Il Gran Premio di Napoli si è svolto tra il 1933 e il 1962 ed è stata anche una corsa extra-campionato di F1 tenutasi l’8 maggio 1955 sul circuito di Posillipo.
A Jeddah è nato nel 2021 il circuito cittadino più veloce del calendario di F1. In Italia si sono disputate tante battaglie su tracciati ricavati dalle stradine urbane di tutti giorni su cui piloti di auto e di moto hanno scritto pagine importanti del libro del motorsport. Una tradizione che ha visto nascere, temporaneamente, sull’asfalto rivalità accese che hanno entusiasmato il pubblico nel cuore delle città. Correre vicino ai cittadini delle grandi metropoli ha il potenziale di attirare enormi masse di appassionati, come accade anche, in alcuni casi, oggi per la Formula E.
A Napoli, il circuito di Posillipo, noto come circuito di Napoli-Coppa Principessa di Piemonte è stato teatro, per quasi 30 anni, di numerose corse automobilistiche. La prima edizione si svolse nel 1933 e il tracciato si snodava dal Parco Virgiliano e proseguiva verso via Tito Lucrezio Caro, Marechiaro e Via Boccaccio per un totale di 4,1 chilometri. Davanti al magnifico scenario del Golfo di Napoli si sono disputate 20 edizioni.
All’epoca era possibile disputare delle corse urbane anche perché le dimensioni delle vetture erano molto diverse da quelle di oggi e a livello di sicurezza i circuiti, venivano, semplicemente, delimitati da balle di paglia. Le protezioni per il pubblico erano irrisorie per una concezione quasi più rallistica che di velocità pura. Lo spettacolo era assicurato, perché i piloti dell’epoca erano dei cavalieri del rischio impavidi e non avevano alcun timore di poter terminare la propria corsa a mare o contro un palo della luce. Erano tempi folli per il motorsport, se paragonati all’estrema sicurezza degli autodromi di oggi.
Il circuito cittadino di Napoli era tra i più ostici dell’intero panorama mondiale. Il campionissimo Fangio raccontò che per lui il tracciato campano era un vero incubo a causa delle numerose insidie. Il cinque volte campione del mondo argentino non riuscì mai a vincere a Napoli. Quello di Posillipo era un vero incubo per il campione, soprattutto per gli spigoli dei marciapiedi e per gli alberi lungo i tratti in discesa, ai lati della strada.
Il programma di gara era diverso rispetto alle corse automobilistiche attuali. Era prevista una suddivisione in gruppi delle vetture partecipanti alla cilindrata. Nel corso degli anni aderirono tanti marchi celebri come Ferrari, Maserati, Bugatti, Alfa Romeo per la felicità del pubblico. Quest’ultimo non aveva informazioni live sui maxi schermi come ai giorni nostri e aspettavano le auto passare ad ogni tornata per avere una idea della classifica. La corsa, inizialmente, prese il nome di Coppa Principessa di Piemonte – Circuito Internazionale di Napoli, in onore di Maria Josè, moglie del Principe di Piemonte Umberto di Savoia. Negli anni della Seconda guerra mondiale la gara fu interrotta e ricominciò solo nel 1948 con la ridefinizione in Gran Premio Napoli – Circuito di Posillipo.
Al Gran Premio del 1955, valevole come prova extra campionato di F1, si iscrissero sole 10 auto. Alberto Ascari ottenne la pole position e trionfò nelle strade di Napoli. Fu la sua ultima vittoria in Formula 1 per il pilota milanese che perì il 26 maggio dello stesso anno in un tragico incidente all’Autodromo di Monza provando una vettura Sport.
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Tazio Nuvolari vinse l’edizione del 1934 alla guida della Maserati 6C 34, nel periodo anteguerra. Il recordman di vittorie a Napoli è stato Nino Farina con tre successi. Il torinese era un vero e proprio martello nel tracciato cittadino campano. Su quest’ultimo, inoltre, andarono in scena gare di Formula 2 e anche delle vetture Sport/Prototipo. L’ultima edizione fu disputata nel 1962.
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