L’integrità della F1 non verrà salvata dal licenziamento del direttore di gara Masi. Ecco il motivo secondo l’ex pilota Brundle.
Il mondiale è finito da poco più di un mese eppure continua a far discutere e a scaldare gli animi. In attesa del 18 marzo e dell’ultima decisione della FIA riguardante i pazzi accadimenti di Abu Dhabi, non smettono di rincorrersi le voci di un prossimo allontanamento di Michael Masi dalla posizione di responsabile di gara.
Il pasticcio combinato quando in pista c’era la Safety Car, con il campionato assegnato proprio a seguito della scelta dell’australiano di far ripartire l’evento ad una tornata dalla bandiera a scacchi, potrebbe condurre alla sua uscita di scena.
Un’opzione che secondo alcuni sarebbe priva di senso. Non è sacrificando un membro federale che si risolvono le confusioni regolamentari.
Di questo ne è convinto anche Martin Brundle, da tempo commentatore per Sky Sports UK.
F1, Michael Masi: arriva la clamorosa decisione per il 2022
Il pensiero dell’ex F1 sul Masi-gate
Per il 62enne, con 158 GP alle spalle tra il 1984 e il 1996, il Circus dovrebbe intervenire in maniera differente. Ad esempio aggiungendo del personale.
“Gestire da solo 23 round è troppo. Un tempo, quando c’era Charlie Whiting, gli appuntamenti erano 16-18 e lui poteva contare sull’appoggio di Herbie Blash“, ha dichiarato ad Autosport.”In questo modo potevano tenere tutto sotto controllo. Oggi, con il calendario in estensione ci sarebbe bisogno di una seconda figura“.
Sarà dunque questa la strada che verrà presa? Può essere. Di certo, qualora l’attuale responsabile dovesse restare dovrà amministrare una pressione fortissima. Tutti resteranno in attesa di un suo inciampo per metterlo ulteriormente sulla graticola.
Di avviso completamente opposto, per Johnny Herbert il danno d’immagine fatto alla F1 è stato talmente importante da non meritare più la fiducia. “Penso che ormai sia svanita”, ha puntualizzato tranchant, poco incline a concedere al 44enne una seconda chance.
E qui parte il punto interrogativo. Chi potrà rimpiazzarlo? Un ruolo del genere può essere occupato solamente da chi ha esperienza. Da chi le corse della massima serie le vive da tampo.
“Michael è stato fortunato. Lui aveva lavorato fianco a fianco con Whiting e da lui aveva imparato moltissime cose. Di conseguenza, se mi chiedete se qualcuno è alla sua altezza, al momento, vi dico di no“, ha chiosato il 57enne secondo cui il 2022 della F1 sarà di continuità con il 2021 malgrado molto necessiti di essere fatto per migliorare un volto diventato improvvisamente privo di credibilità.