Uno degli errori commessi dalla F1 attuale è quello di non aver saputo scegliere i tracciati più cari ai tifosi. La caccia ai circuiti lontani dall’Europa iniziò nel 1999, quando nel calendario venne introdotto il Gran Premio della Malesia. Il tracciato di Sepang fu, a dire il vero, realizzato con cura e divenne in breve una delle piste più tecniche del mondiale.
Nel 2000 fu una pista che si rivelò subito decisiva, assegnando il titolo costruttori alla Ferrari all’ultima gara, contro la McLaren. Un nuovo ingresso nel Circus ci fu nel 2004, quando in mezzo al deserto, venne aperta la pista di Sakhir. Il Gran Premio del Bahrain debuttò tra lo stupore generale, e man mano divenne un appuntamento fisso del calendario. Solo nel 2011 non si è corso qui per motivi di ordine pubblico.
Man mano, gli ingressi di nuovi circuiti sono diventati all’ordine del giorno. Nel 2005 fu l’anno della Turchia con l’Istanbul Park, ma anche in questo caso stiamo parlando di un impianto ben realizzato e che ha sempre regalato gare spettacolari. L’ultima, fra l’altro, ci ha tenuto incollati davanti al televisore pochi giorni fa.
Successivamente è stato il turno di tracciati molto meno esaltanti, come Singapore nel 2008 che ha rappresentato un evento storico: si è trattato infatti della prima corsa in notturna della storia, evento molto attrattivo per il mondo arabo. Nel 2009 infatti, anche ad Abu Dhabi si disputò un GP per la prima volta, ed il via venne dato al tramonto.
La pista di Yas Marina è forse la meno azzeccata tra quelle moderne, a tal punto che Kimi Raikkonen la definì una mer*a, dopo appena due sessioni di prove libere. Deludente per gli appassionati anche l’ingresso della Russia targato 2014, mentre dei graditi ritorni sono stati quello degli Stati Uniti e del Messico. A fine stagione esordiranno Qatar ed Arabia Saudita, due paesi in cui la tradizione motoristica non è mai esistita.
Dopo anni di delusioni riguardo alla selezione delle piste, il Covid ha sconvolto anche il calendario di F1, riportando in auge tracciati come Imola, Mugello, Nurburgring e Turchia. L’Enzo e Dino Ferrari pare aver ritrovato una presenza fissa almeno fino al 2025, mentre per le altre piste non ci sono speranze. L’Istanbul Park è attualmente in ballottaggio con Singapore, ma il tracciato di Marina Bay appare in vantaggio.
Uno dei paesi che rivuole la F1 è il Sudafrica, dove si è corso sino al 1993 sullo splendido impianto di Kyalami. A tal proposito, sono arrivate le dichiarazioni di Warren Scheckter, nipote del Jody campione del mondo con la Ferrari nel 1979. L’opportunità di riportare il Circus nel continente più antico sembra davvero concreta.
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“Abbiamo già mostrato al mondo che sappiamo accogliere eventi di rilevanza internazionale, come accaduto con i Mondiali di calcio nel 2010. Un GP è quello che ci serve per rilanciare l’immagine del Sudafrica nel mondo anche dal punto di vista turistico e culturale. Ultimamente stiamo accogliendo i vertici del campionato con visite al circuito e potremmo avviare alcune trattative per tentare di ottenere la corsa. Il prossimo anno avremo degli incontri decisivi“.
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