Un campione di oggi e uno che avrebbe potuto esserlo nel team Ferrari che lo lanciò nel circus della F1. Una immagine che vale più di mille parole.
I fan più esperti avranno già riconosciuti i due piloti della Ferrari Driver Academy. Alla destra con la maglia rossa è, facilmente, riconoscibile Jules Bianchi. Il ragazzo francese era già un ragazzino nella foto postata in sua memoria da Charles Leclerc su Instagram. Il nativo di Nizza è stato una guida per il monegasco nell’infanzia e nell’adolescenza. Dotato di uno straordinario talento, fu inserito nel 2009 nel programma della FDA. Jules Bianchi fu il primo pilota della storia della Ferrari Driver Academy e a fine anno testò la F60 sul tracciato di Jerez.
Il 17 novembre 2011 andò in scena ad Abu Dhabi lo Young Driver Test. Per la Scuderia Ferrari scese in pista il primo allievo della FDA, Jules Bianchi, che completò 106 tornate del tracciato di Yas Marina al volante di una Ferrari 150° Italia. Il legame di Jules con la Ferrari sembrava già scritto. Di origini italiane, il nativo di Nizza era nipote di Lucien Bianchi, campione automobilistico milanese, morto nel 1969 durante le prove della 24 ore di Le Mans.
Jules esordì con la Force India VJM05 nel 2012, svolgendo solo prove. L’anno successivo debuttò con la Marussia, disputando complessivamente 34 Gran Premi di F1. Il suo unico piazzamento a punti arrivò nelle tortuose stradine del Principato di Monaco nel 2014. Il francese arrivò al nono posto su una pista dove, solitamente, i valori tra le auto si livellano ed esce fuori il manico del pilota.
Il legame tra i giovani della Ferrari
Nell’immagine al tavolo, oltre ad Arthur Leclerc, anche egli inserito nella FDA, possiamo osservare alla sinistra con la tuta bianca un giovanissimo Charles. Il monegasco fu stravolto dalla prematura scomparsa del suo migliore amico Jules. Quest’ultimo morì a 25 anni il 17 luglio 2015, dopo più di nove mesi di coma, causato dal terribile incidente a Suzuka nel 2014.
Le difficili condizioni atmosferiche e l’asfalto viscido portarono all’immane tragedia. Jean Todt, presidente della FIA, decise di ritirare il numero 17, utilizzato in gara da Jules. La Federazione Internazionale dell’Automobile aprì una inchiesta per scoprire i dettagli sull’accaduto. Nella commissione di indagine erano presenti Ross Brawn, Stefano Domenicali, Emerson Fittipaldi e Alexander Wurz. Come ampiamente prevedibile la commissione scagionò i soggetti coinvolti nell’indagine, compreso il direttore di gara Charlie Whiting.
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La tragedia di Jules Bianchi riportò la F1 nell’angoscia. Gli ultimi piloti che erano deceduti nel Circus erano stati Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna al Gran Premio nel GP di San Marino del 1994. Charles Leclerc perse una guida che gli aveva fatto da fratello maggiore per tutta la vita. I funerali di Jules Bianchi furono celebrati nella cattedrale di Santa Reparata a Nizza, sotto gli occhi di Charles e di tanti colleghi del francese.