La seconda caduta in Olanda poteva costare davvero caro a Quartararo, leader indiscusso della MotoGP. Ed ecco cosa è successo veramente.
Poteva mettere a segno un tris fantastico, chiudendo la prima parte di stagione prima della pausa estiva con più di una mano sul prossimo titolo MotoGP. E invece Fabio Quartararo ad Assen, l’università della moto, ha fallito l’esame più importante. Poteva chiudere con un buon risultato con dei vantaggi enormi nei confronti degli avversari, che invece hanno approfittato del suo primo zero in classifica in stagione per accorciare e riaprire incredibilmente la corsa iridata.
A partire da Pecco Bagnaia, che ora è comunque a 66 lunghezze da Quartararo, ma che è già stato capace nel 2021 di colmare un gap così importante, andando ad insidiare fino alla fine il francese per il Mondiale. Ancora più vicino è addirittura quell’Aleix Espargarò che con la sua caduta ha rischiato di rovinare anche la sua gara: ora infatti lo spagnolo è a 21 punti dal leader e può davvero crederci.
La gara di Assen è segnata da due cadute che non fanno mai bene né al corpo né alla mente di un pilota. A Silverstone intanto in agosto dovrà scontare la penalità che gli hanno inflitto i commissari FIM, che lo hanno ritenuto responsabile della caduta che ha portato all’uscita di pista temporanea di Espargaró. In pratica in gara dovrà fare un long lap penalty, che vuol dire GP in salita fin da subito per Quartararo.
A dire il vero però al campione del mondo, fresco di rinnovo per altre due stagioni con Yamaha, poteva costare ancor più caro la seconda caduta. Anche perché non ha neanche funzionato l’airbag della sua tuta. La M1 lo ha catapultato in area senza preavviso e l’impatto con l’asfalto è stato decisamente duro. Tanto che ha avuto un po’ di dolore alla spalla, ma per fortuna niente di rotto. Ma a spiegare questo “incidente” improvviso capitato in Olanda al francese è stato il suo capo meccanico Diego Gubellini in un’intervista su Corsedimoto.
“Fabio conosceva lo stato della moto, abbiamo deciso di lasciarlo proseguire perché il tempo minacciava pioggia e avrebbe potuto avere l’opportunità di tornare in gara con il cambio moto. Con questa idea abbiamo provato a fare qualche giro in più, purtroppo è caduto la seconda volta”. La prima sensazione è che nella scivolata, Quartararo abbia danneggiato il sensore del traction control e che proprio questo, al momento del rilascio del gas, non abbia funzionato, portando poi alla caduta del campione del mondo in maniera così brusca e inattesa. Un problema tra l’altro visto già in passato, in particolare con Marc Marquez e la sua Honda.
Gubellini però ha smentito che il problema fosse proprio questo. Anzi, il verdetto è un altro: “Dopo una caduta, i programmi hanno bisogno di qualche giro per resettarsi. Il sistema si era resettato correttamente, alla seconda caduta il controllo di trazione ha funzionato. Ma c’è anche da dire che la gomma era un po’ fredda, perché aveva fatto due giri lenti e quello era il problema: aver esagerato con una gomma che non era alla giusta temperatura”.
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