Se sembrava scontato l’ingresso del Gruppo Volkswagen nel Circus, le certezze cominciano a vacillare. Porsche potrebbe cambiare idea.
Qualcosa bolle in pentola nelle stanze segrete della massima categoria dell’automobilismo, ma potrebbero non essere come le immaginiamo. Se fino a pochi giorni sembrava fatta per la liaison tra Audi e Sauber e tra Porsche e Red Bull, dal paddock di Monza emergono delle perplessità.
La causa di tali dubbi sarebbe il genere di partnership che il secondo costruttore tedesco citato avrebbe proposto agli energetici. Anziché semplice fornitore della power unit come furono Honda o prima Renault, a co-proprietario a tutti gli effetti, con il 50% delle azioni nelle sue tasche a partire dal 2026.
Proprio questo punto starebbe facendo sudare freddo la premiata ditta Christian Horner- Helmut Marko. Il responsabile del muretto e il consulente del team austriaco hanno compreso che una soluzione del genere rappresenterebbe la loro fine al timone della squadra. Ecco perché starebbero cercando di vendere cara la pelle innescando un tira e molla con i germanici per mantenere l’indipendenza.
Porsche dovrà ripensarci?
Qualora il piano di accorpamento delle due entità dovesse fallire, il patron del Circus Stefano Domenicali ha assicurato che comunque una seconda new entry, oltre alla Casa dei quattro anelli ci sarà.
Negli ultimi tempi il successore di Chase Carey ha sottolineato spesso e con orgoglio come la top class a ruote scoperte stia vivendo un momento rinascita. Una ripresa che sembrava impossibile fino al 2020.
Il dominio senza soluzione di continuità di Mercedes, la lotta iridata ridotta ad un duello interno alla Stella e l’enorme differenza di prestazioni tra le scuderie ricche e gli indipendenti, aveva portato il pubblico ad allontanarsi. Disaffezionando i vecchi amanti dei motori, e diventando qualcosa di estraneo per i più giovani.
Quei momenti ormai sono archiviati e a dimostrarlo ci sono le tribune sempre piene, oltre ad un interesse crescente da parte del settore automotive, seppur poco gridato.
“Porsche si è rivelato un interlocutore cardine per la definizione delle regole che entreranno in vigore fra quattro anni, tuttavia siamo consci di quanto stia accadendo con Red Bull. E starà a loro decidere il da farsi”, ha argomentato. “Detto ciò, la F1 di oggi è una piattaforma inclusiva. E vi posso confermare che altri brand stanno discutendo con noi preferendo adottare un basso profilo“.
Niente paura, dunque, qualora il marchio a lungo al vertice del WEC dovesse cambiare idea. La classe regina è da sempre una sorta di albergo. C’è chi va. C’è chi viene. Inoltre il regolamento futuro relativo ai propulsori gioca proprio a favore dei nuovi innesti, vista la semplificazione delle unità e una maggior attenzione alla sostenibilità.
“Non abbiamo timori“, il messaggio del manager imolese il quale ha svelato che d’ora in poi chiunque sceglierà di lasciare e andare in altri lidi potrà farlo con un preavviso di 12 mesi.
“Abbiamo optato per alleggerire la norma proprio perché ci sentiamo sicuri. Davanti a qualunque cambiamento sapremo cosa fare. Mai come ora, infatti, il nostro sport ha potuto godere di un mix tanto ampio e di alto livello di team, motoristi, e Case“, ha infine rimarcato.