Lewis Hamilton deve molto a suo padre, che sin dall’infanzia lo ha aiutato ad emergere. Ecco cosa faceva papà Anthony per mantenere il figlio.
Il motorsport è molto costoso, un percorso lungo che non sempre garantisce il raggiungimento della vetta. Per una famiglia dal ceto medio è molto complicato riuscire a sostenere la carriera di un giovane pilota. Sin dai kart le spese sono altissime e tanti campioni hanno avuto famiglie straordinarie che hanno creduto nelle qualità dei propri figli. Esempio eccellente in tal senso è il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton che, fino al 2010, ha avuto al suo fianco un papà manager meraviglioso.
Anthony Hamilton è stato il mentore di Lewis. Sin dall’infanzia ha spinto il figlio a lavorare su un talento naturale, che Anthony aveva scorto dopo aver regalato una automobilina radiocomandata al figlio. La coordinazione tra lo sguardo e la manualità del piccolo, spinse papà Hamilton un giorno ad accompagnare il suo bambino a delle sfide tra appassionati del settore. Lewis mostrò subito una incredibile passione per tutto ciò che aveva un motore e chiese al padre di fare un giro sui kart.
Da lì in avanti Lewis Hamilton non si è più fermato. Sin da ragazzino mise in luce un talento fuori dall’ordinario. Il padre sbalordito dalle capacità del figlio fu costretto a fare tre lavori contemporaneamente per finanziare la prima fase di carriera del figlio. Anthony era emigrato dall’isola caraibica di Grenada per cercare un futuro migliore in Inghilterra. Impiegato nelle ferrovie pubbliche, lavorava per più di 12 ore al giorno. Oltre alla costosa carriera di Lewis, il padre doveva badare anche al figlio Nicolas, gravemente malato. Una paralisi cerebrale, a causa di una nascita precoce, costringeva il fratello di Lewis sulla sedia a rotelle.
La riconoscenza di Lewis Hamilton
Con la maturità di un uomo, diventato un campione del motorsport, Lewis ha attribuito al padre grandi meriti per il suo successo personale. Da quando, a soli otto anni, l’anglocaraibico iniziò a correre sui kart, papà Anthony è sempre stato al suo fianco a sostenerlo e spingerlo a dare il massimo. Un rapporto meraviglioso, che ha rischiato di avere una battuta d’arresto quando, da campione del mondo, Lewis nel 2010 decise che il padre non avrebbe continuato a curare i suoi interessi.
Per Anthony fu un duro colpo in quel momento, credendo di avere il diritto di continuare a ricoprire anche il ruolo di manager del figlio. “Mi ha spezzato il cuore perché non era una decisione condivisa anche da me – dichiarò Anthony in una intervista a David Letterman – è stato difficile, non abbiamo parlato nei due anni successivi ed è passato del tempo, il mio cuore si è spezzato per un momento che sapevo sarebbe arrivato”.
Una decisione dura, ma inevitabile. Lewis ha voluto fortemente camminare sulle sue gambe e distaccarsi dal cordone ombelicale familiare. Dopo un periodo di gelo fra i due, però i rapporti sono migliorati. Lewis Hamilton, sotto consiglio di Niki Lauda, abbracciò il progetto della Mercedes e i fatti gli hanno dato ragione.
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Lewis Hamilton, dopo i suoi numerosi successi, ha sempre posto l’accento sugli sforzi familiari che hanno reso il suo straordinario percorso possibile.