, Giappone e Comunità Valenciana). Il titolo arrivò addirittura con una corsa di anticipo.
Nel 2005 Dani replicò, diventando il più giovane pilota a vincere due mondiali consecutivi nella classe di mezzo. Nella seconda annata ottenne 309 punti, vincendo ben otto corse. Il catalano era oramai lanciatissimo per competere con i migliori piloti del mondo in MotoGP. Per sua sfortuna si ritrovò difronte dei fenomeni assoluti come Valentino Rossi, Casey Stoner e Jorge Lorenzo. Il primo anno fu di adattamento con due vittorie e il quinto posto finale. Nel 2007, 2010 e 2012 Pedrosa arrivò al secondo posto della graduatoria mondiale.
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Nonostante il mancato trionfo in MotoGP, il catalano è stato un pilota fondamentale per la Honda. Il binomio ha determinato successi a raffica nelle classi inferiori e ha spianato la strada a Marc Marquez. I due spagnoli hanno creato un’alchimia perfetta nel team HRC. Dopo il suo ritiro nel 2018, Pedrosa è diventato collaudatore della KTM. Dopo tre anni di lavoro oscuro, il trentaseienne è salito in sella alla moto austriaca nel 2021 con una wild card, chiudendo al decimo posto il Gran Premio motociclistico di Stiria 2021.
In una intervista rilasciata al magazine El Mundo, Dani Pedrosa ha dichiarato: “Per caso tutti i grandi scienziati della storia hanno vinto un Nobel? Posso dire che, in 18 anni di Motomondiale, ho ottenuto un palmarès eccezionale. Risultati che mi posizionano fra i migliori di questo sport. Il titolo in MotoGP è l’unica cosa che mi è mancata“.
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