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Ferrari, altro che rinascita: un dato la dà già per sconfitta nel 2022

La Scuderia Ferrari si è prefissa l’obiettivo di tornare al vertice della categoria regina del motorsport nel 2022. C’è però un dato che fa riflettere.

Mattia Binotto Ferrari (Getty Images)

“Il 2022 è un’opportunità per aprire un nuovo ciclo”, sentenziò Mattia Binotto l’estate scorsa. Nel luglio del 2020, invece, John Elkann, presidente della Ferrari, dichiarò: “L’auto non è competitiva. Lo si è visto in pista e lo si vedrà ancora. Ma questa constatazione non deve togliere l’ottimismo per il futuro. Perciò bisognerà cominciare un nuovo ciclo dal 2022 quando cambieranno le regole. La Ferrari c’è sempre stata e ci sarà sempre. Torneremo a essere competitivi e punteremo a vincere. Siamo fiduciosi”.

Partiamo dal vertice della piramide rossa. John Elkann, erede di Sergio Marchionne, ha da tempo spostato il focus della stagione sul prossimo anno. Sia la SF1000, la monoposto del 2020, che la SF21 nel 2021 non sono state in grado di vincere una corsa. Da due stagioni i tecnici di Maranello attendono con ansia il campionato della rinascita, sperimentando in galleria del vento il nuovo modello di auto ad effetto suolo che verrà presentato nel 2022.

Il terzo posto nei costruttori non deve tradire l’attuale situazione della Rossa e degli altri team alle spalle di Mercedes e Red Bull Racing. Oggi la F1 è una corsa a due velocità, dietro ai top team si alternano saltuari risultati di McLaren, Alpine, Aston Martin, AlphaTauri e Ferrari. L’ordine non è casuale e certifica le ultime vittorie di team diversi dai primi due della graduatoria mondiale. La McLaren con Daniel Ricciardo a Monza ed Esteban Ocon in Ungheria con il team francese hanno trionfato nel 2020. Sergio Perez sulla Racing Point, attuale Aston Martin, si è aggiudicato il Gran Premio di Sakhir nel 2020, mentre persino la ex Toro Rosso, oggi denominata AlphaTauri, si è tolta il lusso di salire sul gradino più alto del podio nel Gran Premio di Italia dello scorso anno.

Bisogna risalire al 2019 per rivedere la Ferrari festeggiare una vittoria. L’ultimo a riuscirci fu Sebastian Vettel a Singapore quasi 800 giorni fa. I trionfi di Charles Leclerc e Sebastian Vettel furono macchiati anche dalla brutta storia dell’irregolarità della Power Unit della SF90, taciuto con un accordo segreto con la FIA.

La crisi nera della Ferrari

L’arrivo in squadra di Carlos Sainz, al posto di Sebastian Vettel, ha avuto un impatto positivo, ma è palese che i problemi della Rossa non siano più i piloti. Campioni del mondo come Fernando Alonso e Sebastian Vettel si sono succeduti nell’abitacolo del Cavallino nel tentativo di riportare la Ferrari sul tetto del mondo. Entrambi non ci sono riusciti, sfiorando il titolo mondiale. Charles Leclerc ha messo in mostra tutto il suo talento nell’anno del debutto con il Cavallino.

L’organizzazione attuale della squadra non lascia però molto fiduciosi in ottica futura. Il tempo delle promesse è giunto al termine perché dopo le prossime due gare si inizierà a fare sul serio in vista del 2022. La stagione del riscatto potrebbe essere più in salita di quello che ci si immagina. Nei cambi di regolamento tecnico, storicamente, la Ferrari non è mai stata all’avanguardia e il dominio motoristico dei top team è schiacciante. In classifica costruttori, al momento, la Ferrari è riuscita a risalire al terzo posto ma accusa un distacco di quasi 250 punti da Mercedes e Red Bull Racing motorizzata Honda.

Dando uno sguardo agli ultimi tre cicli tecnici che hanno dominato la scena negli ultimi vent’anni di F1 e oltre, possiamo fare una riflessione. La Mercedes, in corsa per l’ottavo titolo costruttori consecutivo, ha iniziato a dominare nel 2014, ma avendo chiuso la stagione precedente al secondo posto. La Red Bull Racing che ha dominato la scena dal 2010 al 2013, chiuse il campionato 2009 al secondo posto alle spalle della Brawn GP F1 team. La stessa Ferrari degli anni d’oro di Michael Schumacher arrivò seconda nel 1998 dietro alla McLaren Mercedes. Dal 1999 al 2004 la Rossa si aggiudicò poi sei titoli costruttori consecutivi.

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C’è un dato che, quindi, si ripete puntuale prima dell’apertura di un nuovo ciclo di vittorie. In tutte le ultime tre occasioni, in quasi 25 anni di Formula 1, il team che ha chiuso in volata al secondo posto poi ha padroneggiato negli anni successivi con cicli che hanno riscritto la storia della categoria regina del motorsport. La Ferrari, nel 2022, dovrebbe sfatare anche questo tabù e, considerate le premesse, non sarà facile.

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