Il mondiale di F1 è uno dei campionati più costosi al mondo per quanto riguarda la quota d’iscrizione. Ecco di che cifra si tratta.
Se non avete molti soldi da spendere, la F1 non fa proprio al caso vostro. I costi relativi al Circus iridato sono divenuti inaccessibili sotto diversi aspetti negli ultimi anni. Il più banale? I biglietti per assistere ad un Gran Premio, tanto per fare un esempio. Il prezzo non scende mai sotto i 100 euro, ma se si vuole avere una visuale decente, non è possibile spendere meno del doppio rispetto alla cifra riportata sopra.
L’accesso al paddock è praticamente proibito, visto che l’acquisto dei pacchetti vip supera di gran lunga i 1000 euro. Per quanto riguarda le spese che i team devono sostenere, dal 2022 interverrà il budget cap, fissato sui 45 milioni di euro all’anno. Sino ad oggi comunque, si sono spesi molti più soldi, soprattutto a causa delle costosissime e sofisticate power unit turbo-ibride.
La differenza maggiore con il passato è data dalla mancanza di ingressi di case ufficiali in F1. Dal 2010 in avanti, solo la Haas nel 2016 ha accettato la sfida di entrare nel Circus, anche se in questi giorni si parla molto di Audi che potrebbe partecipare al mondiale nel 2026. Ai tempi del dominio Ferrari con Michael Schumacher, erano presenti BMW, Mercedes, Honda, Toyota, Jaguar e Renault, mentre oggi ci sono solo la rossa, la Stella a tre punte e la stessa casa francese, considerando l’addio di Honda a fine 2021.
Gli alti costi e la mancanza di test per sviluppare i propri motori o le proprie auto non invogliano i nuovi costruttori ad avvicinarsi, visto che il rischio è quello di sprecare tanto denaro per fare solo brutte figure. Prima di vincere assieme alla Red Bull ed a Max Verstappen, la casa nipponica ha dovuto tribolare per cinque anni, sommandoli alle tante umiliazioni subite dalla McLaren e dai team radio di Fernando Alonso.
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Prendendo i team presenti oggi in F1, è possibile effettuare una stima di quanto spendano solo per effettuare l’iscrizione al campionato, escludendo dunque le spese per gli stipendi dei piloti e la costruzione della monoposto. Ovviamente, le squadre migliori in base alla classifica dell’anno precedente sono quelle che pagheranno di più la stagione successiva. Questa che vi proponiamo è una classifica sulle quote d’ingresso per il mondiale 2021, quello appena concluso.
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Le cifre elencate rendono bene l’idea di quanto il mondo della F1 sia diventato abbastanza irraggiungibile, anche per i piccoli costruttori che una volta erano l’essenza di questo sport. Con la tecnologia ibrida si è creato un gap prestazionale tra i top team che è impossibile da colmare, e che raramente si era visto. La speranza è che le nuove regole rimescolino le carte in tavola.
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