La F1 correrà domenica prossima ad Austin e la situazione è in evoluzione dopo le problematiche vissute con le MotoGP poco fa.
Il mondiale di F1 sta per tornare negli Stati Uniti d’America, per la prima volta dopo la vicenda Coronavirus. L’edizione 2020 del Gran Premio degli Usa era infatti saltata per via della pandemia, assieme agli appuntamenti di Messico e Brasile che quest’anno saranno regolarmente in calendario.
Per il Circus si tratterà della nona visita ad Austin, terra di conquista per Lewis Hamilton che qui può vantare dolci ricordi. La prima vittoria assoluta la ottenne nel 2012 con la McLaren, dopo uno splendido duello contro la Red Bull di Sebastian Vettel. Il tedesco dominò l’edizione successiva, ma una volta passato alla Mercedes, il britannico piazzò un poker di successi consecutivi dal 2014 al 2017.
I tifosi della Ferrari hanno ricordi agrodolci su questa pista, ma non possono dimenticare la splendida affermazione di Kimi Raikkonen targata 2018, l’ultima vittoria in carriera del finlandese volante. Le cose sono tornate al loro posto l’anno dopo, con la Mercedes che ha piazzato una netta doppietta: Valtteri Bottas vinse, ma Hamilton divenne campione del mondo di F1 per la sesta volta chiudendo secondo.
La pista di Austin rientra di sicuro tra le migliori realizzate da Hermann Tilke, è ricca di saliscendi e curve veloci, oltre a vantare anche un lunghissimo rettilineo che agevola i sorpassi. Molto caratteristico il primo settore, dove è presente lo “snake” che ricorda le Becketts di Silverstone. Su questo tracciato l’agilità nei curvoni veloci ed una buona trazione, richiesta nell’ultimo tratto, possono fare la differenza.
Essendo ricco di saliscendi, il circuito di Austin presenta anche molte problematiche relative all’asfalto, che risulta sempre sconnesso. L’esempio lampante lo abbiamo avuto con la MotoGP un paio di settimane fa, a tal punto che i piloti erano arrivati quasi a minacciare l’ammutinamento dalla corsa.
F1 ad Austin, in arrivo alcune novità
Quanto accaduto nel Motomondiale deve aver fatto drizzare le orecchie anche in F1, visto che le sconnessioni possono provocare guai anche alle monoposto. Nel 2019 ad esempio, la Ferrari di Sebastian Vettel ruppe una sospensione posteriore su un avvallamento, una cosa che raramente si era vista in precedenza.
Il direttore di gara, Michael Masi, finito nell’occhio del ciclone durante l’anno per alcune scelte a dir poco discutibili, ha chiarito che la Formula 1 non avrà problemi il prossimo fine settimana: “Nei giorni scorsi sono stato in contatto con i miei colleghi della FIM per farmi un’idea di cosa stesse succedendo al Circuit of The Americas. Mi è stato detto che gli organizzatori sono già al lavoro per risolvere i problemi. Una delle cose che hanno intenzione di fare è quella di levigare i dossi, per appianarli ed impedire che rendano instabili le vetture“.
LEGGI ANCHE >>> F1, quanto guadagnano i piloti? Ecco chi è il più ricco di tutti
Un’ulteriore incognita potrebbe essere quella del meteo, visto che le prime anticipazioni prevedono pioggia pesante almeno per venerdì e sabato. Ad Austin l’unica gara bagnata c’è stata nel 2015, quando le condizioni variarono di giro in giro. I prossimi aggiornamenti li avremo tra pochi giorni.