L’ex pilota della Ferrari ha parlato della carriera del sette volte campione del mondo Lewis Hamilton. Ecco le sue parole sul pilota della Mercedes.
Lewis Hamilton è tra i migliori piloti di sempre. I numeri lo testimoniano e il temperamento dell’anglocaraibico lo dimostra. Il 2021 è stato un anno intenso per il driver della Mercedes. Il sogno di coronarsi campione per l’ottava volta, come nessuno nella storia, si è dissolto all’ultima tornata del Gran Premio di Abu Dhabi. Una delusione cocente che avrebbe segnato anche il driver più calmo della storia.
Lewis si è sentito strappare un titolo che aveva già cucito sulla pelle. Tutto a causa di un errore madornale di Michael Masi. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Il direttore di gara australiano aveva già commesso clamorosi scivoloni nei mesi precedenti. La differenza l’hanno fatta anche le scelte che Masi prese a Spa, consegnando quasi a tavolino la vittoria al pilota rivale della Red Bull Racing. Un posizionamento che ha messo Max nelle condizioni migliori per l’epilogo di Abu Dhabi.
I due contendenti si erano alternati con primi e secondi posti, fino all’ultimo round dello scorso campionato. Il sorpasso finale ricevuto in curva 5 rimarrà sempre un brutto ricordo nella testa di Lewis. Dopo aver dichiarato via radio che qualcosa era stato manipolato, qualche metro dopo aver passato la bandiera a scacchi di Abu Dhabi Lewis ha, sportivamente, stretto la mano a Max Verstappen. Per mesi poi è sparito dalla circolazione, non pubblicando neanche sui proprio canali social aggiornamenti sul suo conto. Il 2022 non è partito bene per il fenomeno della Mercedes.
Il paragone di Berger su Lewis Hamilton
Il campione inglese ha vinto 103 gare e ottenuto 103 pole position. Nonostante alti stratosferici, ha vissuto anche momenti molto difficili. Oltre ad Abu Dhabi, fu beffato anche in Brasile nel 2007 ai tempi della McLaren quando Kimi Raikkonen vinse suo primo Mondiale e nel 2016 nella lotta con suo ex compagno di squadra Nico Rosberg. Negli ultimi due casi citati, però, il campione non dovette accontentarsi della seconda posizione per un “errore umano” di un direttore di gara.
I sei titoli mondiali conquistati in Mercedes sono stati conquistati grazie ad auto strepitose. Ma i campioni più forti sono sempre stati nei team migliori. E’ un concetto che nello sport vale per tutte le categorie. Gli esponenti principali di una disciplina sono pagati dalle migliori squadre per performare ai massimi livelli. Lewis Hamilton, in carriera, non ha fatto eccezioni. Per di più, grazie ad una personalità spiccata, è diventato un promotore di iniziative sociali anche fuori dall’abitacolo.
In una intervista di Autosport l’ex pilota F1, Gerhard Berger ha risposto ad una domanda molto particolare del giornalista. L’ex pilota della Ferrari ha combattuto in pista negli stessi anni di Ayrton Senna e Alain Prost. Per Berger Lewis è “da qualche parte nel mezzo” tra i due grandi ex campioni della McLaren. Prost e Senna avevano stili molto diversi. Nella prima parte di carriera Lewis, proprio come Verstappen ora, era più aggressivo e si prendeva più rischi. Negli ultimi anni è diventato più riflessivo come il “Professore” francese.
“Alla fine per me, dopo questi 45 anni in cui sono stato qui, Lewis e Senna sono i due migliori che abbia mai visto. Metto comunque Ayrton come numero uno. Perché il fascino di Senna e la personalità di Senna erano un altro livello. Ma dal punto di vista sportivo, penso che Lewis sia bravo quanto Senna“. In merito a Verstappen, Berger ha dichiarato: “Quest’anno, se ha l’auto migliore, forse si adatterà, o lo farà in un modo diverso, perché forse non ha bisogno di aggressività. Quando sei così aggressivo e non funziona, ti tocchi, o esci di gara, fa male. A volte è meglio fare come Lewis l’anno scorso, dire ‘ok, per me è peggio se perdo alcuni punti in questa gara, perché li riprenderò in un altro modo’. Tutto dipende da quanto è buono il tuo pacchetto“.