Puntare per raccogliere informazioni è una giocata abbastanza frequente tra i neofiti o i giocatori meno esperti, ma talvolta è un errore che si vede fare anche a livelli più alti.
Nel poker possiamo puntare in tanti modi diversi e per le più disparate finalità. Farlo con l’idea esclusiva di capire come siamo messi o come muoverci dopo, potrebbe rappresentare un enorme handicap per una montagna di poker player.
Spesso si cade in questo errore perché non ci si è mai soffermati ad approfondire le reali ripercussioni di un investimento di questo tipo. Cerchiamo di conseguenza di capire perché la motivazione di una puntata non può decisamente essere solo questa e come non cadere in sviste analoghe.
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Come puntare per raccogliere informazioni
Quante volte, dopo una richiesta di delucidazione circa una puntata che non ci quadra, abbiamo sentito la frase “ho puntato per vedere come stavo messo nella mano”? Questa, insieme alle varie sue declinazioni, ci dipinge un quadro abbastanza evidente di un enorme fraintendimento che sta alla base delle motivazioni per cui si fa una bet nel poker.
Andiamo per gradi. Il poker, secondo la definizione di scuola, è un gioco a somma zero con informazione parziale (o incompleta). E fin qui penso ci sia poco da aggiungere. “A somma zero” significa banalmente che la vincita di un giocatore corrisponde alla perdita di un altro. Sommando quindi vincite e perdite di tutti i giocatori in una partita (al netto di rake ed eventuale dealer tax, che non ci interessano ai fini del discorso) avremo lo zero come risultato. “Informazioni incomplete” significa che le informazioni non sono disponibili completamente per tutti i giocatori. Difatti noi durante una mano possiamo conoscere solamente le nostre carte personali e le carte comuni del board. Oltre naturalmente all’ordine di parola e gli importi degli stack nostro e degli avversari. Le loro carte però non possiamo conoscerle fino al termine della mano, pertanto le informazioni non sono complete.
Dopo questo preambolo, possiamo in definitiva dire che chi ha più informazioni è in vantaggio? A parità di altri condizioni, indubbiamente. Possiamo quindi dedurre che devo fare qualsiasi cosa pur di raccogliere maggiori informazioni e quindi uscirne vincente? Ecco, qua dobbiamo parlarne.
Quanto costano le informazioni nel poker?
Come per tantissimi giochi o sport, i parametri che favoriscono la vittoria sono molti e ciascuno ha decisamente un peso diverso. Per capirci facciamo un esempio, che può sembrare a prima vista forse un po’ lontano da ciò che ci interessa, ma seguendo il filo logico sarà facile capire dove vogliamo andare a parare.
Immaginiamo un’azienda che venda prodotti al pubblico e che deve competere con altre aziende che operano nella stessa nicchia di mercato. Anche in questo “gioco” ci sono diversi fattori che possono esprimere un handicap o un vantaggio competitivo.
Gestire bene un’azienda di lamponi per migliorare a poker
Ipotizziamo di vendere dei lamponi e produrre un utile di $50k su ricavi totali di $250k. Per la vendita di lamponi alcuni dei parametri che hanno maggior peso sulla scelta del cliente sono la dimensione dei frutti, il loro sapore, il colore naturale e il customer care in generale. Ora, per rendere più sensato il nostro esercizio intellettuale poniamo delle condizioni:
- Non si vuole cambiare mercato di riferimento e fascia di prezzo e non possiamo modificare la struttura aziendale per andare a lavorare sui costi fissi, quindi possiamo operare solamente sugli altri parametri.
- Fingiamo anche di essere in un mercato chiuso e con domanda di prodotto costante. Pertanto se io vendo un lampone in più, il mio competitor ne potrà necessariamente vendere uno di meno.
Queste condizioni ci servono a rendere la cosa più simile al giocatore di poker seduto a un tavolo con dei limiti di puntata o a un torneo con determinato buy-in. Il poker player ha naturalmente la facoltà di spostarsi a costo zero da un tavolo all’altro (seguendo l’esempio dell’azienda di Lamponi, corrisponde a passare da una fascia di mercato all’altra, allineandosi alle relative fasce di prezzo).
Non ci è utile ai fini del nostro discorso parlare di questo, ma, è sempre un bene ribadirlo, molti giocatori potrebbero aumentare il proprio gain orario semplicemente mettendo da parte l’orgoglio e giocando a limiti più bassi, ove si ha realmente un edge di molto maggiore sulla media field di avversari potenziali. Ma questo è un discorso che tratteremo in un altro momento.
Tornando a noi, per aumentare l’utile della nostra meravigliosa azienda che vende lamponi, possiamo quindi operare solo sulle caratteristiche del prodotto per far pendere la scelta dell’acquirente verso di noi, piuttosto che da un altro che vende il medesimo prodotto. Con degli investimenti in ricerca possiamo migliorare la nostra produzione per vendere lamponi più grandi, più gustosi e più attraenti esteticamente. In questo modo andremo a portar via quote di mercato ai nostri competitor. Allo stesso modo, seguendo il parallelismo, possiamo investire più fiches, in una partita di poker, per avere un maggiore vantaggio dovuto alla raccolta di informazioni circa il gioco dei nostri avversari e tutto il resto.
Bene, sappiamo che aumentando del 10% quelle qualità del prodotto, andremo a vendere di più. Il nostro fatturato passa quindi da $250k a $300k e l’utile è passato a $60k, dai cinquanta di prima. Per ottenere questo risultato abbiamo però dovuto investire in ricerca $200k. Ne è davvero valsa la pena? Come se non bastasse, cosa accadrebbe nel caso in cui, per qualsiasi motivo, l’utile non fosse cambiato proprio? Anche questa non è un’eventualità che possiamo certo escludere. Ora immagino si stia già capendo dove vogliamo arrivare. Il fulcro di tutta la faccenda risiede in un’unica domanda:
Quanto devo spendere in ricerca per la mia azienda di lamponi (raccolta info nel poker), perché questo investimento sia profittevole in futuro?
Raccogliere informazioni nel poker: la bilancia che non si può ignorare
Salvo rari casi, quando cioè ad esempio giochiamo molto spesso con gli stessi giocatori, avere informazioni sul loro stile di gioco, il modo in cui fanno azione, le size delle puntate, la loro quota di bluff e tutto il resto, può rivelarsi un buon investimento nel lungo periodo. Ma se siamo a un torneo con gente che con tutta probabilità non vedremo mai più, ha davvero senso investire denaro o fiches con l’unico fine di raccogliere maggiori informazioni? Questa è la prima, banale valutazione che non possiamo non evidenziare. In secondo luogo, quale vantaggio reale possiamo sperare di ottenere dal nostro investimento in una puntata “esplorativa”? Proviamo, con una stima grossolana, a vederne l’impatto.
Stiamo giocando una partita di NL Hold’em cash game $2/$4. Abbiamo uno stack di 500$ e, dopo un primo giro di puntate, ci troviamo al flop con un piatto di 80$ e abbiamo hittato la middle pair, peraltro con un kicker non proprio eccezionale. Le condizioni non ci permettono di puntare per valore, ma nemmeno di tentare altre tecniche sensate. Dovremmo di conseguenza optare per un check in questo spot.
Se vogliamo puntare per capire come siamo messi nella mano. Una size sensata dovrebbe essere di almeno la metà del piatto, quindi $40. A quel punto, in base a come reagisce il nostro avversario, potremo avere un’idea maggiore circa il fatto di essere buoni su di lui o meno. Vediamo le possibilità:
- Oppo decide per il fold sulla nostra bet. Ok, in questo caso non abbiamo ottenuto informazioni utili. Abbiamo capito che lui non aveva range di call e finita lì. Magari giocando diversamente avremmo anche potuto aumentare un po’ il profit di questa mano, ma ormai è andata.
- Oppo chiama la nostra puntata. In questo caso quali informazioni abbiamo ottenuto? L’avversario ha un range con cui può decidere, come ha fatto, di proseguire con la mano. Ci aiuta in qualche modo saperlo adesso? Siamo avanti o no? Ha un progetto, un punto chiuso o ha chiamato per fare floating? Purtroppo il fatto che abbia fatto call sulla nostra bet “esplorativa” non ci aiuta ad avere maggiori certezze, anzi.
Bene, abbiamo investito $40 per non ottenere nulla di utile, quale che sia l’esito che l’avversario deciderà di seguire. Tra tutte le possibilità, questa non ha proprio la parvenza di essere un investimento troppo intelligente o profittevole.
Quando e come prendere informazioni nel poker
Abbiamo visto come sia quasi sempre errato investire soldi o fiches con l’unico scopo di raccogliere informazioni. Il motivo, banalmente, è che per la quasi totalità delle informazioni che otterremo durante il gioco, saranno ottime alleate, certo, ma che cesseranno la loro utilità terminata quella partita specifica.
Raccogliere di continuo informazioni è forse la cosa più importante nel gioco. Questo è innegabile. Farlo però con una puntata o un rilancio, è generalmente una mossa che porta una perdita di valore atteso. Per concludere, possiamo dire che quando prendiamo la decisione di piazzare una bet, il fatto che la cosa ci aiuti a raccogliere informazioni sul gioco è di certo una nota positiva, ma non può essere lo scopo principale della puntata.
Prendiamolo come un bonus in più quando funge anche per quello, ma se facciamo una puntata, questa deve essere una value bet o una bluff bet. Stop. l’info-catcher-bet (termine inventato) è quasi sempre una giocata a perdere.