Nel GP di Miami la F1 è tornata a vivere polemiche feroci. Ma con l’addio di Michael Masi non si doveva essere risolto tutto?
C’era grande attesa per il GP di Miami, il primo in Florida dopo l’annuncio qualche anno fa del ritorno della F1. Una sorta di Montecarlo bis, visto tutto il contorno che ha accompagnato questa corsa. Alla fine c’è un dato che è emerso più di tutti: quello dei 240 mila spettatori, che vuol dire sold out per l’evento. Dobbiamo dire che non era così scontato, visto il rapporto degli americani con il mondo dei motori “europeo”. Il numero di circuiti visitati dalla F1 negli anni fa capire che l’amore ha sempre stentato a decollare. Ma con Miami, e dal prossimo anno con Las Vegas, c’è da scommettere che gli Usa cominceranno a fare sul serio (forse).
C’è da dire però che il GP di Miami ha visto di nuovo esplodere il mondo della F1 in polemiche di vario tipo, che hanno reso la “festa” meno gioiosa. Non ci si aspettava che proprio nella corsa più attesa di questa prima parte di stagione potessero scatenarsi tutte queste problematiche. Invece…
F1, non c’è Masi ma le polemiche rimangono
Nel 2021, i fatti di Abu Dhabi furono solo gli ultimi di una lunga serie, che non fecero alto che aumentare la tensione tra i team, in particolare tra quelli che si giocavano il titolo, Red Bull e Mercedes. Nel mirino allora era finito Michael Masi, direttore di gara, che dopo l’epilogo in favore di Max Verstappen finì sotto accusa in maniera pesante, reo di “aver deciso” con le sue scelte il padrone del Mondiale. Nel volgere di poche settimane, viste anche il silenzio di Lewis Hamilton e le dure parole del team Mercedes, divenne il male unico della F1, tanto che col cambio di presidenza alla FIA arrivò anche l’allontanamento di Masi.
Oggi Masi non c’è più ma la F1 rimane ad alto tasso di litigiosità. E a Miami la tensione è tornata a galla su più fronti. La prima vicenda ad emergere è stata quella del divieto imposto ai piloti da parte della Federazione di indossare oggetti metallici come orecchini, gioielli, orologi. Il motivo di questa decisione è legato alle possibili ustioni che potrebbero essere causate dagli oggetti metallici in seguito a eventuali incendi, oltre alla volontà di facilitare i soccorsi. Proprio per questo è stato stabilito che i piloti dovranno indossare “guanti, indumenti intimi lunghi, sottocasco, calzettoni e scarpe omologate secondo gli standard richiesti dalla Federazione internazionale e resistenti al fuoco”.
Apriti cielo. nel primo giorno a Miami è stato un susseguirsi di voci controcorrente, con piloti come Hamilton e Sebastian Vettel, non nuovo quest’ultimo tra l’altro a iniziative eccentriche, capofila. Polemica che è divampata ancor di più sabato, quando Esteban Ocon ha avuto un impatto molto duro contro le barriere durante la FP3, nello stesso punto in cui aveva sbattuto nelle libere precedenti il ferrarista Carlos Sainz. Il francese nell’occasione ha rivelato che nel briefing dei piloti si era parlato di quel muro non protetto e che si era chiesta alla FIA e all’organizzazione una modifica, che però non è mai stata accolta. Questo ovviamente ha fatto imbestialire i piloti, che hanno subito fatto notare l’incoerenza. Si introducono regole per la sicurezza dei piloti e poi a una specifica richiesta di una barriera in pista si ignora il tutto?
Per non parlare poi di quanto accaduto in gara, con l’incidente tra Pierre Gasly e Lando Norris, con la pista piena di detriti lasciati dalla gomma del pilota McLaren che hanno portato a un paio di tornate con la Virtual Safety Car quando era evidente a tutti che era troppo rischioso lasciare così la pista e far intervenire la classica Safety Car per permettere ai commissari di ripulire in maniera adeguata il punto interessato.
Può bastare? Neanche per idea: a rendere più rovente l’ambiente anche la novità Mercedes dell’ala anteriore rivista, che flette decisamente con l’aumentare della velocità. Per non parlare del profilo esterno, che mira a scaricare fuori l’aria: ma non era vietato l’outwash? Non erano vietate ali troppo flessibili? Le immagini parlano chiaro. Ma la FIA dov’è? Se lo chiedono un po’ tutti ora. Vedremo se a Barcellona le polemiche monteranno di nuovo.