La F1 sta andando sempre più verso un calendario fin troppo ricco di eventi. Qualcosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi.
Nella giornata di ieri, vale a dire il 21 luglio, si celebrava il ventesimo anniversario del quinto titolo iridato vinto da Michael Schumacher in F1. Si trattava, in quel caso, dell’undicesimo appuntamento stagionale, corso a Magny-Cours e valido per il Gran Premio di Francia.
Tuttavia, se la prima parte di stagione prima della pausa estiva all’epoca aveva un numero di gare simili ad oggi, non si può dire lo stesso della seconda. Nel 2002, infatti, al 21 luglio mancavano sole sei gare al termine del campionato, per un totale di diciassette in stagione, con un’annata che si chiudeva in Giappone nel mese di ottobre.
Al giorno d’oggi, dopo due decenni, la F1 è cambiata in tutto e per tutto. Non ci sono più quei fantastici motori V10, non c’è più la sfida tra Bridgestone e Michelin per quanto riguarda le gomme, le vetture sono del tutto diverse. Sicuramente, alla gran parte del pubblico piaceva più lo spettacolo di quel periodo, anche per via di un calendario distrubuito più equamente.
Ventidue gare sono decisamente troppe, e le squadre rischiano seriamente di risentirne. Liberty Media, nella persona di Stefano Domenicali, ha intenzione di proseguire ad aumentare il numero degli appuntamenti mondiali, il tutto nel nome dello show e del business, ma senza il minimo rispetto per chi lavora in questo ambiente.
Tralasciando i piloti, che trascorrono relativamente poco tempo in macchina nel corso del fine settimana, la vera sfida riguarda i meccanici. La loro vita è una vera e propria avventura, considerando che sono i primi ad arrivare in circuito e gli ultimi ad andarsene. Sono loro che montano il box, che organizzano tutto il lavoro sin dalle prime fasi, per poi passare all’assemblaggio ed al controllo delle vetture parcheggiate nei garage.
Al giovedì sono sempre in pista, per portare le auto alle verifiche e per ricondurle poi nel box. I ragazzi delle squadre non si fermano mai, e dal venerdì alla domenica inizia la loro vera battaglia. A tutto ciò vanno aggiunti anche gli imprevisti, ovvero gli incidenti dei piloti che costringono, spesso e volentieri, gli uomini in tuta a restare svegli a lungo per riparare i danni.
Sovente è capitato che per la sostituzione di un telaio si dovesse lavorare per tutta la notte, ma c’è da dire che tutto ciò, alla lunga, diventa davvero massacrante. L’obiettivo di Domenicali e della sua banda è quello di portare presto il calendario sulle 25 gare, per poi passare al disumano numero di 30 appuntamenti in una singola stagione. Numeri pazzeschi che annullerebbero la vita sociale di chi lavora nel paddock.
Inoltre, c’è anche da considerare un altro aspetto, che ovviamente va di pari passo con l’aumento delle gare: negli ultimi anni, il mondiale è terminato a dicembre inoltrato, decisamente troppo tardi considerando che il lavoro inizia sempre a febbraio con i test invernali. Ciò significa che piloti, meccanici e staff hanno praticamente solo due mesi di riposo in tutta la stagione, e questo, prima o poi, porterà all’esaurimento parecchie persone.
F1, la FIA allunga le ore di coprifuoco
Lo scorso anno, quando la F1 fece tappa per la prima volta in Qatar, venne riportato da vari media che diversi meccanici, anche quelli della Ferrari, subirono dei veri e propri collassi per via della stanchezza. Infatti, prima di giungere a Losail, il Circus era stato protagonista di un viaggio massacrante, che aveva portato le squadre da Austin al Messico, per poi trasferirsi in Brasile ed, in ultimo, in Qatar.
Certe distanze, con tutto ciò che comportano quali fusi orari diversi ed anche cambiamenti climatici improvissi, mettono a serio rischio la salute di chi lavora nel paddock. La F1 e la FIA hanno deciso di intervenire, anche se le differenze saranno davvero minime. L’orario del coprifuoco, per la prossima stagione, verrà infatti allungato a 14 ore dalle 13 attuali nel 2023, per poi passare a 15 nel 2024.
Saranno comunque concesse due eccezioni al venerdì sera, anche se è bene spiegare cosa significa coprifuoco, anche se con il Covid-19 ce ne siamo fatti un’idea praticamente tutti. Nella massima formula, questa parola indica che nessuno può toccare le macchine o addirittura entrare nei garage per un certo numero di ore, in genere dalla sera alla mattina successiva.
Spesso, in TV sentiamo parlare di rottura del coprifuoco, che avviene proprio quando i meccanici sono costretti a lavorare per riparare dei gravi danni sulle loro monoposto. La modifica fatta dalla Federazione Internazionale potrà cambiare davvero poco, anche se ci sono nuove idee allo studio.
I viaggi infatti, tra un luogo di gara ed un altro, saranno più ragionati, per cui non si passerà direttamente dal Brasile al Qatar come avvenuto lo scorso anno, ma si cercheranno distanze minori ed in diversi lassi temporali. Tuttavia, il calendario crescerà comunque a dismisura e questo è un dato preoccupante, perché la vita sociale di tutti ne risentirà, e lo stress raggiungerà livelli molto alti.