L’Aston Martin potrebbe diventare più indipendente nella sua scalata alla vetta della F1. Ecco cosa accadrà nei prossimi anni.
Il Circus della F1 sta per riaccendere i motori, con la stagione targata 2022 che è alle porte. Tra una settimana prenderanno il via i test di Sakhir, tracciato dove verrà disputato il Gran Premio del Bahrain nel week-end compreso tra venerdì 18 e domenica 20 marzo. L’attesa è alle stelle, considerando l’avvento dei nuovi regolamenti che potrebbero mischiare le carte in tavola.
I team hanno lavorato sodo durante l’inverno per ultimare i loro progetti, restando a carte ben coperte nelle prove invernali di Barcellona. Dare giudizi è praticamente impossibile, anche se è la Ferrari è apparsa molto solida e Red Bull e Mercedes sembrano confermarsi le maggiori candidate al titolo mondiale.
Tra gli outsider, la McLaren sembra la favorita, con la MCL36 che appare stabilmente la quarta forza, con la possibilità di insidiare anche i top team. Alle sue spalle si prospetta un’accesa battaglia tra l’Aston Martin e l’AlphaTauri, con la variabile impazzita dell’Alpine che è apparsa del tutto indecifrabile.
La F1 ad effetto suolo ha affascinato sin da subito i tifosi, con monoposto bellissime e subito prestazionali. Chi si aspettava delle vetture praticamente uguali tra loro sarà rimasto molto deluso, dal momento che gli ingegneri hanno sfoderato una valanga di soluzioni tecniche differenti tra di loro.
Dopo le presentazioni farlocche di Haas e Red Bull, presentatesi in pista con progetti totalmente diversi da quelle viste nel giorno dell’unveiling, l’Aston Martin è stata la prima a farci apprezzare le reali forme dell’AMR22. Sebastian Vettel e Lance Stroll sono stati i primi a scendere in pista per lo shakedown sul tracciato di Silverstone, rivelandoci un progetto molto interessante.
La verdona non ha sfigurato a Barcellona, nonostante un inconveniente tecnico che ha bloccato il quattro volte campione del mondo nella mattinata di venerdì. Con mescola C5, Seb ha messo ha referto un buon 1’19”824, che lo ha collocato subito alle spalle dei top team. Va detto che il #5 ha dovuto sfruttare le gomme più morbide messe a disposizione dalla Pirelli, arrivando a quasi otto decimi da Lewis Hamilton a parità di compound.
Nel 2022, l’Aston Martin non ha potuto “copiare” la Mercedes, visti i regolamenti del tutto nuovi che imponevano una ripartenza totale ai tecnici. Fare peggio di quanto visto nella passata stagione sarà difficile, ma la battaglia nel miedfield è molto accesa e non è facile emergere.
L’Aston Martin ha fatto spesa di tecnici da Mercedes e Red Bull per arrivare al top in F1 nei prossimi anni. Lawrence Stroll ha parlato di un piano quinquennale per cercare di portare a casa il mondiale, ammettendo onestamente che pensare di vincere subito rappresenta un’utopia.
Tuttavia, l’obiettivo è quello di arrivare a produrre in proprio le power unit nel 2026, distaccandosi dalla Mercedes con l’arrivo dei nuovi regolamenti. Da quell’anno infatti, i motori saranno ben diversi e più semplificati, con l’eliminazione della MGU-H che ha attirato anche Audi e Porsche verso il Circus.
Il direttore tecnico Andrew Green, intervistato da “Formula1.com“, ha dichiarato: “Penso che andando avanti con le nostre ambizioni, stiamo sicuramente studiando la realizzazione in proprio di propulsori a lungo termine. Nel 2026 arriverà un nuovo regolamento sulle power unit e penso, come squadra, che ci piacerebbe lavorare ad un nostro progetto“.
L’Aston Martin è entrata in F1 nel 2021, e gli sponsor stanno già approggiando il progetto: “Ora abbiamo Aramco coinvolto come sponsor e penso che i rapporti andranno avanti nei prossimi anni, ma vedremo. Sicuramente studieremo per bene la possibilità di realizzare una nostra power unit per capire se c’è un vantaggio in quella direzione“.
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