La Ferrari ha avuto dalla sua tantissimi campioni del mondo, tra cui spicca Schumacher. Eppure, il dato statistico rivela una sorpresa.
L’icona, il sogno per eccellenza di tutti i piloti di F1 è la Ferrari. La Scuderia modenese rappresenta il team più ambito in qualunque epoca, visto il suo indiscusso fascino e quello che rappresenta per i tifosi di tutto il mondo. Guidare una rossa, e magari vincere un mondiale a bordo di essa, ha sempre significato qualcosa di straordinario.
Nel vecchio secolo, il Cavallino ha avuto a disposizione tantissimi talenti indiscussi, nonostante i lunghi periodi di sofferenza che hanno contraddistinto gli anni Ottanta e Novanta. La lunga astinenza di vittorie si sta riproponendo anche attualmente, visto che l’ultimo mondiale piloti risale al 2007 con Kimi Raikkonen e l’ultimo costruttori all’anno successivo. Siamo arrivati a quasi tre lustri di digiuno, un’eternità per un team di quel blasone.
In F1, i cicli vincenti sono sempre esistiti. Ad oggi è in corso quello Mercedes, preceduto da quello Renault, e prima ancora dal dominio Ferrari guidato da Michael Schumacher. Come anticipato, la rossa è stata a secco di mondiali per ben ventuno anni per quanto riguarda i piloti, visto che dal 1979 al 2000 non sono arrivate soddisfazioni. L’ultimo a riuscirci, prima del tedesco, fu Jody Scheckter, ma poi il dominio delle squadre inglesi la fece da padrone. McLaren, Williams, Brabham e Benetton misero a dura prova le coronarie dei tifosi del Cavallino, ma l’attesa venne poi ripagata.
Nel cuore dei tifosi della Ferrari c’è ovviamente Michael Schumacher. Il tedesco, già due volte campione del mondo con la Benetton, decise di accettare la proposta di Maranello nel 1996, per riportare in alto una squadra che da troppi anni attendeva la sua riscossa. Al Kaiser di Kerpen sono bastati pochi anni per entrare nella leggenda, totalizzando ben cinque mondiali piloti dal 2000 al 2004.
Dal punto di vista statistico però, abbiamo una grande sorpresa: in base alla percentuale di vittorie, il migliore di sempre che abbia mai indossato la tuta del Cavallino è il mitico Alberto Ascari. Il milanese, si laureò campione nel 1952 e nel 1953, regalando i primi due titoli al grande Enzo.
La Ferrari divenne grande grazie al fenomeno lombardo, che in queste due annate volò sull’olimpo del Circus grazie alla 375 F1 ed alla 500 F2 del 1952, al quale succedette, durante la stagione, la 375 Indy. Si trattava di un mondiale ancora agli albori, nel quale militavano i veri cavalieri del rischio.
Ascari ha corso solo 27 gare con il Cavallino, vincendone ben 13. Questo indica una percentuale di vittorie del 48,14%, quasi la metà esatta degli appuntamenti a cui ha preso parte con la Scuderia modenese. Il milanese restò alla corte del “Vecchio” dal 1950 al 1954, ma all’epoca venivano disputate pochissime gare nel corso dell’anno.
Restando in termini di percentuali, alle spalle del grande Alberto, alla cui memoria è stata dedicata la splendida variante di Monza, ci sono Michael Schumacher e Niki Lauda. Il tedesco si è imposto in 72 gare sulle 179 disputate tra il 1996 ed il 2006 (nel 1999 saltò sei appuntamenti per l’infortunio di Silverstone), totalizzando un 40,22% di vittorie.
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In terza posizione si posizione l’austriaco, che con la Ferrari vinse ben due mondiali nel 1975 e nel 1977. Il “Computer”, come veniva definito, ha una percentuale del 20,31%, avendo vinto 15 corse su 57 disputate. Si tratta di numeri esaltanti, che danno bene l’idea di quanto il Cavallino fosse forte nella prima parte di storia di questo campionato. Ora le cose sono molto cambiate, e la rossa è ridotta al ruolo di comparsa, nella speranza che la situazione possa sbloccarsi nei prossimi mesi.
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