La nuova line-up Mercedes formata da Hamilton e Russell ha funzionato bene in apparenza. Ma per Lewis c’è un motivo. E il box trema.
C’è da scommetterci che Toto Wolff abbia tremato dopo aver ascoltato le parole di Lewis Hamilton. Al termine del fine settimana della F1 ad Austin, il sette volte iridato si è lasciato andare ad una valutazione del suo primo anno di convivenza con George Russell che non fa sperare per il futuro.
Chiamato ad esprimersi sul rapporto con il giovane rampante di King’s Lynn, il 37enne non si è nascosto dietro ai classici commenti alla “volemose bene”. Anzi, al contrario ha circoscritto la natura pacifica della loro collaborazione alla scarsa competitività della macchina.
In soldoni, se la W13 fosse stata forte abbastanza da permettere loro la lotta per la vittoria o per il podio con una certa costanza, sarebbero state botte da orbi. In quanto ognuno avrebbe preteso di primeggiare sull’altro.
Considerato che stiamo parlando di F1, una simile affermazione non stupisce. Da sempre nella top class, più che altrove, il compagno di squadra è considerato il primo avversario.
“Speriamo di avere una monoposto migliore l’anno venturo“, l’auspicio del #44 parlando ad Auto Motor und Sport. “In quel modo potremo spremere al massimo il mezzo a disposizione, anziché concentrarci sulla ricerca dei set-up più adatti. Solo allora assisteremo a dei veri duelli tra di noi“.
In fine dei conti, battagliare per la medaglia di legno o peggio, non dà alcun gusto a chi è sempre stato abituato a dominare, o almeno dall’avvio dell’era ibrida nel 2014. “Se ad Abu Dhabi il mio team-mate dovesse terminare in Mondiale più avanti, non mi dispiacerà, visto che siamo in quinta o sesta piazza. Ma se fossimo primo o secondi, la storia sarebbe ben diversa“.
Hamilton mette sull’avviso Russell in ottica 2023
Agguerrito e motivato a mettersi tutti alle spalle per centrare, finalmente, l’obiettivo mancato nel 2021, ovvero l’ottavo sigillo iridato che lo farebbe diventare il più vincente della storia della F1, Ham ha cominciato a preparare il terreno per la rivincita, dopo il ko dell’annata passata, e la stagione incolore in via di conclusione.
Se la Stella dovesse sfoderare una vettura-missile, in stile W12 o sorelle maggiori, è scontato che il britannico farà di tutto per oscurare il trionfatore della F2 del 2018. Tutto ciò per la gran felicità del responsabile del muretto che, ha vissuto momenti a dir poco traumatici nel 2016.
Allora Lewis aveva come collega di marca un certo Nico Rosberg, piuttosto determinato a fare suo almeno un titolo e a raggiungere il padre Keke. Un sogno, come sappiamo, raggiunto, ma con un alto costo in termini di nervi e psiche.
Da quel campionato alla squadra di Stoccarda uscirono tutti provati. Addirittura il tedesco non se la sentì più di andare avanti e a pochi giorni dal successo di Yas Marina, annunciò il suo ritiro dalle corse. Mentre per quanto riguarda il dirigente viennese, beh, lui ha ripetuto spesso da allora, di non voler più vivere qualcosa del genere.
Stracci volati in garage, nel retro podio e ruotate senza esclusione di colpi in pista. Un mix di ingredienti esplosivo che fece implodere il gruppo germanico in quel frangente. E che ora rischia di ripresentarsi. Molto dipenderà da come reagirà il #63. In questo primo assaggio di vita in un top team ha dato prova di non amare accodarsi. Per cui possiamo solo immaginare che con una macchina un po’ più in palla, venderà davvero cara la pelle. Privo di timori reverenziali.