Puoi cadere quando punti, quando rilanci e quando passi la tua mano. Il gioco di qualcuno non potrà mai essere perfetto per definizione. Il giocatore vincente è colui che commette meno errori dei propri avversari.
Sono ormai tre verità che più o meno chiunque conosca un minimo ciò di cui parliamo ha imparato ad accettare. Di errori al tavolo se ne possono commettere letteralmente un’infinità, alcuni dei quali non risparmiano talvolta neanche i più grandi campioni.
Altri errori però sono più semplici da evitare di altri. Vediamo oggi come non sprecare fiches o soldi quando punti nel momento o nel posto sbagliato. Per le finalità non corrette o perché preda di qualche bias o generiche false convinzioni circa il gioco.
Partiamo col dire che nessuno potrà mai dirti con estrema certezza quando è corretto puntare e come. Almeno finché non si va ad analizzare la cosa ex post, quando cioè è ormai troppo tardi per intervenire e ci si può limitare ad osservare quanto accaduto per imparare a non ripetere l’errore o farlo meno spesso. Anche a mano finita e mostrate le carte talvolta c’è disaccordo circa una puntata se è stata legittima o sarebbe stato più profittevole evitare. Diciamo che il linea di massima il discorso che andremo a fare è più orientato a far notare e riflettere su alcuni tipi di puntate che, se da un lato possono essere utilissimi in certe particolari situazioni, vengono spesso utilizzate con una frequenza esagerata, a sproposito o senza la benché minima possibilità di ottenere il risultato che giustificherebbe un tale investimento.
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Quando puntare per bloccare l’avversario
La cosiddetta blocking bet è la puntata che eseguiamo per appunto “bloccare” l’azione avversaria. Hai cioè la convinzione che l’avversario sta per piazzare una bet di importo elevato, che non ti darebbe odds per il call, ma ritieni di avere comunque qualche chance di arrivare allo showdown vincendo il piatto, se soltanto l’investimento necessario fosse più basso. Punti quindi una somma inferiore a quella che immagini punterebbe l’avversario. Ciò in linea teorica servirebbe a spingere il nostro avversario a limitarsi a completare la somma che abbiamo stabilito con la nostra bet, senza quindi puntare di più per primo o rilanciare sulla nostra puntata. È una giocata che vediamo davvero tantissime volte. Il grosse delle quali o eseguita male o nel momento non opportuno. È superfluo quindi aggiungere che sono più le volte che vediamo una blocking bet far perdere soldi a chi decide di tentarla, rispetto a quelle cui permette di ottenere l’effetto desiderato.
I problemi qui non sono pochi. Il principale consiste nel fatto che nel momento in cui ci troviamo fuori posizione (non si può eseguire una blocking bet di posizione, come è facile immaginare) e usciamo con una bet di basso importo, qualsiasi giocatore con un minimo di esperienza alle spalle capirà cosa stiamo cercando di fare. Non stiamo certo parlando di una mossa raffinatissima e imprevedibile. In certi tavoli, anzi, è quasi una buona idea simulare una blocking bet per indurre l’avversario al raise. Ovvio quando però abbiamo il nuts o comunque cerchiamo di intrappolare gli altri giocatori.
Il secondo problema riguarda invece proprio la convenienza della giocata in termini di valore atteso. Siamo così certi che sia più conveniente puntare poco sperando non ci arrivi un raise in faccia, piuttosto che limitarci al check e sperare l’avversario non punti troppo o addirittura non punti proprio?
Quando puntare per proteggere la tua mano
Anche sulla cosiddetta protection bet ci sarebbe tanto da dire, non di rado questo tipo di giocata viene eseguito male, nelle condizioni sbagliate o quando proprio non è il momento e si dovrebbe optare per scelte diverse. Molto spesso, soprattutto i giocatori meno esperti e i neofiti, tendono a fraintendere il senso del proteggere la propria mano. Capiterà spesso di vedere dei rilanci pre flop fuori misura o delle over bet nelle strade successive. Per inciso, con “over bet” si intende una puntata di una size superiore al piatto totale.
Proteggere la propria mano è una mossa molto sensata, ma che richiede venga fatto secondo i dovuti crismi.
Pre flop non andremo di conseguenza ad esagerare con gli importi del nostro rilancio, per non far scappare tutti, ma neanche faremo limp per trovarci in mezzo a un’ammucchiata dagli esiti imprevedibili. Un raise standard secondo la posizione al tavolo e basato sulle informazioni che abbiamo raccolto sugli altri player e il loro stile di gioco.
Al flop e al turn vale lo stesso discorso: va benissimo la protection bet per evitare di far pescare carte gratis, ma se siamo avanti noi, vogliamo essere chiamati. Pertanto niente over bet o simili che farebbero scappare tutti quelli che batteremmo, lasciandoci in gioco solo chi è superiore, ma neanche dei check che ci faranno mangiare le mani dopo quando si chiude qualche progetto agli altri. Si può anche fare, ma solo se fa parte di una strategia ragionata e se abbiamo ben chiari i passi dopo. Se decidiamo di preparare qualche trappolone giocando in slow play, è vero che non proteggiamo la mano come la giocata aggressiva standard, ma non per questo l’opzione va scartata a prescindere.
Quando puntare per raccogliere informazioni
Quante volte, dopo una richiesta di delucidazione circa una puntata che non ci quadra, abbiamo sentito la frase “ho puntato per vedere come stavo messo nella mano”? Questa, insieme alle varie sue declinazioni, ci dipinge un quadro abbastanza evidente di un enorme fraintendimento che sta alla base delle motivazioni per cui si fa una bet nel poker. Come per tantissimi giochi o sport vari, i parametri che favoriscono la vittoria sono molti e ciascuno ha decisamente un peso diverso. Il fulcro di tutta la faccenda risiede in un’unica domanda: quanto mi ripaga l’investimento che vado a sostenere per la sola raccolta di informazioni?
Immaginiamo di trovarci al flop e di avere incastrato un punto non troppo forte come una middle pair. Se decidiamo di puntare per capire dove siamo nella mano, abbia due soli esiti possibili: la prima è che l’avversario decide per il fold sulla nostra bet e in questo caso non abbiamo ottenuto informazioni utili. Abbiamo capito che lui non aveva range di call e stop, magari giocando diversamente avremmo anche potuto aumentare un po’ il profit di questa mano, ma ormai è andata.
Nel caso in cui, al contrario, l’avversario chiama o rilancia sulla nostra puntata. In questo caso quali informazioni abbiamo ottenuto? L’avversario ha un range con cui può decidere, come ha fatto, di proseguire con la mano. Ci aiuta in qualche modo saperlo adesso? Siamo avanti o no? Ha un progetto, un punto chiuso o ha chiamato per fare floating? Purtroppo il fatto che abbia fatto call sulla nostra bet “esplorativa” non ci aiuta ad avere maggiori certezze, anzi. A prescindere quindi dall’esito che il nostro avversario deciderà di portare alla mano, in tutti i casi abbiamo fatto un investimento dagli esiti incerti, senza peraltro ottenere nulla di utile in cambio.
Quando puntare per modificare la percezione della tua immagine al tavolo
L’immagine al tavolo di un giocatore è l’idea dello stile di gioco percepita dagli altri partecipanti alla partita. In quanto tale non ne avremo mai quindi il pieno controllo. Se non altro perchè la stragranda maggioranza dei giocatori che popolano il mondo del poker a livelli medio bassi, semplicemente non fanno caso al gioco degli altri giocatori.
La prima condizione per cui può aver senso investire tempo e denaro per la costruzione della nostra immagine al tavolo, ha senso solo se rispettano questa condizione. Ossia che gli avversari devono avere un livello tale di gioco che possano essere ricettivi circa le informazioni che inviamo per dare un’immagine, piuttosto che un’altra.
La seconda riflessione riguarda sempre il field della partita. Ossia le caratteristiche e lo stile di gioco degli altri player con i quali ci stiamo misurando. Ricordiamoci pertanto che a livelli medio bassi, e specialmente micro, non di rado vedremo sempre giocatori nuovi. Ha senso quindi investire soldi per creare
Se abitualmente frequentiamo la stessa partita privata, e di conseguenza i giocatori che possiamo aspettarci di trovare sono in larga parte sempre gli stessi. Oppure nel caso in cui frequentiamo cono regolarità una tale casa da gioco o casinò e anche qui notiamo che i giocatori che girano sui tavoli che frequentiamo di solito non hanno un ricambio così elevato.
In questi casi può aver senso investirci qualcosina, a patto che sia rispettata anche la condizione di prima, proprio perchè abbiamo qualche chance di trasformare questo in un investimento potenzialmente fruttifero in futuro.
La seconda condizione affinchè il nostro tentativo non sia un totale spreco di risorse, i giocatori devono essere solo quelli che sappiamo poter incontrare spesso in futuro.
Quando puntare per bilanciare i range
Quando il field dei nostri avversari non è proprio di bassissimo livello e ci troviamo quindi in una situazione ove il nostro stile di gioco e le percentuali di mani con cui giochiamo per valore o in bluff viene notato da molti giocatori, è di fondamentale importanza bilanciare i range. Molto banalmente significa non renderci troppo prevedibili giocando sempre allo stesso modo.
Se generalmente utilizziamo uno stile tight aggressive, ad esempio, è utile di tanto in tanto fare anche qualche giocata in bluff o allargare temporaneamente i nostri range di apertura pre flop. In questo modo gli avversari andranno certamente a trovare qualche difficoltà in più nel momento in cui si trovano a dover decidere come interpretare le nostre mosse.
La cosa fondamentale è però, anche in questo caso, far diventare questi accorgimenti un’abitudine e non scambiare il mezzo per il fine. l’obiettivo, in questo caso, resta sempre battere gli avversari vincendo più fiches e perdendone meno. Bilanciare i range è solo uno dei mezzi per ottenere quello scopo. Quando decidiamo quindi di fare un bluff, deve essere perchè notiamo le giuste condizioni e pensiamo di poter vincere la mano. Il fatto che in quel modo otteniamo anche di bilanciare i range, deve essere considerato come un graditissimo quanto prezioso vantaggio collaterale. Nulla di più.
Come approfondire
Abbiamo visto una carrellata di errori di valutazione molto frequenti che si fanno quando si decide di piazzare un bet. Si hanno magari anche ben chiari degli obiettivi che ci si aspetta da questa. Si tralascia tuttavia molto spesso tutte le considerazioni circa la reale profittabilità e gli esiti sotto altri punti di vista delle mosse in questione. Alla fine di ogni sezione che parla di ogni specifico tipo di bet c’è il link al relativo approfondimento. Si tratta di una spiegazione molto più completa e quasi sempre corredata di esempi pratici e spiegazioni passo passo per far proprie le strategie che qui abbiamo solamente accennato.
Ti invito davvero ad utilizzarli per far tuoi a fondo i concetti trattati. Mettendoli poi in pratica nella tua strategia di gioco, sono sicuro che noterai un buon salto di qualità e un netto miglioramento circa la sicurezza con cui approcciarsi al gioco.