Emanuele Pirro, ex pilota, ha fatto parte della giuria in numerosi appuntamenti stagionali. Secondo lui la situazione sarebbe sfuggita di mano a causa dei team principal dei top team.
Lewis Hamilton e Max Verstappen e se ne stanno dando di santa ragione. Il livello della sfida è cresciuto con il passare dei Gran Premi e sta dividendo il tifo mondiale. Il duello tra due rivali alla corona iridata è iniziato ad essere infuocato a Silverstone in occasione del GP di casa del pilota inglese della Mercedes. In quell’occasione il sette volte campione del mondo è stato penalizzato per aver, nelle prime fasi di gara, colpito l’avversario diretto per il titolo.
L’incidente a Silverstone tra i rivali ha creato le prime frizioni. Lewis Hamilton, infatti, nonostante la penalità riuscì a rimontare e vincere davanti al suo pubblico. Max ritenne poco sportivo e giusto l’atteggiamento di Hamilton che festeggiò il trionfo, mentre l’olandese era sottoposto ad accertamenti medici. Il secondo round è avvenuto invece a Monza, in occasione del Gran Premio d’Italia, dove stavolta fu l’olandese a commettere una scorrettezza punita dei commissari di gara. Alla prima variante il figlio d’arte di Jos chiuse con estrema veemenza la traiettoria all’avversario, finendo per atterrare sulla Mercedes W12 di Hamilton. Quest’ultimo salvaguardò la propria incolumità fisica grazie alla presenza dell’halo che scongiuro un impatto pericolassimo tra la ruota posteriore destra di Max e il suo casco.
In nessuno dei due casi sopracitati la volontà dell’avversario era quella di tentare al benessere fisico dell’altro. in ogni caso i due incidenti hanno portato ha conseguenze opposte. Nel primo caso Lewis Hamilton ha approfittato dell’uscita di pista del rivale per vincere il GP, mentre nella seconda circostanza entrambi hanno chiuso la gara a zero punti. La terza battaglia, senza esclusione di colpi, è accaduta nello scorso weekend nel velocissimo tracciato cittadino di Jeddah.
Dal punto di vista di Emanuele Pirro l’intensità della sfida tra i due contendenti al titolo mondiale è andata oltre la sana rivalità sportiva. In un’escalation di tensioni l’unico obiettivo dei due piloti di testa era quello di vincere a qualsiasi costo a Jeddah. Secondo l’ex pilota e vincitore della 24 Ore di Le Mans sono state rivolte a Michael Masi, direttore di gara, delle critiche eccessive.
Emanuele Pirro ha giustificato l’operato di Masi, spiegando che la decisione di invertire le posizioni in griglia dopo la bandiera rossa ha rappresentato un alibi per le polemiche. Il problema secondo Pirro e che le comunicazioni via radio sono avvenute in diretta TV, portando i fan a trarre conclusioni affrettate e sbagliate. Pirro ha aggiunto che un esperimento di un collegio unico è stato già provato in passato e non ha portato i risultati sperati.
L’ex tester della McLaren al riguardo ha dichiarato: “si finì per pensare possibili favoritismi. Guardiamo alla giustizia sportiva e ordinaria: le leggi sono uguali per tutti, ma i giudici cambiano. Immaginiamo se nel calcio il miglior arbitro seguisse sempre la miglior squadra…”.
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Emanuele Pirro ha oggi 59 anni e ne ha viste tante di battaglie nel Motorsport. All’epoca di Prost e Senna ebbe l’occasione di osservare la sfida epica tra i due campioni da una prospettiva interna. In carriera Pirro ha vinto cinque volte la 24 Ore di Le Mans ed ha ottenuto novi podi nella gara endurance francese. Secondo la sua opinione il principale problema in Formula 1 è legato all’atteggiamento dei team principal delle squadre. “Molta responsabilità è dei team principal che, invece di gettare acqua sul fuoco si sono affrontati verbosamente. Dovrebbero raffreddare gli animi ed aiutare i piloti a non commettere sciocchezze potenzialmente pericolose“, ha concluso Pirro in esclusiva al Corriere dello Sport.
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