Il libro della F1 narra di campionati epici e storie di personaggi unici che hanno cambiato la storia di questo sport.
La F1 attuale ha stravolto, completamente, l’immagine dei cavalieri del rischio che hanno scritto pagine epiche del motorsport. I piloti di oggi sono, apparentemente, molto vicini ai fan, attraverso i canali social. Hanno uno stile di vita sano che, al netto di una privacy sempre più violata, regala una immagine quasi angelica dei protagonisti del circus.
Nel mondo del politicamente corretto, ogni azione dei nuovi protagonisti della categoria regina del motorsport, finisce sotto la lente di ingrandimento di milioni di appassionati. Sempre più lontani sono i tempi quando i piloti erano liberi di battagliare in pista, divertirsi fino a tardi, bere, fumare e farsi vedere in compagnia di tante belle donne. L’esempio eclatante, in tal senso, è stato James Hunt. Genio e sregolatezza accompagnati da un fisico da maschio alpha. L’inglese ha vissuto una vita di piaceri con uno stile del tutto dissoluto che oggi sarebbe stato condannato e criticato dai più.
Un campione F1 immortale
Per un Hunt che si è spento molto presto, nel circus fa ancora regolare apparizione un altro personaggio che ha segnato un epoca d’oro per la F1.
L’11 giugno 1939 sulle rive del fiume Leven nel Clyde in Scozia nacque un autentico fenomeno del motorsport. Jackie Stewart, tre volte campione del mondo F1, è attualmente l’iridato più anziano dell’intero circus. Dopo la morte di John Surtees, avvenuta il 10 marzo 2017, lo scozzese è diventato con i suoi 82 anni l’highlander della F1.
In carriera ha corso per la BRM, il team Matra e la Tyrrell. Nella sua prima stagione nel 1965 Stewart riuscì ad arrivare terzo in classifica piloti, levandosi la soddisfazione di vincere una corsa nell’anno del debutto. La prima affermazione iridata arrivò sulla Matra. Nel team francese Jackie arrivò secondo in graduatoria nel ’68 dietro Graham Hill, per poi trionfare l’anno successivo, dominando la stagione. Il pilota britannico vinse addirittura sei gare, un numero altissimo considerato il calendario dell’epoca di soli undici GP.
Sulla Tyrrell il campione del mondo più anziano del circus divenne un asso quasi imbattibile. Nel team inglese Stewart collezionò la bellezza di 15 vittorie in F1. Trionfò nel 1971 e nel 1973 laureandosi, complessivamente, tre volte campione del mondo e da tale decise di salutare il circus.
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Nel corso della sua vita, premiato per le sue vittorie in pista, Jackie fu nominato “Sir” e ha ricoperto diversi ruoli. Si è cimentato nel giornalismo sportivo, è diventato un eccellente tecnico collaudatore automobilistico e consulente pubblicitario, oltre che team manager in F1.
Il tre volte campione del mondo insieme al figlio Paul, dopo l’ottima esperienza maturata nelle formule minori con la Stewart Racing, fondò il team Stewart Grand Prix, poi nominato per le sponsorizzazione HSBC Stewart Ford. Una vita intensa che Sir Jackie vive ancora al massimo, presenziando spesso a molti appuntamenti mondiali. Un personaggio fuori dalle righe che proprio per questo suo stile inconfondibile è diventato una icona del motorsport.